Ottaviani: “Le gare virtuali sono... inguardabili”

Ottaviani: “Le gare virtuali sono... inguardabili”© Luca Ottaviani

Luca scherza ed è pronto alla stagione del CIV Supersport: "Io sembro un tipo vecchia maniera, preferisco guidare la moto, tutto il resto è contorno"

14.05.2020 ( Aggiornata il 14.05.2020 17:02 )

Anche Luca Ottaviani è pronto. Il pilota del CIV Supersport ha accolto la notizia della ripresa alle attività con grande entusiasmo, tenuto a bada nei giorni del lockdown. Il giovane marchigiano ha trascorso il tempo a casa, dedicandolo alla forma fisica: "Mi sono allenato veramente tanto - conferma Luca - sfruttando il capannone di famiglia. Lì ho allestito una piccola palestra, ho potuto tenermi in forma come non mai. A casa avevo poco da fare e io, tra l’altro, non provo particolare passione per i video games e questi passatempi di oggi”.

Perciò, che ne pensi delle gare virtuali?

Quelle delle Formula 1 le ho seguite, non erano male. Invece, le gare virtuali di moto le trovo... inguardabili (ride). Per me la moto è una cosa unica, insostituibile. A parte il senso dell’equilibrio e di velocità, la moto è offre sensazioni impagabili, le migliori del mondo, Io la penso così. Le gare virtuali a qualcuno piacciono, a me no”.

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Stesso discorso parlando di donne, viene da immaginare.

Ma certo! Altro che virtuale, io sono old style. Anche perché, per fortuna, non ho tempo da buttare. Tra le corse e gli impegni con l’università, ciò che resta della giornata va speso bene, Io frequento la Facoltà di Ingegneria informatica con sede a Urbino, sono prossimo alla tesi. Ho quasi raggiunto il traguardo, adesso devo dare il cosiddetto ‘tirone’ decisivo”.

Ti vuoi garantire un futuro, eventualmente, lontano dalle corse?

L’obiettivo è lavorare nel motociclismo, settore che amo. Però, appunto, non si sa mai, Ci vuole sempre una preparazione di base ed occorre tenere in tasca una soluzione B. Vorrei rimanere nell’ambito delle corse, poi si vedrà. Quest’anno farò il CIV Supersport 600 con il team RM Racing con la Kawasaki Ninja, Oltre al campionato nazionale, avevamo in programma due wild card mondiali, Purtroppo, quella di Imola è saltata, resta Misano. Sperando che si farà. Ho cambiato moto e team, devo ancora provare la ZX-6R, appena si potrà scenderemo in pista per i primi test. La base della squadra è in Veneto, al momento non possiamo vederci ma... siamo pronti a ripartire”.

Troverai una Supersport molto competitiva.

“Come avevo già detto, ritengo che la 600 nostrana sia una sorta di mondialino italiano. Il livello di ogni partecipante è altissimo e, se vengono pure alcune ospiti dal mondiale, il tutto sarà ulteriormente. La Supersport italiana è la migliore che esista”.

 Tra l’altro, avevi ben figurato nella tua presenza al mondiale nel 2019.

Sì, a Misano. Una seconda fila in qualifica, un dodicesimo posto in gara. Non male, considerando che non avevamo riferimenti da sfruttare. Ho notato che i top rider siano subito velocissimi, hanno una attitudine mentale di essere immediatamente in testa. È un aspetto che voglio migliorare pure io”.

 Qual è il tuo obiettivo 2020?

“Parlando di obiettivi, sono un po’ scaramantico. Dico solo che venderò cara la pelle, sputerò il sangue per essere il migliore. Lascio a te la deduzione (ride). La Kawasaki ha un gran bel motore, pieno ai bassi regimi e prestante agli alti. La verdona è più ignorante della Yamaha, una moto semplice. Davo gas con l’R6, lo farò pure con la Ninja. Penso di cavarmela bene nel corpo a corpo, in una guida piuttosto scorrevole. Io studio gli avversari e poi li affronto”.

Del resto, con l’Università sei abituato a studiare.

Sì, ma meglio le moto. Come ho detto, sono un ragazzo old style, vecchia maniera. Mi piacciono i piloti aggressivi, ignoranti, grintosi. Adoro dormire in circuito, vivere il paddock. Le gare sono le gare, la cosa più importante del movimento a due ruote... tutto il resto è contorno”.

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