La notte magica di Suzuka

La notte magica di Suzuka
I piloti, il pubblico, l’atmosfera, le curiosità della 8 Ore. Che i giapponesi considerano più del Mondiale

Redazione

31.07.2014 ( Aggiornata il 31.07.2014 12:06 )

I numeri, cioè l’adesione del pubblico, dicono che forse il peggio è passato, ma nessuno si sente di cantare vittoria. C’è ancora tanto lavoro da fare. Alla 8 Ore di Suzuka di quest’anno hanno assistito 62.000 spettatori: è il numero più alto degli ultimi cinque anni. Significa che molti hanno capito che durante questo evento si possono vivere tante emozioni, ed ora tutti sperano che l’effetto positivo possa rafforzarsi. La 8 Ore di Suzuka è l’evento motociclistico di mezza estate più importante del mondo ma, nonostante la sua lunga storia fatta di successi e grandi imprese, da tempo non è presa d’assalto dagli appassionati giapponesi. Ed è un fenomeno su cui in Giappone si sta ragionando, perché la crisi di pubblico è costante; e questa è la gara più importante tra quelle che si corrono in Giappone. Fino all’inizio degli anni 2000 il boom del mercato della moto ha aiutato questo evento, che ha ancora una notevole importanza per le quattro Case giapponesi. Per anni l’intera gara è stata trasmessa in diretta, moltissimi giornali del settore l’hanno pubblicizzata attraverso “speciali” dedicati, e si è arrivati ad un’affluenza superiore ai 160.000 spettatori nel fine settimana. In certe edizioni è stato occupato ogni singolo seggiolino sulle tribune! Quando le Case giapponesi sono riuscite a portare a Suzuka stelle planetarie come Roberts, Gardner, Rainey, Schwantz, Doohan e Valentino Rossi. Quei tempi sono passati. Il boom della moto è finito e anche in Giappone i ragazzi vanno meno in moto, e poi la 8 Ore di Suzuka ha dei nemici in più: i Summer rock festival piacciono molto ai ragazzi giapponesi, e ce ne sono in tutto il Paese, per tutta l’estate; anche nella zona del bellissimo Suzuka Circuit. Non solo: come accade in tante altre parti del mondo, anche i ragazzi giapponesi hanno mille modi per trascorrere i fine settimana d’estate e così la gloriosa 8 Ore di Suzuka ha accusato un calo inesorabile di spettatori, anno dopo anno. Per cercare di rivitalizzare la popolarità della corsa, l’ambiente nipponico negli ultimi tempi ha inventato le più svariate iniziative: ad esempio, vengono invitate le pop star in circuito, vengono create delle collaborazioni con i reality show televisivi (che in Giappone sono seguitissimi dai ragazzi) e ideate iniziative che coinvolgono i personaggi del mondo dei fumetti (altro settore popolarissimo in Giappone). Bene, nonostante tutto questo, il pubblico era sceso a 50.000 spettatori – che è un numero basso, in Giappone, per gli eventi motoristici di alto livello – ed è apparso chiaro che l’obiettivo di riportare a Suzuka quei famosi 160.000 spettatori di dieci anni fa e più è molto difficile da centrare. Anche i piloti avvertono questo disagio, capiscono che la situazione è critica, e sono concordi sul fatto che bisogna reagire. Yukio Kagayama, uno dei piloti più esperti e uno dei personaggi più attivi del motociclismo nipponico, nel 2013 si è “inventato” l’ingaggio di Kevin Schwantz, ed è stato fortunato nel trovare un Kevin addirittura entusiasta, perché da diversi anni pensava di tornare a Suzuka... Il ritorno di Kevin, iridato della 500 nel 1993, ha avuto grande eco in tutto il mondo, non solo negli ambienti giapponesi. Dopo che il texano ha concluso la gara in terza posizione, infatti, si è notato che molte persone hanno ripreso a parlare della 8 Ore e anche quest’anno è stato avvertito un aumento dell’interesse. Dunque Kagayama non ha fatto altro che dimostrare un concetto vecchio come il mondo, che da queste parti era stato dimenticato: la cosa più importante per lo spettacolo, quindi ciò che fa veramente la differenza, è il livello dei partecipanti. Ed eccola, forse, la soluzione: bisogna fare altri sforzi, e li devono fare anche le Case, per riportare le grandi star dei GP a questa gara. Non sarà una cosa semplice – per i contratti e gli interessi in gioco, per gli sponsor, per il fatto che il campionato del mondo è molto serrato e i piloti appena possono fuggono dagli impegni – ma bisogna provarci. Perché l’edizione 2014 ha beneficiato dell’effetto Schwantz. L’articolo completo del nostro corrispondente dal Giappone Akira Nishimura lo potete leggere sul numero di Motosprint in edicola da martedì 29 luglio.

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi