Davide Guarnieri, la luce in fondo al tunnel

Davide Guarnieri, la luce in fondo al tunnel

Non è solo una questione di numeri, ma di cuore. Se i numeri possono raccontare la carriera di un pilota straordinario nel cross e dell’enduro, non riesce però a descrivere tutto quello che c’è intorno; passione, lavoro, talento, sudore, istinto, ambizioni, e amore. Ecco la storia di Davide Guarneri.

24.01.2023 ( Aggiornata il 24.01.2023 10:36 )

Davide Guarneri, soprannominato il “Pota”, dopo aver amato il cross nel 2015 disputa subito da protagonista la sua prima Sei Giorni in Slovacchia con l’Italia in Maglia Azzurra, decidendo di passare a tempo pieno all’Enduro l’anno successivo. Dal 2016 al 2019 è con Honda-RedMoto, 2020 con TM, 2021 e 2022 con Fantic E50 Racing. Abituato a parlare con i fatti, Guarneri cerca di non sbilanciarsi su un 2022 nel quale avrebbe potuto vincere il titolo Mondiale della classe E3.

La Maledetta Primavera di Guarnieri


“Maledetta Primavera” avrebbe suggerito Loretta Goggi in quella canzone che al Festival di Sanremo 1981, finì seconda divenendo però uno dei motivi cult degli anni “ottanta”. Maledetta Primavera? Si: perché Guarneri la scorsa primavera (esattamente il 29 maggio) a Passignano sul Trasimeno, nella terza prova degli Assoluti d’Italia 2022 quando aveva già fatto registrare nelle prime 5 speciali 4 volte il miglior tempo e 1 il secondo, al secondo Cross Test è caduto finendo violentemente contro un albero. A capire la serietà della situazione è subito stato Davide Soreca. Il pilota ligure essendo alle spalle di Guarneri non ha esitato a fermarsi rimanendo vicino al “Pota” che aveva perso i sensi. Soreca ha avvisato gli altri piloti che sopraggiugevano di far intervenire al più presto lo staff medico del Racing Medical Team del CMO (Cif Medical Officier). In pochi minuti il Dottor Federico Marconi ha raggiunto in moto Guarneri constatando la momentanea perdita di conoscenza. Mentre la speciale veniva annullata, il Dottor Marconi ha effettuato i primi interventi di soccorso previsti in caso di emergenza.

Nel giro di una ventina di minuti Guarneri veniva successivamente trasportato all’ospedale di Perugia per accertamenti con diagnosi di frattura delle vertebre C7 e D1, violento trauma cranico, contusione a un polmone e serie di ematomi addominali. Maledetta Primavera! Stagione finita per Guarneri che dopo i primi due GP di Spagna e Portogallo era al comando del Mondiale della classe E3 e negli Assoluti d'Italia guidava a pieno punteggio la 300 2T con cinque vittorie consecutive. Dopo essere stato tenuto in osservazione in ospedale a Perugia per 48 ore, Guarneri è rientrato a casa sottoponendosi a esami specialistici che hanno purtroppo confermato la gravità del suo infortunio. Sono trascorsi ormai sette mesi e Guarneri ora può finalmente intravvedere la luce in fondo al tunnel.

"Dopo un infortunio si dà importanza ad altri aspetti della vita"


Cosa ricordi della tua caduta del 16 maggio nel corso del seondo Cross Test a Passignano sul Trasimeno??

"Parlare di caduta non so se sia corretto, anche perché l'impatto l'ho avuto senza errori di guida. Mi ricordo solo che ero molto veloce e stavo guidando bene. Poi il buio fino a quando mi sono risvegliato con il Dottor Marconi, che ringrazio davvero molto, mentre mi stava stabilizzando. Ancora confuso, ho memorizzato il successivo trasporto in ambulanza in ospedale”.  

Duro colpo: frattura delle vertebre C7 e D1. Quasi 4 mesi assolutamente fermo con collare rigido e solo da ottobre hai iniziato la riabilitazione. Cosa hai pensato in tutto questo periodo?
“Inizialmente la mia preoccupazione non è stata assolutamente quella di pensare alla carriera agonistica ma ritornare a una vita normale senza problemi fisici per le fratture alle due vertebre. Sarò chiaro: ho corso nel cross e nell’enduro ma dopo un simile infortunio i tuoi pensieri danno importanza ad altri aspetti della vita. Col passare dei mesi ho però iniziato a valutare anche come poter tornare alla mia vita di pilota e sportivo”.

Hai avuto paura di non poter più avere una vita normale proprio per le conseguenze del tuo infortunio? 
“Si questa è stata la preoccupazione più grande del primo periodo. Innanzitutto abbiamo valutato anche una eventuale stabilizzazione vertebrale chirurgica. Gli specialisti a cui mi sono rivolto, mi hanno consigliato un processo di guarigione naturale e non invasiva. Inizialmente per tre mesi con collare rigido, poi quando il processo di consolidazione della frattura è stato confermato radiologicamente, ho iniziato un programma di riabilitazione specifico con recupero della mobilità. Successivamente ho iniziato a lavorare sul recupero della forza della muscolatura profonda del rachide cervicale con esercizi progressivi fino alla rieducazione propriocettiva globale attraverso movimenti mirati a ripristinare la funzionalità vestibolare e la percezione spaziale”.

Il ritorno alla normalità e i programmi per il futuro


Ti senti ritornato alla normalità?
“Dai, ora speriamo di tornare come otto mesi fa anche se a avrò davanti altri mesi per recuperare perché la tipologia di trauma è da trattare con molta cautela e delicatezza. Diciamo che da metà novembre riesco ad essere libero di allenarmi almeno fisicamente".
 
Come hai trascorso le tue giornate durante l'estate e inizio autunno?
“Ho potuto camminare anche se molto molto piano. Poi tanta fisioterapia e riposo tra divano e letto. Per uno sportivo come me è stata dura soprattutto mentalmente”. 
 
Hai già fatto dei programmi per il futuro?
“Siamo ormai a inizio dicembre; la priorità è finire il percorso di guarigione e riabilitativo. Poi abbiamo già parlato in Fantic, che ringrazio, perché l'interesse comune è di continuare a collaborare come abbiamo iniziato due anni fa”. 

 
Cosa penserai quando potrai ritornare ad allenarti in moto?
“Dire oggi quando potrò risalire in sella alla mia Fantic è ancora prematuro perché dipende da molti fattori. Diciamo che sto lavorando duro per arrivare a quel giorno”. 
 
Ti rivedremo sempre su una Fantic e in che classe? Assoluti d’Italia e anche Mondiale?
“Sicuramente guiderò con una Fantic. Quando e in quale classe è difficile prevederlo perché il tutto va affrontato step by step. Da parte mia c’è il massimo impegno per migliorare la guarigione certamente mi piacerebbe partecipare agli Assoluti e, se possibile, almeno al GP d’Italia del Mondiale e a quello di un mese più tardi in Spagna permettendomi così di recuperare ancora”. 

Il problema della sicurezza


La tua caduta ha purtroppo evidenziato il grosso problema della sicurezza che nel Mondiale 2022 ha visto auto eliminarsi alcuni tra i protagonisti della EnduroGP. Non sarebbe il caso che anche al Mondiale la FIM predisponesse un servizio medico in moto come nelle gare in Italia voluto dalla FMI attraverso il Racing Medical Team?

“La sicurezza nelle gare di enduro non è semplice, sia per quanto riguarda il percorso o le speciali. Certo: avere uno staff medico al mondiale come quello da noi in Italia con medici in moto sarebbe un bel passo avanti in caso di infortuni. Anche i piloti prima di una gara dovrebbero però parlare tra di loro ed esporre eventuali criticità all’organizzazione”. 

Quando ti sei infortunato eri al comando del Mondiale E3 con il titolo iridato nel mirino. Con chi hai vissuto la maggiore rivalità?

“Dai, poteva andare peggio mettiamola così. Due avversari davanti a tutti: Brad Freeman molto veloce ed aggressivo, Mikael Persson bravissimo nel fare uno step importante”.

Ti è pesato saltare la Sei Giorni?
“Assolutamente, la Maglia Azzurra è sempre stato motivo di orgoglio per me è non esserci stato in Francia da campione 2021 è stato ancora più triste”. 

Nel 2021 sei finito secondo nel Mondiale E1 dietro ad Andrea Verona. Quest'anno Verona ha vinto i Mondiali E1, EnduroGP, Tricolore Assoluto e 250 4T. Cosa pensi di lui??

“Sono solo onorato e contento di aver dato filo da torcere nel 2021 a Verona fino all’ultimo GP nella lotta per il titolo della E1, nonostante 13 anni come differenza di età. Sapevo che nella sua carriera avrebbe potuto vincere anche la EnduroGP come ha fatto nel 2022”. 
 
Esprimi un sogno!?

“I sogni sono la motivazione e la forza degli sportivi. Ti dico che sogno di tornare a essere nella situazione in cui ero prima del mio infortunio”.

E noi lo speriamo già da marzo 2023.  

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