Rally Raid: Iader Giraldi, da “zero” alla Dakar... in tre anni

Rally Raid: Iader Giraldi, da “zero” alla Dakar... in tre anni© Marco Petrino

Il pilota romagnolo ci ha raccontato in esclusiva la sua particolare storia: “Avevo smesso di gareggiare e di andare in moto, ma poi...”

05.04.2023 ( Aggiornata il 05.04.2023 14:12 )

Una delle peculiarità del mondo dei Rally Raid (e della Dakar in particolar modo), è la presenza di piloti al via la cui storia vale sempre la pena di essere raccontata. Una di queste è senza ombra di dubbio quella di Iader Giraldi, centauro romagnolo che lo scorso gennaio ha disputato la sua prima Dakar riuscendo anche a portarla a termine, pur essendo partito da “zero” appena qualche anno prima.

Da buon romagnolo, ovviamente ho cominciato ad andare in moto da giovanissimo e ho disputato anche qualche gara minore a livello locale, innamorandomi dell'off-road grazie alle gesta che vedevo in televisione da parte di miti come Franco Picco o Edi Orioli”, ci ha detto Iader raccontandoci la sua storia. “Poi, però, intorno ai ventidue anni, con il lavoro e ormai pochissimo tempo libero a disposizione, ho smesso e la mia carriera in moto è andata in standby”.

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Il ritorno in moto e la voglia di mettersi in gioco


Avanti velocemente, superati i quarant'anni quella passione per le due ruote, che non è mai svanita, è tornata a bussare alla porta di Giraldi: “A quarantaquattro anni ho comprato una nuova moto, ho ricominciato a guidare e a disputare qualche gara di enduro, ma mi sono fatto male e pensavo di dover nuovamente abbandonare la mia avventura come pilota”.

Quando è arrivata la pandemia, però, in un momento di noia ho deciso di costruire un progetto per distrarmi dalla situazione che stavamo vivendo, arrivando così a conoscere Tiziano Internò e il suo Rally POV”, prosegue il cinquantunenne romagnolo. “Grazie a lui mi sono ri-appassionato ai Rally Raid e ho capito che il mio sogno di correre la Dakar non sarebbe stato un'utopia. Infatti, dopo qualche gara di avvicinamento per qualificarmi, come l'Abu Dhabi Desert Challenge, all'inizio di quest'anno ho preso parte per la prima volta alla Dakar in Arabia Saudita”.

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La gioia dell'arrivo alla Dakar e i progetti futuri


Uno dei momenti più belli della prima Dakar di Iader è stato, ovviamente, l'arrivo al traguardo dopo due lunghe settimane di gara: “Il momento in cui ti rendi conto di aver concluso una corsa così dura è incredibile, perchè è come una liberazione. Sai di aver vissuto giornate durissime, ma in realtà provi anche un po' di dispiacere, perchè ripensi a tutti i momenti passati. Specialmente a me che l'ho corsa per la prima volta, questa gara ha lasciato ricordi che resteranno per sempre impressi nella mia memoria”.

E' bellissimo vivere in prima persona lo spirito dakariano: se sei in difficoltà gli avversari ti danno una mano, e tu viceversa aiuti loro quando ne hanno bisogni”, ammette Iader, che pensa già al 2024. “Adesso l'obiettivo è quello di tornare in Arabia Saudita anche per la prossima edizione. Nel frattempo corro nell'Italiano Motorally e lavoro. Se il budget lo permetterà, mi vedrete sicuramente al via anche il prossimo anno”.

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