Manubri larghi: Una finestra sul futuro dello Speedway

Manubri larghi: Una finestra sul futuro dello Speedway

Il mondiale Speedway passa nelle mani di Discovery: il cambio di scenario è epocale

08.01.2020 19:15

Il circuito iridato dello Speedway avrà un nuovo Promoter, un nome che fa sognare in grande. La Commissione FIM ha infatti scelto il colosso americano Discovery (ruolo che ricopre già per il mondiale Endurance), che si è accaparrato i diritti media per il decennio 2022-2031. Si tratta di una svolta epocale, che interromperà dopo ventuno anni l’interregno del sodalizio inglese BSI, che dal 2007 è controllato del gruppo IMG. BSI ha curato l’organizzazione del circuito iridato dal 2000 e concluderà il proprio mandato a fine 2021. 

La notizia, divulgata alla vigilia del gala dei FIM Awards di Montecarlo a inizio dicembre, ha provocato inevitabili reazioni nell’ambiente del controsterzo, a nostro avviso sono esagerate quelle che abbiamo letto in alcuni portali sportivi della Polonia. Dove senza mezzi termini qualcuno ha “esultato” per la dipartita di BSI. Una sorta di fischio finale liberatorio, per una vittoria nei confronti dell’organizzazione inglese, da sempre fortemente criticata per non essere riuscita a promuovere il controsterzo al di fuori dei confini europei. E, accusa ulteriore, BSI non si è rivelata al passo con i tempi nella comunicazione digitale. 

Il comunicato stampa diramato dalla FIM aiuta a comprendere i motivi che hanno portato all’avvicendamento di BSI per lasciare posto a Discovery. "La FIM ha scelto Discovery/Eurosport Events considerando la loro proposta la più interessante e innovativa sia da un punto di vista sportivo, che di sviluppo e di copertura televisiva". 

Una proposta convincente sotto diversi aspetti, non ultimo quello economico, anche se non sono state rese note le cifre ufficiali. Armando Castagna, presidente della Commissione Track Racing, ci ha confidato che ci sarà un forte impegno economico e organizzativo verso le categorie giovanili e le cilindrate inferiori, nonché una crescita esponenziale della visibilità mediatica. La stessa FIM ha poi ringraziato BSI "Per la dedizione dimostrata e il duro lavoro svolto, e spera di poter collaborare ancora nel futuro". Una dichiarazione che, pur addolcita, suona come una forte bocciatura nei confronti del sodalizio britannico, che a poche ore dall’annuncio ufficiale ha difeso a spada tratta il proprio operato. Sviscerando con orgoglio tre importanti novità introdotte in questi anni: i tempi di qualifica, la disputa di tappe mondiali in Australia e Nuova Zelanda e l’introduzione dello Speedway delle Nazioni. 

Parallelamente all’avvicendamento annunciato, resta un interrogativo: sarà ancora Speed Sport, società capitanata da Ole Olsen, a gestire la costruzione dei tracciati temporanei (vedi Varsavia e Cardiff) e a garantire l’efficienza delle piste tradizionali nel Mondiale? Di sicuro sappiamo che sono già in corso le prime trattative tra il neo-Promoter e Olsen, ma dalla Polonia voci insistenti dicono che sarà One Sport (che cura già l’Europeo e il Mondiale Under 21) a subentrare alla compagine danese. 

Cosa è lecito attendersi dal nuovo Promoter? La risposta è automatica: ciò che BSI non è riuscita a realizzare in questi anni. E cioè dare una dimensione mondiale ai Grand Prix, portando le gare in continenti quali Asia e America, ritornare in Oceania e consentire a tutti di poter vedere una gara mondiale in TV o sui dispositivi multimediali. Sembrerà utopia, ma se oggi vuoi vedere in diretta un Gran Premio di Speedway, si hanno due possibilità: acquistare un biglietto per lo stadio (con congruo anticipo, i sold out anticipati sono sempre più all’ordine del giorno) o abbonarsi a un pacchetto Sport di uno dei canali TV di Inghilterra, Danimarca e Polonia che hanno i diritti di trasmissione delle gare. 

E in streaming? La visione è gratuita dal sito ufficiale speedwaygp.com ma fruibile soltanto in alcuni paesi, tra i quali non figura l’Italia. Non è possibile nemmeno acquistare un evento in pay-per-view. Un fattore troppo limitante per i tempi odierni, che pensiamo abbia contribuito non poco nello spostamento verso il colosso mediatico americano Discovery. Se, come si vocifera, sarà Eurosport la piattaforma TV a trasmettere il Mondiale, potremo finalmente assistere, senza troppi patemi, alla visione delle gare mondiali.

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