Cross, Antonio Cairoli: “Continuare a correre? L'età è relativa”

Cross, Antonio Cairoli: “Continuare a correre? L'età è relativa”

"Dopo l’operazione, il ginocchio ha risposto bene. Sarà un anno importante per valutare il mio stato fisico e decidere il futuro: se non avrò problemi, continuerò. Sono felice che a mio figlio Chase Ben interessi il cross, ma non sarò io a spingerlo a correre"

02.06.2021 ( Aggiornata il 02.06.2021 19:57 )

Siamo a poco più di una settimana dal GP Russia, prova d’apertura del mondiale Motocross, e ancora non si è visto in gara Antonio Cairoli, la nostra bandiera, il pilota più rappresentativo del campionato. Tony, l’anno scorso, è stato tra i protagonisti del Mondiale, ha vinto tre Gran Premi e fino a metà stagione è stato in testa al campionato. Poi ha perso la leadership ma è rimasto matematicamente in lotta per l’iride fino al terzultimo GP.

Un vecchio problema di cartilagine al ginocchio sinistro si è fatto sempre più critico, soprattutto con la formula dei tre GP di fila in una settimana, che hanno costretto il siciliano a correre ben al di sotto delle sue possibilità. E nell’ultimo GP, il trentacinquenne ha perso la seconda posizione in campionato a favore di Jeremy Seewer, per un contatto in partenza e conseguente danneggiamento della leva del cambio; comunque il nove volte iridato ha chiuso il 2020 con il terzo posto in campionato, il suo quattordicesimo podio iridato in diciassette stagioni di Mondiale.

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Preparazione


A inizio dicembre Cairoli si è sottoposto in Belgio a un intervento di pulizia al ginocchio malmesso e ora si sta preparando per la diciottesima stagione iridata. È risalito in moto a metà febbraio e la preparazione vera e propria è iniziata prima a Roma, poi in Sardegna, come abitudine da diversi anni per il team ufficiale KTM capitanato da Claudio De Carli.

“Come penso tutti i team - spiega Tony - avevamo un programma basato sulla prima bozza del calendario, ma sapevamo che non sarebbe stato un piano definitivo. Il calendario del Mondiale è stato cambiato e nella fase di preparazione abbiamo modificato le tempistiche. L’obiettivo di un programma di preparazione è quello di arrivare in ottima condizione alle prime gare del Mondiale, magari non al top ma a un buon livello. Per i team ora non è facile pianificare il lavoro, perché anche il calendario attuale potrebbe subire delle modifiche. Con questa pandemia come possiamo avere la certezza che si comincerà in Russia? Se guardiamo all’Inghilterra, la situazione sembra più che buona ma se guardiamo a cosa sta succedendo in India o in altri Paesi si capisce che non è facile programmare un Mondiale con spostamenti internazionali a lungo raggio. Comunque ci stiamo preparando. Per quanto riguarda i test, sulla moto abbiamo fatto un po’ tutto...”

Come stai? Hai cambiato qualcosa nella tua preparazione?

“Di base, la tabella di marcia è sempre quella, poi ogni anno si cerca di migliorare qualcosa. Il ginocchio va meglio: l’intervento fatto a dicembre, come già sapevamo, non poteva essere risolutivo ma è sicuramente un passo avanti. Per ora il ginocchio non si è mai gonfiato ed è un fatto positivo. Sotto carico, qualche problema si avverte ancora ma sto continuando a lavorare molto a livello muscolare per aiutare tutta l’articolazione”.

I programmi


Non ti abbiamo ancora visto in gara, mentre hanno corso i tuoi compagni di squadra.

“Ho iniziato più tardi rispetto a Jorge Prado e Mattia Guadagnini ed era prematuro fare gli Internazionali d’Italia. C’era in programma di correre una gara in Olanda (Oss, che è anche nel calendario del Mondiale, al 18 luglio, nde) ma pochi giorni fa hanno annunciato che i Dutch Masters, il campionato internazionale olandese, è stato cancellato e spostato all’anno prossimo”.

Con la cancellazione anche dei Masters of Motocross a Lacapelle Marival, in Francia, prima dell’inizio del Mondiale, sono rimaste due prove del campionato inglese e due prove dell’italiano Prestige...

“Penso che non correremo in Italia; stiamo per spostarci in Belgio per gli allenamenti e fare ancora qualche test sulle moto. Vedremo se si potrà correre qualche gara prima del Mondiale, anche se non penso sia indispensabile”.

L’anno scorso, con il problema al ginocchio, hai sofferto più degli altri le tre gare in una settimana, che si sono svolte ben cinque volte. Quest’anno il calendario non le prevede ed è stato mantenuto il format del GP in giornata unica.

“Questo è positivo: il recupero durante le tre gare per me era problematico. Anche se, a dire il vero, era comodo il format con tre GP sulla stessa pista, anche se dipendeva dalla location. Il campionato è andato bene all’inizio, e fino a metà stagione, poi, con il ginocchio che si gonfiava, ho dovuto anche ridurre gli allenamenti e ne ha risentito la forma fisica, la mia condizione e quindi un po’ anche la velocità. Quando arrivi a fare tre gare di fila in una settimana a Lommel e non sei a posto, paghi a livello di risultati. Però anche senza gli appuntamenti con le tre gare di fila quest’anno il calendario, se resta così, è sicuramente impegnativo".

"Penso ci sia ancora una situazione di emergenza nel Mondo e le gare sono tante; forse non sarebbe stato male accontentarsi di qualche gara in meno e viaggiare soltanto in Paesi sicuri, considerando anche che nel nostro sport c’è sempre il rischio di infortuni, e trovarsi costretti ad accedere all’assistenza sanitaria in certi Paesi sarebbe spiacevole. Non dimentichiamo che non ci sono stati vaccinati e in tanti Paesi non puoi comprare il vaccino. Devi rispettare la “chiamata” quando sarà il tuo turno...”

Non sarebbe male, anche per la regolarità del campionato, vaccinare i piloti come è stato fatto nel Motomondiale. Per esempio l’anno scorso in MXGP a tre quarti di campionato è stato fermato Prado per positività al Covid-19 (era in lotta per il vertice) e potrebbe succedere per altri piloti quest’anno, incidendo sulla stagione.

“Di sicuro il vaccino per tutti, magari anche per i componenti dei team che comunque sono costretti a viaggiare per lavoro, sarebbe un’ottima soluzione, ma non so dire se sia fattibile...”

Continuare nel 2022, sì o no?


Alla fine di questa stagione iridata avrai trentasei anni: c’è ancora la voglia di continuare?

“Vedremo. La voglia penso sarà la stessa, però questo sarà un anno importante per valutare le mie condizioni fisiche e decidere il futuro. Se la situazione del ginocchio si dimostrerà accettabile, se non ci saranno problemi, potrò pensare di continuare anche l’anno prossimo. L’età è relativa e con un anno in più a livello di velocità non penso dovrebbe cambiare molto, sempre che, ripeto, non ci siano acciacchi".

"Vediamo anche in altri sport, come il calcio, anch’esso fisico, che l’età media si è alzata. Cristiano Ronaldo ha trentasei anni, Ibrahimovic trentanove, eppure chiunque li vorrebbe in squadra. In MotoGP Valentino Rossi sta facendo un po’ fatica ma secondo me è veloce; stiamo parlando di pochi decimi, lì contano anche i dettagli, tutto è più difficile e sono arrivati tanti giovani fortissimi dalla Moto2. Non dimentichiamo che l’anno scorso c’è stato un momento in cui era tra i piloti in lotta per il titolo. Capisco che se hai la passione, è difficile fermarsi... magari se hai bisogno della bagarre per la vittoria c’è sempre la Superbike, o altri campionati, ma sicuramente Vale, in cuor suo, sa di poter fare ancora risultato in MotoGP. Saprà lui cosa fare”.

Nel Cross, David Philippaerts, che ha due anni più di te, non molla, corre nell’Italiano Prestige e si diverte!

“È giusto così. Lui ha avuto un paio di brutti infortuni senza i quali, forse sarebbe ancora nel Mondiale, però continua a vivere la sua passione. La gara ti dà sempre sensazioni uniche, a qualsiasi livello. David fa bene, è quello che farò anch’io quando non correrò più il Mondiale. Sicuramente correrò con meno pressione, senza troppe aspettative da tutti, godendomi il weekend di gara”.

Cominciamo a vedere il piccolo Chase Ben in sella a biciclette e “motine” con tanto di tabella 222. Possiamo sperare bene per il futuro del Cross tricolore?

“Di sicuro farà quello che gli piace. È importante per me e Jill che faccia sport, se vorrà anche il Motocross, anche soltanto per divertirsi. Non saremo certo noi a forzarlo verso il Motocross. So bene che questo sport è molto, molto difficile e se vuoi farlo a livello professionistico, per andare avanti e ottenere risultati, non bastano la voglia di girare e il piacere di andare in moto; sono necessarie anche grande determinazione e predisposizione al lavoro e al sacrificio”.

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