Esclusivo, Nicola Dutto accusa: “Alla Dakar le regole fatte ad hoc”

Esclusivo, Nicola Dutto accusa: “Alla Dakar le regole fatte ad hoc”

“Non è solo una sfida contro gli avversari e contro il deserto, ma c’è anche la politica di mezzo, loro decidono chi far andare aventi e chi no. Ora la grande avventura dell’Africa Eco Race”, Annuncia Dutto

31.12.2019 15:24

Lo aveva detto, lo scorso anno, che non sarebbe più tornato alla Dakar. E Nicola Dutto ha mantenuto la promessa. Adesso il pilota paraplegico portacolori di KTM è pronto per affrontare l’Africa Eco Race, il rally raid organizzato dal francese Hubert Auriol, veterano della Dakar, che si prepara a vivere la sua dodicesima edizione. La partenza è prevista la sera di sabato 4 gennaio da Montecarlo e si concluderà sulle rive del Lago Rosa il 19 gennaio, dopo oltre 6mila chilometri. Nicola correrà con la KTM 500 XCF modificata con un kit elaborato da lui stesso.

Lo scorso anno Nicola Dutto ha partecipato alla Dakar, ed è stato il primo pilota paraplegico a falro, ma è stato escluso dopo quattro tappe per un problema regolamentare. Il cuneese aveva usufruito di un ‘jolly’: aveva preso ‘un cancello”, uscendo dalla gara con una penalizzazione, per arrivare prima al bivacco e poter riparare le moto dei suoi ghostriders (piloti che lo accompagnano in gara, ndr). Ma, pur seguendo le indicazioni della direzione gara, all’arrivo al bivacco Dutto era stato espulso dalla gara (leggi qui). https://www.motosprint.it/news/off-road/rally-raid/2019/01/11-1888619/nicola_dutto_escluso_dalla_dakar_2019/

Ma ‘Nico’ non è il tipo che si ferma davanti alle difficoltà. Ne ha dato prova quando è tornato in moto poco dopo il suo incidente che lo ha privato dell’uso delle gambe. E ne dà prova continua.

“La delusione era tanta”, racconta Nicola. “Soprattutto per gli anni passati a preparare quella gara, per poi vedersi estromettere in quel modo: è stato difficile da digerire. La Dakar non è solo una sfida contro gli avversari e contro il deserto, ma c’è anche la politica di mezzo, le regole fatte ad hoc a secondo di quello che piace o meno agli organizzatori. Loro si trincerano dicendo ‘c’est la Dakar’ (‘è la Dakar’, ndr)  ma è più che altro è una loro decisione farti andare avanti o no”.

Avevi più pensato di tornare alla Dakar?

“No, men che meno quest’anno perché si sono trasferiti in Arabia Saudita. Sono andati via dall’Africa, per i problemi con il terrorismo e poi vanno a correre in un Paese radicalizzato, dove le donne hanno zero diritti e dove sei blindato in tutti gli spostamenti. Assolutamente no, non mi interessa”.

Ora la nuova scommessa di Nicola Dutto è portare a termine l’Africa Eco Race, un estenuante rally raid organizzato dal veterano francese Hubert Auriol che dal 2009 si svolge su quelle che furono le rotte della Parigi-Dakar, e che si concluderà sulle rive del Lago Rosa, in Senegal, il 19 gennaio, dopo 12 tappe dure e spettacolari.

Come ti sei preparato per questa nuova sfida?

“Come sempre, andando in palestra, facendo hand-bike e moto”.

Sei andato anche nel deserto?

“No, quest’anno no, so già a cosa andiamo incontro, mi sono concentrato più sulla preparazione fisica che sulla tecnica di guida. La moto sulla sabbia la so guidare, e non vado certamente a cercare un risultato fra le prime posizioni. Quello che conta è stare lontano dai pericoli e non stancarsi, quindi avere tanta resistenza”.

Quale obiettivo ti sei posto?

“Innanzitutto divertirmi, poi vedremo cosa verrà fuori”.

Hai già corso in Africa?

“Sì, per preparami alla Dakar, prevalentemente in Marocco”.

Quali saranno le tappe più difficili di questa Africa Eco Race?

“Tutti mi dicono quelle in Mauritania: io non ci sono mai stato, ma ho saputo che c’è la sabbia molto sottile con dune piccole, che per me sono più problematiche. Può sembrare strano, ma sulle dune grandi ti prepari, su quelle piccole in successione sei sempre veramente sotto pressione. Quelle potrebbero essere le tappe più difficili”.

Sabato 28 Nicola Dutto ha presentato a Cuneo la sua partecipazione all’Africa Eco Race. Alla ‘prepartenza’ Dutto ha presentato i suoi “ghost rider” Stefano Baldussi e Julian Villarrubia. A seguire una ‘finta’ partenza da via Roma, con un vero e proprio bagno di folla.

Com’è stata la partenza dal centro di Cuneo?

“E’ stata una bella emozione partire dall’isola pedonale. E’ la prima volta in quasi cinquant’anni di età e trenta di moto che mi accade una cosa del genere. Sono contento che anche la città di Cuneo si sia accorta di me”.

Alla presentazione, davanti alla stampa anche generalista, Dutto ha raccontato la sua storia.

“Sono stato fortunato perché fin da ragazzo avevo questa passione per il fuoristrada, poi diventata un lavoro. Poi c'è stata la sfiga di cadere sul fiume Tagliamento, a marzo saranno 10 anni”, ha detto Nicola Dutto.” Sono stato nove mesi in ospedale. La moto mi ha spezzato in due, ma poi mi ha insegnato a tornare a vivere. Sono subito tornato in fuoristrada, prima sulle quattro ruote e poi sulle due. Ho comprato lo stesso modello di moto che avevo prima, adattandolo alle mie esigenze. L'idea iniziale era quella di divertirsi con gli amici nei boschi. Poi però mi è tornata la voglia di correre. È un po' come mangiare un dolce dopo un lungo periodo di dieta. Ho corso tutte le gare che avevo fatto prima dell'incidente e poi ho partecipato alla Dakar. E ora la grande avventura dell'Africa Eco Race”.

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