MotoAmerica: l'altro pianeta

MotoAmerica: l'altro pianeta

La creatura di Rainey punta a ridestare il vivaio statunitense. Ma per i big, come Elias e il campione in carica Beaubier, gli Usa sono un punto d’arrivo, e non di partenza

23.01.2020 09:37

Polvere e sabbia. Il gentile venticello di Willow Springs porta via i brutti ricordi e le paure di Wayne Rainey, senza però far cadere il piccolo castello sinora costruito, di granello in granello, spente le ceneri del passato. A 59 anni, il ritorno in sella è stato quasi un modo per regolare un conto in sospeso, ma non cancella ciò che Rainey ha costruito in questi anni.

Il MotoAmerica è infatti una creatura del californiano tre volte iridato con la Regina, la 500. Formatosi nell’AMA e poi approdato al Mondiale, l’uomo di Monterey cura ogni dettaglio del campionato a stelle e strisce: organizzazione, paddock, Case costruttrici, piloti partecipanti e circuiti, offrendo copertura televisiva e spettacolo. Al suo sguardo attento, nascosto dietro i consueti Ray-Ban, non sfugge nulla, perché la sua missione, finché potrà lavorarci, consiste nel far dire in futuro agli appassionati: "C’era una volta il MotoAmerica, ed era molto bello".

Resosi conto di quanto fosse in affanno e ormai “fuori moda” il compassato e poco aggiornato campionato AMA Superbike, vera fucina di campioni tra la fine degli anni Settanta e i Novanta, Rainey decise di convocare un pool di professionisti che avessero le seguenti caratteristiche: passione per le moto, relative competenze, capacità di reperire sponsor e giusti contatti. È nata così Krave Group, la società californiana con sede a Costa Mesa, un posto che, già di suo, fa sognare a occhi aperti. 

Il sogno di Wayne e soci è diventato realtà: lui, Chuck Aksland, Terry Karges e Richard Varner hanno immediatamente formato una task force d’assalto, ben assistita da Paul Carruthers, al quale sono affidate le relazioni con i media locali e internazionali. Attirati team e piloti, contattati i direttori degli autodromi, il passo, da foglio di carta a pista, da teoria a concretezza, è stato breve. Dal 2015 gli USA vantano un campionato in continua crescita, e certamente spettacolare. Oltretutto bello, semplice e fruibile, come il sito ufficiale della serie, corredato da foto e pdf con tutti i risultati. Del resto gli americani odiano complicarsi la vita con regolamenti tecnici cervellotici e costosi, infatti dalla piccola Liqui Moly Junior Cup alla EBC Brakes Superbike, le specifiche si avvicinano molto a quelle europee del Mondiale. 

Le categorie presenti sono Stock 1000, Supersport e Twin Cup, in aggiunta alle due già citate. In ogni weekend di gara, il calendario è ricco, vale la pena spendere i (pochi) soldi richiesti per un biglietto d’ingresso e gustarsi le manche del sabato e della domenica.

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