Tecnica di guida, Torcolacci: “Rea e la sua Kawasaki sono un tutt'uno”

Tecnica di guida, Torcolacci: “Rea e la sua Kawasaki sono un tutt'uno”© Alessandro Torcolacci

Alessandro è un pilota - istruttore: "La guida old style di Johnny è proficua per meriti del pilota e anche grazie alla forcella Showa, precisissima e raffinata. Razgatlioglu? Ha un gran fame"

17.04.2020 ( Aggiornata il 17.04.2020 18:23 )

Il nostro articolo “Io guido così”, pubblicato nel numero 14 di Motosprint è stato letto e apprezzato da un addetto ai lavori molto attento e preparato. Pilota veloce e vincente, con tre titoli nazionali conquistati (2 nella classe 600 Open, uno nella Master Cup 1000 Superbike) istruttore sensibile, lettore curioso; Alessandro Torcolacci si è soffermato parecchio sugli stili esibiti dai protagonisti SBK, confrontando quanto abbiamo scritto con le immagini TV.

 
 
 
 
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“Palix” - il suo nome d’arte- tiene parecchio a questo argomento: “Sì, perché oltre a gareggiare in pista, tengo corsi individuali in circuito ed in strada - Alessandro descrive le sue attività - con base al Mugello e, a richiesta, in altri circuiti disponibili dal calendario, tipo Magione, Cremona e Misano. Io uso una Yamaha R1, che è poi la mia moto da corsa. Si possono noleggiare anche due Suzuki”.

A Torcolacci piacciono tutti i modelli ed è impressionato di quanto vadano forte le SBK del mondiale:I team e le Case fanno un gran lavoro - spiega - basti consultare i tempi sul giro. Da un modello di serie già estremamente valido e competitivo, le strutture iscritte al campionato riescono a tirar fuori vere e proprie bombe, capaci di girare in cronologici da MotoGP. Consideriamo che stiamo parlando di moto derivate dalla produzione di serie, quindi, dettate e preparate seguendo un regolamento tecnico restrittivo. Nonostante ciò, le SBK vanno fortissimo, in tutte le piste. Merito pure dei piloti e delle gomme Pirelli”.

Con le pagine aperte sul nostro articolo, Palix si confronta piacevolmente: “Caspita, è vero. Rea guida proprio in stile vecchia maniera. Lui sta seduto piuttosto avanti e carica l’avantreno. La cosa bella di Johnny è, oltre alla velocità, il controllo della moto. É vero che lui riesca a curvare stretto, percorrendo meno pochi metri e piegando meno rispetto ai rivali. Il suo stile glielo consente, la Kawasaki ZX-10RR anche, e poi c’è un dettaglio tecnico da non sottovalutare”.

 Quale?

Come avete scritto. Le Showa ufficiali. Secondo me, parlando di avantreno, le sospensioni Showa lavorano meglio delle Ohlins. Oddio, stiamo parlando di due grandi marchi, entrambi al top del motociclismo. Tuttavia, io penso che le Showa consentano proprio quello che Rea vuole: una precisione di sterzo esagerata, maniacale. Lo si nota in pista e lo si apprende leggendo l’articolo: il nordirlandese e lo staff verde dedicano tempo e turni alla ricerca del perfetto set up della forcella, con risultati incredibili. Sì, Johnny e la sua Ninja sono un tutt’uno, pure quando escono di curva. Sembrano seguire binari, derapano poco e l’elettronica non invade la motricità”.

 Cosa pensi delle Ohlins, invece?

“Valide sospensioni, da campioni. Il punto forte del marchio svedese è rappresentato dalla scorrevolezza. La ‘pulizia’ con cui le Ohlins lavorano è unica. Forse, però, vanno tarate per stili di guida più rotondi, dalle ampie percorrenze di traiettoria. Io penso che qui subentri pure il discorso pneumatici”.

 Interessante, spiegati.

Pirelli ha fatto un gran lavoro. Le gomme italiane rappresentano il meglio per quanto concerne il prodotto stradale e, di conseguenza, perfette per la filosofia SBK. Le Pirelli, secondo me, sono talmente valide da, in parte, fare un ‘secondo lavoro’ di sospensione. In pratica, gli pneumatici godono di carcasse e mescole così ben studiate che, in diversi frangenti, aiutino le Ohlins a copiare asperità, avvallamenti e linee desiderate. Attenzione, però: anche in quel caso, la guida è merito del pilota”.

 In cosa ti ritrovi nelle nostre descrizioni?

“Sapevo che Sykes fosse un pilota stop and go e confermo quanto scritto. Peccato però: lui è davvero Mister Superpole ed i numeri parlano chiaro. Il suo problema è arrivare a fine gara con le gomme in stato decente. Certo, con un assetto del genere, estremamente caricato davanti e alto dietro, ed il suo corpo che carica il posteriore, è chiaro che ci sia un super lavoro della copertura posteriore. Inoltre, le derapate offerte confermano che con il gas Tom non si faccia scrupoli. Lì andrebbe rivista la gestione elettronica, ma penso che in BMW siano talmente bravi da arrivare presto alla soluzione del problema”.

 Dei ducatisti che ne pensi?

È giusta la scelta della foto di Davies, il più aggressivo in staccata di tutta la griglia. Chaz frena duro, proprio sotto la curva. In Australia ha fatto molto bene Redding, nel suo primo weekend SBK. Se pensiamo che Scott sia un rookie, abituato a guidare moto diverse dalla Ducati V4 R, il risultato di tre podi è eccellente. Ma chi mi ha stupito è un altro”.

 Chi? Lowes?

Bè, complimenti ad Alex, non è facile passare da Yamaha e Kawasaki, vincendo al debutto. Bravissimo l’inglese. Ma chi mi ha impressionato è Razgatlioglu. Davvero Toprak somiglia a Stoner nella guida? Ci farò caso, lo spunto è interessante. Ciò che posso dire è come il turco pieghi tantissimo, con corpo, spalla, testa. Si vede che rischia e attacca. Si vede che lui ha fame ed il successo di Phillip Island non è arrivato per caso. Per quanto riguarda Van Der Mark, è curioso leggere che abbia dovuto cambiare stile”.

Nota osservata a bordo pista e confermata da diversi tecnici Yamaha.

Ah, molto interessante. In pratica, l’olandese deve ora caricare di più il retrotreno e sfruttarne la trazione. La R1 M vuole questo, lo considererò (ride). Michael è veloce e sa come portare al limite la Yamaha, essendo il più esperto dei cinque blu in pista. Vedremo se nei prossimi round attaccherà”.

Restano i due portacolori Honda.

La CBR RR-R è totalmente nuova ed il team anche. Ci vorrà tempo per vederli davanti ma... mai dire mai. Confermo che Haslam sia più a posto di Bautista, piazzamenti in gara a parte. Lo dicono gli stile: Leon è disinvolto, Alvaro tribola e si affatica. Bella il dettaglio legato alla luce posteriore sottocodone accesa. Evidentemente, per preservare la gomma, i piloti Honda hanno davvero selezionato la mappa da bagnato”.

 Sei appassionato e si nota.

Tantissimo, mi piace guidare la moto e mi piace parlare di moto. Bella l’introduzione dell’articolo, legata ai cinque sensi. Ho apprezzato particolarmente la voce ‘gusto’. moto e pilota non si assaggiano (ride) ma si gustano. È bello ammirare i piloti in azione e, quando si divertono, ci si accorge. È anche il concetto che divulgo nei miei corsi della Palix Race Lab Mugello: in sella ci si deve divertire, provando il gusto della guida”.

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