Esclusivo, Botturi: ‘L’Africa Eco Race è una grande avventura’

Esclusivo, Botturi: ‘L’Africa Eco Race è una grande avventura’

“La Dakar mi ha tentato, ma poi ho preferito rifare l’Africa: la gara sta crescendo e lo spirito mi piace molto”, ci ha dice il campione bresciano

 

30.12.2019 16:33

Alessandro Botturi è pronto per difendere il titolo all’Africa Eco Race: il campione bresciano lo scorso anno ha tagliato per primo il traguardo alla fine dell’estenuante competizione e il 4 gennaio inizierà la sua nuova sfida in Africa con l’obiettivo dichiarato di confermarsi il più veloce di tutti. Botturi sarà al via con la nuova Yamaha ufficiale e si è allenato molto. Fino a pochi giorni prima di Natale è stato in Tunisia, a correre sulla sabbia e sulle dune.

“Ora sono alle prese con gli ultimi dettagli dell’allenamento”, ci dice Alessandro Botturi, che raggiungiamo telefonicamente appena terminata una sessione di palestra. “E poi c’è la preparazione dell’attrezzatura e dell’abbigliamento che non va sottovalutata per una gara di due settimane, perché in Marocco farà molto freddo e in Mauritania farà molto caldo. Anche sull’abbigliamento serve essere ben attenti a prepararli, altrimenti ti trovi non pronto per le prove speciali”, precisa il ‘Bottu’.

Quest’anno c’è un incremento di partecipanti, la gara si prospetta ancora più competitiva. Che ne pensi?

"Sì, quest’anno c’è un bell’aumento di partecipanti, anche più agguerriti. Il nostro obiettivo è difendere quello che ho fatto l’anno scorso”.

Cosa cambia nel percorso?

“Cambierà la prima tappa in Marocco e poi si farà una tappa in più in Mauritania, mi hanno detto che sarà molto sabbiosa”.

Quale sarà la parte più difficile?

“La Mauritania, perché è molto sabbiosa, con tante dune. Sarà lì dove bisognerà stare attenti e gestire la moto, perché faremo tutti i giorni 400/500 km di speciali e la gestione della moto è fondamentale. Sono gare particolari, dove sei solo per centinaia di chilometri. Tutto deve andare al 120%”.

Chi saranno i rivali più agguerriti?

"Il più temibile sarà sicuramente ancora Ullevalseter, ha vinto due volte l’Africa Race, è arrivato secondo alla Dakar, ha vinto la Coppa del Mondo Rally Raid.. e in questa gara serve tanto l’esperienza perché la navigazione è molto complicata”.

La Dakar è concomitante. Ti è venuta la tentazione di farla?

“Sinceramente sì, ma poi ho deciso di rifare l’Africa Race: la gara sta crescendo, penso che nel giro di due anni farà una bella concorrenza alla Dakar. Lo spirito di questa gara mi piace molto. Ho fatto 7 Dakar in Sudamerica, ma qui lo scorso anno ha riscoperto altre sensazioni: c’è uno spirito molto più umano, anche gli organizzatori ci tengono che i piloti arrivino al traguardo”.

E l’accoglienza in Africa com’è?

“Sono tutti molto disponibili e contenti. Sono un po’ dispiaciuti che non passi più la Parigi-Dakar e quando passiamo ci fanno festa”.

Che rapporto hai con gli avversari?

“Come ti dicevo, all’Africa Eco Race c’è ancora la spirito della Parigi Dakar, la sera si mangia tutti insieme, a differenza della Dakar, dove tutti hanno dietro il motorhome e anche il cuoco. Qua è ancora una grande famiglia, a colazione e la sera ci si trova tutti insieme, e quando finisci le tappe magari aiuti gli altri piloti, perché alle volte l’assistenza non è ancora arrivata. E’ questo lo spirito vero della gara. Poi io sono uno che ride e scherza un po’ con tutti, e vedo che i piloti amatori italiani vengono volentieri a fare due chiacchiere da me”.

Vuoi aggiungere qualcosa a questa nostra intervista?

“Voglio ringraziare i numerosi tifosi e sostenitori che in questi giorni in particolare mi hanno scritto per gli auguri e mi fa sempre molto piacere. Prima di essere una gara, l’Africa Eco Race è una grande avventura e sentire il calore della gente a noi piloti fa molto piacere”.

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