Francesca Nocera: "Sogno la Dakar" | Esclusiva

Francesca Nocera: "Sogno la Dakar" | Esclusiva

"Finalmente ho vissuto una stagione senza infortuni, e il podio nel mondiale Women è stato il premio per la scelta coraggiosa di lasciare il Cross per l’Enduro"

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08.01.2024 ( Aggiornata il 08.01.2024 09:55 )

Francesca Nocera, il passaggio all'Enduro


L’Enduro non è una specialità semplice per le donne, come ti identifichi?

“Io invece rispondo che l’Enduro è uno sport per vere donne. Da donna posso assicurare che possiamo fare molto più di quanto si possa pensare, forse a livello fisico saremo sempre svantaggiate, rispetto a un uomo. Ma una donna può fare cose straordinarie e, soprattutto, dovrebbe sentirsi a suo agio in qualsiasi sport. A scuola mi vergognavo di certi pregiudizi di alcuni miei compagni perché l’idea di sentirmi dire ‘Sei un maschiaccio’ mi spaventava. In Italia la gente ancora si stupisce nel vedere una donna guidare una moto. Dico alle ragazze che leggeranno questa intervista di avere il coraggio di vivere la loro passione, qualunque essa sia, senza paura di essere giudicate”.

Come è avvenuto il tuo passaggio dal Cross al mondiale Women?

“Chi pensa che il mio passaggio all’Enduro sia avvenuto per convenienza, perché nel Cross non ero più competitiva, si sbaglia di grosso. Nel Cross ho ottenuto risultati importanti nel Mondiale, ho vinto quattro titoli italiani e diversi allori europei a squadre, nonostante i problemi fisici e gli infortuni. Però l’Enduro mi è sempre piaciuto ed essere tornata a fare chilometri a piedi per visionare le speciali, in un ambiente molto familiare come Honda-RedMoto, mi ha reso felice. Nel Cross non trovavo più serenità. Ora voglio soltanto vivere di presente e godermi l’Enduro. E sono persino stupita di fronte al mio 2023: per la prima volta ho vissuto un anno senza infortuni. Sono davvero felice di non aver mollato, mi sono presa una grande rivincita vincendo le prime due prove degli Assoluti d’Italia davanti alla campionessa mondiale in carica Jane Daniels”.

Hai chiuso il Mondiale della classe Women sul podio.

“Al via del primo GP, in Italia, ero tesissima, ho fatto parecchi errori ma sono riuscita a ottenere comunque un podio che mi ha sbloccata. Ho sempre usato la testa, speciale dopo speciale cercavo di migliorare, ho ottenuto altri podi ma in Svezia ho perso parecchi punti, e quel GP ha segnato la mia posizione finale in campionato. Sono arrivata all’ultima gara giocandomi la terza posizione, e ho fatto mia una medaglia di bronzo di ‘resilienza’, di immenso valore umano: sono ripartita da zero rimettendomi in gioco”.

Vinto il titolo, Jane Daniels ha deciso di correre la Dakar: cosa apprezzi di lei?

“Posso soltanto imparare qualcosa da lei come ho fatto nel corso della stagione. La Daniels farà la Dakar, che per me è un sogno nel cassetto, anche se ora voglio concentrarmi e lavorare sodo soltanto sul mondiale Enduro Women”.

Nel 2024 la Sei Giorni verrà disputata in Spagna: se l’Italia dovesse schierare una squadra nel Trofeo Women saresti pronta a indossare la Maglia Azzurra?

“Prontissima: è sempre un onore indossare la Maglia Azzurra. A ogni convocazione per il Cross ho dato il massimo ottenendo ottimi risultati e sono pronta a farlo anche per la Sei Giorni di Enduro. Spero che nel 2024 insieme alla FMI avremo modo di lavorare anche con le altre ragazze. Abbiamo disputato poco tempo fa l’Europeo insieme ad alcune di loro e l’atmosfera era fantastica. Mi piace il lavoro di squadra e nel 2024 potremo contare anche sull’italoargentina Carla Scaglioni, di cui sono amica, e che è stata bravissima a concludere la Sei Giorni a San Juan”.

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