Rabino e Trentini, le signore del Trial

Rabino e Trentini, le signore del Trial© Raffaele Galieni/Pep Segales

Andrea Sofia Rabino e Sara Trentini hanno firmato la storica doppietta nella Trial2: dopo il titolo, la giovane piemontese salirà nella classe regina, la vice campionessa alternerà le gare alle lezioni al figlio Sebastian: "Due anni e va già sulla motina!"

14.12.2021 ( Aggiornata il 14.12.2021 19:39 )

Non potrebbero essere più distanti tra loro, eppure il Trial ha unito Andrea Sofia Rabino e Sara Trentini. Sono loro, la quindicenne studentessa torinese della Beta e la trentenne mamma-pilota della Vertigo, ad aver dominato la Trial2 Women, Mondiale nel quale l’Italia ha firmato una storica doppietta. L’astro nascente e la veterana hanno pressoché monopolizzato il Mondiale, con cinque gare vinte su sei e un totale di 10 podi (sempre con piazzamenti tra le prime due, con la Rabino a fare en plein) ma sono state altrettanto brillanti in ambito italiano, con la giovane piemontese davanti alla Trentini nella Femminile A.

Sorella d’arte, Andrea Sofia è già considerata nel mondo degli “ostacoli” la potenziale erede di Laia Sanz. Un’etichetta che non spaventa per niente la coriacea campionessa di Rivoli, anzi: “Io come la Sanz o Emma Bristow in futuro? Si spera!” dice sorridendo ma con la consapevolezza nella voce di chi ha già imboccato quel cammino. La Rabino si è già tolta il lusso di precedere “Lady Trial”, Sara Trentini, cinque volte campionessa italiana, ma anche terza nell’Europeo nel 2013 e 2016. Ma Sara, compagna del campione di Enduro Alex Salvini, è diventata anche mamma del piccolo Sebastian che con lei ha subito condiviso la passione per le due ruote.

“Magari tra cinque anni Sebastian mi dirà che vuole giocare a golf – spiega Sara – ma per adesso va già in moto! Non ha neppure due anni e fa già i saltini, si vede che ce l’ha nel sangue. Sta tutto il giorno in pista con me e Alex, accompagnato dai miei genitori. È una cosa incredibile”.

Due ragazze molto differenti tra di loro per l’età e la vita che conducono, quindi, ma che in questo 2021 sono riuscite a portare in alto il tricolore: “Vincere – commenta la Rabino – era l’obiettivo che mi ero prefissata sia per quanto riguarda il mondiale Trial2 che per l’Italiano. È stato un anno ricco di soddisfazioni”. Ma il pensiero va già al 2022: “Il prossimo anno correrò nella categoria più alta, la TrialGP Women, che quest’anno ha visto il successo di Laia Sanz all’ultimo su Emma Bristow. Approdare a quel livello era il mio sogno”. Discorso agli antipodi per Sara, tornata a gareggiare dopo due anni di assenza legati alla maternità: “Ho deciso di partecipare al Mondiale soltanto due settimane prima dell’inizio, dato che la prima gara era in Italia” spiega, quasi sminuendo il fatto che in quel primo weekend a Tolmezzo si sia aggiudicata Gara 1. “Non avevo aspettative, sono partita con l’idea di correre per divertirmi pensando ‘quello che viene, viene’. Alla fine della stagione ho portato a casa la medaglia d’argento”.

L'amore comune per il Trial


Ad accomunarle ci sono alcuni aspetti: per esempio la passione, unica e inimitabile, nei confronti di una disciplina tosta e dura a livello fisico come il Trial che, come dice la Trentini “Mette di fronte a ostacoli che devi riuscire a superare… Un po’ come nella vita”. In più, l’amore per le ruote tassellate è nato e cresciuto attraverso la famiglia: “Mio padre faceva Trial – aggiunge la Rabino – ed è da lui che ho preso la passione”.

Tale passione ha coinvolto prima il fratello maggiore di Andrea Sofia, Carloalberto, quest’anno impegnato nel mondiale Trial2 e tra i big del campionato italiano TR1. La stessa Sara ha ricevuto la prima moto all’età di quattro anni: “L’ho trovata sotto l’Albero di Natale. È mio padre che ha la passione per le moto e me l’ha trasmessa fin da quando ero piccola”. A legarle, poi, è la loro beniamina Laia Sanz, tornata quest’anno a vincere nella categoria più importante del Mondiale femminile Trial dopo otto anni di assenza: “È la leggenda del motociclismo femminile – commenta la Trentini senza giri di parole – qualsiasi mezzo guidi, lascia il segno. Lei è lei, la moto è Laia. È sempre stata il mio idolo, ho ancora il suo poster attaccato in camera. Anche come persona, non soltanto a livello sportivo, è ‘alla buona’, è la prima che viene a salutarti e a chiederti come va, è proprio una brava ragazza”.

Più laconica, ma ugualmente convincente la risposta della Rabino alla domanda sull’atleta alla quale si ispira: “Ovviamente a Laia Sanz, ha una testa incredibile, m’ispiro soltanto a lei”.

Il Trial delle Nazioni


Le azzurre hanno preso parte anche al Trial delle Nazioni, la gara a squadre che le ha viste ottenere, assieme a Martina Gallieni, il quarto posto nella classifica generale, miglior risultato di sempre della Maglia Azzurra in questa categoria. “Ci siamo divertite molto – dice Andrea Sofia – ero al debutto, devo dire che è stata un’ottima esperienza. Con le mie compagne di squadra, poi, mi sono trovata molto bene”

A parlare di questo evento è anche la capitana del trio: “È stata la dodicesima partecipazione – aggiunge Sara – indossare l’azzurro è sempre un grandissimo onore. Con Andrea Sofia e Martina siamo state molto affiatate, non eravamo avversarie come avviene di solito, ma come se fossimo una pilota sola che gareggia. E poi intendiamoci, Andrea Sofia Rabino è senza dubbio il futuro di questa disciplina, ha una grandissima passione, è molto determinata e fredda in gara, ovviamente le manca ancora esperienza, perché è molto giovane. Ma è ben preparata fisicamente e tecnicamente, e quindi se non si perde strada facendo è sicuramente il futuro. Ha grande tecnica ed è molto inquadrata, mi piace come ragazza”.

Il titolo mondiale della piemontese ha arricchito il 2021 d’oro per lo sport italiano, anche se la gara che Andrea Sofia ricorda con maggiore piacere è relativa al campionato nazionale: “Ponte di Legno, la gara più bella ma anche più impegnativa a livello tecnico e fisico. È stata l’ultima tappa e, nonostante le difficoltà, sono riuscita a vincere, quindi ha avuto un sapore ancora più gustoso”. Per la Trentini, invece, il momento preferito non poteva che essere legato al rientro d’oro nel Mondiale: “Ho vinto nella prima giornata a Tolmezzo – conclude – è stato bellissimo salire sul gradino più alto del podio con in braccio il mio bimbo”. Futuro e perseveranza: è il volto più bello del Trial.

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