MXGP: Mattia Guadagnini, in Husqvarna per il riscatto

MXGP: Mattia Guadagnini, in Husqvarna per il riscatto

La nostra esclusiva: "Ho superato un 2023 rovinato dagli infortuni. Mi attende una nuova squadra ma non è un semplice cambio di colori"

08.01.2024 ( Aggiornata il 08.01.2024 09:28 )

Mattia Guadagnini, un 2023 rovinato sul più bello


Il tuo potenziale è innegabile, forse però hai pagato aspettative esagerate?

“Nel 2022 ho sfiorato un po’ di podi ma non ho fatto più di tanto. In MX2 ero un po’ penalizzato fisicamente, nelle partenze, ma non soltanto. Così a metà stagione si è deciso con il team di salire in MXGP. A quel punto è stato giusto sfruttare parte del 2022 per pensare al 2023, e maturare un po’ di esperienza prima di una stagione intera di MXGP”.

Il 2023 era partito bene: tra i migliori agli Internazionali, nel Mondiale sei stato secondo in qualifica in Argentina.

“Tutto il lavoro del 2022 stava dando i suoi frutti e ho avuto una buona velocità fin dall’inizio. Sono andato bene in Argentina, forse ho sofferto un po’ il terreno in Svizzera, poi ad Arco sono stato quinto assoluto. Nei primi GP non sono però riuscito a dare il meglio in tutti i turni, mettendo ‘insieme’ qualifica e gare, poi ho cominciato a fare bene e ho preso continuità, già dal GP Portogallo. E infatti nell’appuntamento successivo, in Spagna, è arrivato il podio, con buone partenze e gran ritmo. È stata la conferma che, mettendo bene insieme tutto, velocità e partenze, ero a posto”.

È stato l’unico podio italiano in top class degli ultimi 12 anni non firmato da Antonio Cairoli.

“Poi però è arrivato il GP Francia. La pista non prometteva bene fin dal sabato, eravamo in molti a essere preoccupati perché tra fango e tratti più asciutti il grip cambiava di continuo. In quel weekend ci sono stati molti infortuni, più o meno gravi. Ho cercato di evitare errori, ho fatto nono in qualifica e sesto in Gara 1. In Gara 2 ero settimo e mancavano soltanto cinque giri alla bandiera a scacchi, quando sono incappato in una brutta caduta: sulla rampa di un salto sono passato con le ruote da un punto più morbido, con buon grip, a un tratto molto duro e scivoloso, dove la moto ha improvvisamente perso aderenza e si è scomposta proprio sul salto. La caduta è stata brutta e sono atterrato di peso sul braccio sinistro. Fortunatamente l’intervento chirurgico in Francia è stato eseguito molto bene”.

Eri ottavo in campionato.

“A quel punto la stagione era compromessa, e sono rientrato nel terzultimo GP, in Turchia. Nella prima manche sono stato a lungo terzo, poi nel finale sono calato, comunque è stato un buon rientro. A Maggiora abbiamo trovato una pista con molto fango: settimo in qualifica, poi ho vissuto due manche in rimonta, sono stato 12° di GP. Nell’ultima tappa, in Inghilterra, un guaio muscolare al polpaccio è peggiorato al sabato: mi ha costretto a saltare l’ultimo GP e mi ha tagliato fuori anche dal Cross delle Nazioni. Avrei voluto esserci dopo il trofeo vinto a Mantova due anni prima e la bella prestazione negli USA del 2022”.

Hai corso accanto a Jorge Prado nell’anno del suo titolo.

“Ho vissuto da vicino il suo Mondiale: ho un buon rapporto con Jorge, sia sul lavoro che fuori. Per me è stato un buon riferimento, un pilota da cui imparare molto nella tecnica, è uno dei migliori al Mondo”.

Quali sono i suoi punti forti?

“È un pilota velocissimo che sa anche ragionare, è molto intelligente. Parte sempre forte, e scattare davanti ti tiene fuori dai guai. L’intelligenza, poi, è quella che in certe occasioni ti suggerisce di accontentarti e non rischiare, pensando all’obiettivo finale, al titolo mondiale e non alla vittoria di manche o di GP”.

La novità della qualifica a punti lo ha aiutato?

“Con la sua superiorità nelle partenze, in una manche più corta come quella di qualifica è il favorito, ma avrebbe vinto comunque il titolo”.

Ora Prado correrà le prime tre prove del Supercross USA.

“La notizia mi ha sorpreso. Di sicuro è una scelta non facile, perché vai a confrontarti in un mondo diverso, una specialità che non è uguale al ‘nostro’ Motocross ma è molto particolare, in un ambiente non facile. Una scelta che merita rispetto: da campione del Mondo, andare lì, mettendosi in gioco… Jorge ha avuto coraggio, certamente da qui lo seguiremo e tiferemo per lui”.

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