CIV: Francesco Ciacci, la storia del Vecchio Leone che non molla mai

CIV: Francesco Ciacci, la storia del Vecchio Leone che non molla mai© RF Team Fotografico

Ciacci, classe 1979, ha brillato al Trofeo Inverno: "Ho lottato a pari livello con piloti più giovani dimostrando il mio valore. Farò lo stesso nel 2023"

28.11.2022 14:17

Nel Trofeo Inverno andato in scena a Binetto poco più di una settimana fa c’è stato un Vecchio Leone delle competizioni che ha saputo tenere testa a giovani del calibro di Alessandro Delbianco e Jarno Ioverno: parliamo di Francesco Ciacci, pilota classe 1979 che ha vinto Gara 1 classe 1000 Super Fast della kermesse pugliese prima di cogliere un terzo posto in Gara 2.

Risultati che hanno consentito a Ciacci di sfiorare il successo nella 1000 Open Pro, a riprova della competitività del pilota 43enne che continua a calcare con soddisfazione i palcoscenici dei campionati italiani.

“Il Trofeo Inverno è una competizione a cui tengo molto, purtroppo quella di quest’anno è stata un’edizione sfortunata per me: mi sono presentato in condizioni fisiche non ideali a causa di un’influenza e in più, in Gara 2, avevo la visiera appannata e non ho potuto spingere come avrei voluto” racconta Ciacci, comunque soddisfatto per il ritmo mantenuto in entrambe le manche. “In Gara 2 non ho voluto azzardare sorpassi (su Ioverno, ndr) proprio a causa della visiera appannata ma, se avessi interpretato meglio il regolamento e se ci fossero state idee più chiare sulla suddivisione delle classifiche, avrei provato a sorpassarlo per vincere il Trofeo. Ma alla fine va bene così, sono contento delle mie prestazioni”.

“Quel che conta, per me, è aver dimostrato di potermela giocare con ragazzi più giovani di me” afferma Ciacci, e visti i risultati ne ha ben donde. “A Binetto, Delbianco ha spremuto al massimo il pacchetto in sua dotazione, nessuno avrebbe fatto meglio di lui. Ma io, classe 1979, ho tenuto testa a lui e altri piloti con 20 anni d’età in meno ma che hanno iniziato a correre già da bambini. Questo avviene non solo al Trofeo Inverno, ma anche nel National Trophy, campionato al quale ho partecipato nel 2022”.

La storia di un lottatore


La storia di Ciacci è un vero esempio di tenacia e quando si ha la tempra di Francesco l’età anagrafica, in fondo, diventa solo un numero. Per questo, la recente partecipazione del pilota calabrese al Trofeo Inverno è solo un mezzo per parlare della carriera di un pilota che ha saputo crearsi da solo, nonostante gli ostacoli della vita.

Francesco è originario di Trebisacce, provincia di Cosenza, una zona del Sud Italia in cui la passione per le moto è pressoché nulla, situazione che non ha impedito a Ciacci di coltivare fin da piccolo il sogno di diventare pilota, grazie al sacro fuoco che ha sempre albergato in lui.

“La mia storia parte da lontano. Io sono originario di Trebisacce, territorio lontano dalla famosa Motor Valley. Nonostante questo ho sempre amato le due ruote, spesso andando contro il parere di mio padre, capotreno delle Ferrovie, che avrebbe sempre sognato per me il classico posto fisso e relativo stipendio sicuro” ricorda Ciacci. “Non avevo supporti economici e morali, ma la passione per le due ruote era troppo forte, pensate che a un certo punto della mia vita ho addirittura lasciato gli studi per lavorare in un’officina pur di rimanere nell’ambiente delle moto” spiega Checco, prima di rammentare le tappe della sua carriera. “La mia prima esperienza da pilota arrivò nel lontano 1997, all’epoca ero già ossessionato dalle moto e dagli scooter. Ero affascinato dal mondo del motociclismo e in quel periodo decisi di girare per la prima volta in pista, fu in quel contesto che in molti notarono la mia velocità. Il debutto arrivò nel Challenge Aprilia 125, anche grazie ad alcuni amici che fecero la colletta per pagarmi l’iscrizione”.

In quella stagione Ciacci impressionò molti addetti ai lavori per le sue capacità, ma poi arrivò lo stop dovuto alla mancanza di risorse economiche. Il ritorno alle competizioni avvenne nel 2003, sempre nel contesto del Trofeo Inverno, prima della grande occasione arrivata datata 2005: “Partecipai alla Coppa Italia, correndo su piste mai viste ma sulle quali mostrai subito le mie doti velocistiche”. Già, perché Ciacci è sempre stato esplosivo, capace di spingere sul massimo fin da subito anche su tracciati mai calcati spremendo al massimo il pacchetto tecnico a disposizione, ma anche in quel periodo non mancarono le disavventure: “Eravamo un team a conduzione familiare, ero felice, ma in quella stagione ci rubarono furgone e attrezzattura. Tutto sembrava finito e così nel 2006 ero a piedi, ma per fortuna fui contattato da un team che mi aiutò a partecipare alla R6 Cup”. La partecipazione al monomarca permise a Ciacci di farsi notare nel giro buono delle corse fino ad arrivare nel CIV, contesto in cui ha militato a lungo fino ai tempi recenti in cui ha corso con il Team DMR, anche se gli è sempre mancato quel pizzico di buona sorte che avrebbe consentito alla sua carriera di decollare definitivamente.

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