Esclusiva, Valerio Lata: “Il mio 2021 nel Motocross, dal dramma al trionfo”

Esclusiva, Valerio Lata: “Il mio 2021 nel Motocross, dal dramma al trionfo”

"La lesione al pancreas, rimediata dopo una caduta nell'Italiano, mi ha fatto temere di non poter più correre, e invece poi ho vinto Tricolore ed Europeo, debuttando nel Mondiale. Ora mi preparo per la 250"

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13.01.2022 ( Aggiornata il 13.01.2022 18:31 )

Sedici anni compiuti nel luglio scorso, Valerio Lata si è già imposto in ambito italiano e internazionale, e oggi è una delle speranze azzurre. Romano, da cinque stagioni nel team viterbese MRT KTM, Lata ha vinto un titolo mondiale Minicross (85 cm³ Junior) prima di conquistare l’europeo EMX 125 nel 2021. Un percorso trionfale accompagnato dall’esordio nella MX2 iridata, dove però ha disputato soltanto due prove. Un modo per ambientarsi alla cilindrata che quest’anno diventa sua, dato che si appresta a correre l’europeo EMX 250. Per Lata, che ha iniziato a tre anni, è la prima stagione intera con la 250. “Mio padre correva, e spesso quando andava a girare a Latina mi noleggiava una motina 'Lem' per girare in un pistino ovale. Avevo tre anni e cominciò tutto lì. Mi appassionai subito e dopo qualche mese mi comprò una motina del genere, la mia prima moto”.

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Gli esordi


Sei arrivato presto alle gare?

“A cinque anni: ricordo che era a Tragliatella, vicino Roma, un fettucciato in un campo. Mi divertii tantissimo, c’erano una ventina di ragazzini, alcuni di loro li vedo ancora adesso che corrono nella 125. A sei anni i miei mi comprarono una KTM 50 e da allora sono sempre rimasto KTM...”.

Ti sei messo in luce in regione con i primi risultati.

“Sì, nel 2014 sono passato al Team Milani, con la 65 cm³, e all’esordio nell’Italiano ho fatto ottavo assoluto, primo della categoria debuttanti, a Castiglione del Lago. Facevo il Regionale e tutto l’Italiano e sono stato anche chiamato in Nazionale per sostituire un pilota infortunato e da allora mi hanno sempre convocato. Dal 2015 sono nel gruppo dei piloti di interesse nazionale. Nel 2016 sempre con Milani ho vinto l’italiano 65 Cadetti. Quell’anno in ottobre Elio Marchetti, che ha un team al Mondiale, ha chiamato mio padre: siamo andati a Viterbo e abbiamo firmato un accordo per i primi due anni, ma da allora non ci siamo mai separati”.

Hai continuato con ottimi risultati.

“Nel 2017 ho vinto il Regionale ed ero in testa nell’Italiano ma cadendo a Ponte a Egola mi sono rotto un metacarpo e ho perso il campionato. Il 2018 è stato molto buono, ho vinto il campionato 85 Senior e nell’Europeo ho fatto belle gare nelle selettive. E al Nazioni Junior, in Polonia, con la squadra azzurra abbiamo vinto l’Europeo”.

Il 2019 è stato indimenticabile.

“È stato l’anno migliore: ho vinto il Regionale, l’Italiano e il titolo mondiale 85 Junior ad Arco di Trento. Ricordo che ero tranquillo, convinto, e dopo aver vinto la prima manche non sentivo neanche la tensione per la seconda manche: sono partito davanti e ho rivinto, correndo sempre in testa. Quell’anno sono stato sfortunato all’Europeo a Loket: già la trasferta non era iniziata bene perché a metà viaggio ci si è rotto il camper e io e mio padre siamo dovuti tornare a casa a prendere il furgone piccolo, poi purtroppo ho pagato la partenza sbagliata in Gara 1 anche se ho rimontato fino alla terza posizione. Ho vinto Gara 2 ma alla fine ho perso l’Europeo per due punti”.

Nel 2020 sei passato alla 125.

“Al primo anno di 125 devi fare un po’ di gavetta con la moto a ruote alte, e nell’Europeo ho iniziato con alti e bassi. Pian piano è migliorato il feeling con la moto e a fine stagione a Mantova sono riuscito a vincere il GP: è stata una grande soddisfazione perché è un campionato molto competitivo”.

Presente e futuro


Presa confidenza, il 2021 è stato sofferto ma vincente.

“Sono partito benino con due secondi posti agli Internazionali d’Italia, poi alla terza sono caduto. Il vero guaio è stato con la caduta in aprile a Grottazzolina nell’Italiano, e sono stato 15 giorni in ospedale per una lesione al pancreas. Ho perso tredici chili ed è stata dura ripartire. Mi sono messo a lavorare a testa bassa con il team e con mio padre e nell’Europeo ho preso la tabella rossa in Germania, e la domenica dopo ho vinto il campionato italiano. Ho continuato a fare bene nell’Europeo e il titolo è arrivato dopo la prima manche dell’ultima prova a Mantova. È stato bellissimo vincere un campionato così combattuto, e mi ha ripagato di tutti gli sforzi per tornare dopo l’infortunio: pensavo addirittura di non poter risalire in moto e invece sono arrivati due titoli. Per il mondiale 125 siamo rimasti amareggiati: in Grecia c’erano 40 gradi, nella prima manche ho chiuso secondo, nella seconda ero secondo quando a tredici minuti dalla fine hanno sospeso la gara... Sì, faceva caldo, ma se avessi superato Osterhagen avrei vinto io, e c’era la possibilità. Almeno abbiamo vinto come squadra azzurra”.

Poi hai assaggiato anche il mondiale MX2.

“Il team mi ha dato la possibilità di disputare due gare di Mondiale in Turchia. Si è avverato il sogno di qualsiasi Crossista. Ovviamente avendo come priorità l’Europeo 125 non potevo allenarmi con la 250 e non avevo grande feeling con la moto, poi non conoscevo la pista. Era un ‘assaggio’ e tutti mi hanno detto di stare calmo. Alla fine non ero soddisfatto del risultato, ma ho preso sei punti”.

Come sarà il tuo 2022?

 “Nel programma c’è l’italiano Prestige MX2 e soprattutto l’Europeo 250: sono dieci gare e ci sono piloti fortissimi, che possono piazzarsi nei cinque al Mondiale. L’obiettivo è fare esperienza e fare del mio meglio: ora cominciamo ad allenarci qui nel Lazio dove il meteo è buono, per spostarci qualche giorno in Sardegna, poi si vedrà anche in base agli Internazionali d’Italia. E poi dovrei anche studiare, sono al terzo anno del liceo alberghiero”.

Correrai anche nel Mondiale?

“Sì, alcune prove non concomitanti con l’Europeo".

L’unica gara in Italia dell’Europeo 250 è a Riola Sardo.

"È una pista che mi piace ma non so con la 250 come mi troverò”.

Ti abbiamo visto anche dal Presidente Mattarella al Quirinale...

“È stata un’emozione unica e ho conosciuto di persona anche Valentino Rossi, Pecco Bagnaia e altri grandi piloti, sono stati molto simpatici”.

A proposito di Quirinale, c’era anche il tuo riferimento Antonio Cairoli.

“Sì, lui è il mio riferimento da sempre. Ho avuto la fortuna, dall’anno scorso, di allenarmi spesso con lui, e ogni volta cerco di ‘rubare’ con gli occhi tutto quello che posso. Perché è incredibile la facilità con cui guida, è leggero sulla moto, non sembra nemmeno faticare: cerco di copiarlo il più possibile”.

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