MXGP: le pagelle di fine stagione

MXGP: le pagelle di fine stagione

Gajser il migliore, Renaux promosso a pieni voti, positivo anche Febvre. Italiani sopra la sufficienza

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27.09.2022 ( Aggiornata il 27.09.2022 14:32 )

Il Mondiale Motocross nel 2022 è tornato alla normalità, con il programma di due giorni, prove libere, cronometrate e manche di qualifica del sabato; warm up e le due manche della domenica. Diciotto Gran Premi, con trasferte oltreoceano in Argentina e Indonesia e finale in Turchia. Dopo questi impegni, è arrivato il momento delle pagelle di fine anno della MXGP, tra promossi, bocciati e rimandati, ovviamente con un po’ di ironia e il massimo rispetto per chi fa uno sport faticoso e rischioso, dove cadute, incidenti e infortuni sono sempre in agguato…

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Tim Gajser 10


Nel 2015, il primo titolo iridato in MX2 e il bis nel 2016, al suo primo anno di MXGP. Doppietta nel 2019 e nel 2020, il terzo posto l’anno scorso e quest’anno il ritorno sul gradino più alto del podio. Cinque titoli, come l’avversario Jeffrey Herlings (che però ha due titoli in MXGP contro i quattro di Gajser in top class), e i leggendari De Coster, Jobé, Geboers e Smets. Tim è tra i grandi con pieno merito e in questa stagione ha di fatto dominato: dieci GP vinti contro i tre di Jeremy Seewer; 14 manche vinte contro le sei di Renaux e la tabella rossa è stata sulla sua moto per tutti i diciotto GP stagionali. È facile dire che mancavano Herlings, Febvre e Cairoli… la realtà è che Tim è cresciuto ed è sempre più completo: ha imparato che la stagione iridata è molto lunga e ci sono momenti in cui bisogna accontentarsi del piazzamento e ragionare in ottica campionato.

Così, dopo le vittorie di fila in Germania e Indonesia, a tre quarti di stagione, con un vantaggio di oltre 120 lunghezze su Jorge Prado, ha lasciato agli altri la battaglia per l’effimera vittoria di GP e ha pensato soltanto a evitare errori e raggiungere la matematica certezza del titolo, arrivata in Finlandia, terzultimo GP stagionale. Negli ultimi GP è tornato cannibale, mostrando di cosa sia capace, con un cambio di passo irresistibile nel finale della seconda manche a Saint Jean d’Angely (dove aveva vinto una sola volta) e nella rimonta di Gara 1 in Turchia. A essere pignoli, a volte ha sofferto sulla sabbia: dodicesimo in gara due a Riola Sardo, soltanto settimo in Belgio e sesto in Finlandia.

Jeremy Seewer 8


Secondo in campionato. Verrebbe da dire: come al solito. Nulla contro Jeremy, che tra l’altro è una delle persone più squisite nel paddock, ma ci siamo convinti che alle sue indubbie qualità tecniche manchi qualcosa di importante, questo purtroppo non gli ha mai permesso di emergere prepotentemente. Secondo nel mondiale Junior 125 (2011); secondo nell’europeo EMX250 (2013), due volte secondo nel mondiale MX2 (2016 e 2017), tre volte secondo nel mondiale MXGP (2019, 2020 e 2022), non può non meritarsi la nomina di eterno secondo.

Tre GP vinti quest’anno (ne aveva vinti due nei tre anni precedenti di MXGP), probabilmente gli manca la cattiveria, quella che può fare la differenza e che non è riuscito a dargli neanche Jacky Vimond, che per la prima volta quest’anno gli ha fatto da trainer. Non si può però negare a Jeremy una grande regolarità di risultati (nove podi stagionali) e il merito di avere guidato la truppa Yamaha al titolo costruttori.

Jorge Prado 8


Il niño prodigio del Motocross iridato, primo titolo mondiale (di due, entrambi in MX2) a soli diciotto anni, nel suo terzo anno nella massima categoria, è salito per la prima volta sul podio di fine campionato: terzo. Nella prima parte della stagione, fino al GP Trentino, sembrava il rivale diretto di Gajser, poi un leggero infortunio (lussazione a una spalla) e a tre quarti di stagione una non ben definita malattia lo hanno rallentato ma nel finale è riuscito, con il podio in Francia e un sesto posto in Turchia, ad assicurarsi il terzo posto finale in campionato, grazie anche all’ultimo GP rovinoso di Coldenhoff e di Renaux.

Sempre imbattibile nelle partenze (16 holeshot), Prado è stato il pilota ad aver raccolto più podi stagionali (10) dopo Gajser (tredici).

Maxime Renaux 9


 Da non confondere con la berlina francese prodotta negli anni ’90! Campione del mondo Junior 125 nel 2015, poi cresciuto con il team italiano Yamaha SM Action fino al titolo mondiale MX2 dell’anno scorso, Maxime, al primo anno di MXGP, si è dimostrato molto competitivo, vincendo la manche di qualifica nel primo GP stagionale, Matterley Basin, e salendo sul podio (secondo) nel GP seguente, a Mantova. Alla fine sono stati sette i podi stagionali, con una vittoria di GP (Spagna, a 22 anni fatti da pochi giorni) e sei manche vinte.

Prima dell’infortunio in Germania Maxime era secondo alle spalle di Gajser. Poi, con i due GP saltati era comunque in lotta per il podio finale del campionato nell’ultimo GP in Turchia ma dopo aver vinto la qualifica al sabato e la prima manche, in Gara 2 dopo aver segnato l’holeshot è incappato in una caduta che ha danneggiato anche la moto e ha concluso ottavo di manche e quarto in campionato. Comunque è lui il Rookie of the Year.

Romain Febvre 8


Soltanto otto GP per l’ex iridato francese, al primo anno in Kawasaki e reduce dal brutto infortunio del Supercross di Parigi. Ha stupito subito, al rientro nel GP Germania, quinto assoluto. Ha sfiorato il podio a Lommel (quarto) e ha chiuso la stagione tornando sul podio (terzo) con la vittoria di Gara 2 in Turchia.

Glenn Coldenhoff 7,5


Un po’ a sorpresa, il terzo uomo dello squadrone Yamaha MXGP, a 31 anni, è riuscito a raccogliere il miglior risultato finale in MXGP: un quinto posto che senza la debacle nell’ultimo GP (Turchia) poteva addirittura essere il terzo gradino del podio iridato. L’olandese, specialista del Nazioni (dominatore nell’individuale nel 2018 e 2019, protagonista delle due vittorie olandesi), ha dato ragione al patron Louis Vosters, che ha voluto fortemente tenere in squadra il suo connazionale, che lo ha ripagato con una buona stagione ed è stato protagonista dello storico podio tutto Yamaha a Hyvinkaa (Finlandia): primo Coldenhoff, secondo Seewer, terzo Renaux. Per Glenn, anche altri cinque podi nella stagione.

Brian Bogers 7


Ecco il secondo olandese nella Top 10 iridata: è il taciturno Brian Bogers che dopo qualche buon piazzamento l’anno scorso (12° nella classifica finale MXGP), in questa stagione è riuscito a salire tre volte sul podio, raccogliendo anche una storica vittoria (la prima in carriera) sul suo terreno preferito, la sabbia, nientemeno che a Lommel, con un primo posto in Gara 1 e il terzo posto in Gara 2. Sesto in campionato.

Calvini Vlaanderen 7


Ed ecco il terzo olandese, settimo in campionato, proprio alle spalle del connazionale Bogers. E proprio come Bogers, Vlaanderen si è tolto la soddisfazione della prima vittoria in campionato, e anche lui ha scelto, ovviamente, un terreno sabbioso, quello di Riola Sardo, dove ha dominato il fine settimana: miglior tempo nelle cronometrate, vittoria nella manche di qualifica e vittoria in entrambe le manche iridate.

Ruben Fernandez 7


Prima stagione nella massima categoria per il robusto spagnolo, che l’anno scorso, in MX2, aveva ottenuto cinque podi; poi, negli ultimi due GP, era stato schierato in MXGP per dare man forte a Tim Gajser. Ruben si è confermato molto veloce anche con la 450, anche se a volte è stato troppo aggressivo nella guida, però è già stato capace di raccogliere due podi, in Lettonia (terzo) e in Indonesia (terzo) e di guadagnarsi il posto al fianco di Gajser nel team ufficiale HRC 2023.

Alberto Forato 7


Il veneto, undicesimo nella classifica finale MXGP, è stato il primo degli italiani nella categoria e, ancora nel Team SM Action GASGGAS, al suo secondo anno con la 450, ha fatto sicuramente passi avanti. Settimo nel primo GP (Matterley Basin), su alcune piste ha impressionato per velocità: ad Arco, miglior tempo nelle cronometrate (in Gara 2 è caduto mentre insidiava Prado per il quarto posto), quarto in Gara 1 in Lettonia, settimo in Gara 1 in Spagna, nel GP successivo, Francia, si è infortunato al via di Gara 1 ed è stato fuori tre GP.

Nel finale della stagione si è ripreso, ottenendo buoni piazzamenti e in Turchia è giunto quinto, in rimonta in Gara 1 e settimo in gara due. Ha messo in mostra buone doti e, considerando che raramente è partito nel gruppo buono, sarebbe bello vederlo su una moto ufficiale.

Mattia Guadagnini 6


Quarto nel mondiale MX2 l’anno scorso, era la nostra punta di diamante per la 250 di quest’anno ma forse, per eccessive aspettative, dopo i primi sette GP non aveva ottenuto neanche un podio (quarto posto in Argentina) ed era settimo in campionato, così anche in previsione del 2023 è stato spostato in MXGP. Non male l’esordio con la 450 (ottavo in Sardegna e sesto in Spagna), poi Mattia è stato protagonista di una brutta caduta in Francia. In seguito ha ottenuto qualche buon piazzamento (sesto in Gara 1 in Germania) e nient’altro. Troppo poco onestamente per una stagione da ricordare, finché proprio all’ultimo GP in Turchia ha effettuato buone partenze, chiudendo quinto il GP, a sei punti dal podio. E ci fa sperare per il Nazioni…

Ben Watson 5


Maggiora, seconda manche: Ben Watson parte in testa e fa un giro davanti a tutti, e finisce quarto di manche. Unica perla in una stagione da dimenticare. Troppo poco per un pilota che l’anno scorso era ufficiale Yamaha e che quest’anno era ancora ufficiale, con la verde Kawasaki, che nelle mani di Febvre è subito tornata a brillare. Forse la sua ultima stagione in MX2 (2020), con due vittorie di GP, aveva illuso un po’ tutti.

Alvin Ostlund 5


Undicesimo al mondiale MX2 del 2020, ha vissuto il secondo anno di MXGP. Infortunato a metà 2021, sembrava pronto per il 2022 ma i risultati non sono mai arrivati, pur essendo in un team di esperienza.

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