Roccoli: “Da dove nasce tanta passione? Dal grembo di mia mamma”

Roccoli: “Da dove nasce tanta passione? Dal grembo di mia mamma”© GPAgency

Massimo, plurititolato nel CIV Supersport, è un pilota dal triplice ruolo: "Corridore, team manager, istruttore. Tutto fatto con lo stesso entusiasmo degli esordi"

01.05.2020 ( Aggiornata il 01.05.2020 15:37 )

Durante una diretta dalla pagina Facebook del Campionato Italiano Velocità, Massimo Roccoli, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha potuto raccontare di sé.

Allenamenti, gare, trionfi, ricordi. Progetti attuali e futuri. Il pilota dalla triplice veste è un esempio di passione e longevità, che mette in pista con l’entusiasmo del ragazzino.

Con sei titoli nazionali conquistati nella Supersport 600, Massimo è uno dei corridori più vincenti del panorama tricolore:In anni di gare, ho vissuto bellissimi momenti - svela - e, dall’esordio in sella in tenera età sino all’ultima gara disputata, il mio suffisso era e rimane il divertimento. Secondo me, per fare questo sport occorre, in primis, il piacere di guidare la moto. Da parte mia, metto un entusiasmo nato... nel grembo di mia mamma: lei andava in moto, io ho potuto ‘nutrirmi’ della medesima passione”.

Delle tante gare vinte, quali vuoi ricordare?

“In particolare, la vittoria nel mondiale Supersport 2006, proprio sulla mia pista di casa: Misano. Partivo dalla prima fila, ho infilato Sanna subito, poi ho tirato come un matto. Ho superato anche Parkes, che aveva la Yamaha ufficiale. La mia R6 del team Lorenzini e Leoni era messa in pista dalla filiale italiana, una ottima moto. Sbarazzatomi dell’australiano, ho imposto il mio ritmo sino alla bandiera a scacchi. Alla fine non sentivo nemmeno la fatica. Casomai, ero stanco il giorno dopo, perché i festeggiamenti sono stati lunghi ed intensi”.

 E dei molti trionfi nel CIV?

Indimenticabile Vallelunga, ultimo round 2018. Pioveva forte e io, per la prima volta, riuscì a vincere in condizioni di pioggia, incredibile! Ricordo che usai la testa, oltre che la manetta: mentre gli avversari sbagliavano e naufragavano, io guidavo in equilibrio sul velluto, sino alla bandiera a scacchi. E poi, un meraviglioso arcobaleno sancì successo e trionfo, perché oltre alla corsa, mi aggiudicai il campionato”.

Quest’anno, tra le altre cose, avrai anche la collaborazione con Alex De Angelis.

“Sì, un progetto nato da poco e dalle reciproche passioni. Una sfida interessante, perché coniuga il percorso mio e quello di Alex, avversario in pista e amico nella vita. Ora, De Angelis è pure socio: entrambi vogliamo dare l’opportunità ai giovani di correre nelle giuste condizioni, aiutandoli a fare bene”.

Pure tu continui a fare molto bene.

Ci provo (ride). Stiamo vivendo un periodo difficile, lo sappiamo. Mi alleno a casa e corro nel campo qui davanti. Ovviamente, mi manca la moto. Salire in sella e guidare, non ha prezzo. L’allenamento migliore è rappresentato dalle due ruote in pista, ce ne accorgeremo quando accenderemo i motori. I piloti esperti sapranno gestire gli sforzi nel weekend di gare, i giovani - forse - avranno qualche fatica in più”.

 Giovani che segui nel progetto Talenti Azzurri FMI.

“Mi appassiona tantissimo lavorare con Roberto Sassone e tutto lo staff Federmoto. È bello vedere i ragazzini impegnarsi, nella ricerca di un preciso obiettivo. Il programma è interessante, perché alterna esercizi in moto e allenamento a corpo libero. Lo spirito è fantastico a Misanino, tracciato ideale per il nostro progetto. A volte, verrebbe anche a me la voglia di infilarmi dentro la tuta e saltare in sella”.

ELF CIV 2020: pronto il piano di ripartenza

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi