Canepa, eroe solitario a Sepang: "Rientravo al box e dicevo sempre di sì"

Canepa, eroe solitario a Sepang: "Rientravo al box e dicevo sempre di sì"

Il campione ligure racconta l'impresa alla 8 Ore malese

15.12.2019 12:37

Dopo il problema tecnico accusato dalla sua Yamaha poco dopo il via della 8 Ore di Sepang, Niccolò Canepa si è ritrovato in 23esima posizione. A quel punto nessuno, o quasi, credeva ad una sua possibile rimonta. Ma il ligure ha guidato in modo pazzesco per tre ore e mezza consecutive, lasciando i compagni di squadra al box per risparmiare tempo sui cambi e recuperando posizioni su posizioni. Una rimonta epocale, che gli ha permesso di festeggiare una vittoria che entra di diritto negli annali del motociclismo sportivo. L’abbiamo sentito, Nick, alla fine dell’impresa malese. Ecco cosa ci ha raccontato.

Cosa vuol dire per un pilota guidare addirittura per tre stint consecutivi?

“Tre ore da solo di gara non pensavo le avrei mai fatte, oltretutto è iniziata veramente in salita sotto tutti i punti di vista; durante la prima ora sul bagnato si è anche spenta la moto, mi sono ritrovato ventitreesimo dovendo recuperare ma per problemi tecnici ero senza cambio elettronico, ne controllo di trazione o anti-impennamento. Sul bagnato c’è meno sforzo fisico ma qui a Sepang a causa del caldo è stata comunque durissima; non ho bevuto per tre ore perché anche tecnicamente non ero preparato per fare tre stint di fila, compresa la riserva di liquidi nel camelbak”.

Una gara assurda dall’interruzione per pioggia, ai problemi tecnici, alle cadute; cosa hai percepito di tutto questo tu che eri in sella?

“E’ stato un altalenarsi di emozioni, dopo il problema tecnico pesavo fossimo già fuori dai giochi ma anche senza elettronica mi sono accorto che avevo un buon passo, nonostante le condizioni della pista. Ho iniziato a recuperare fino a ritrovarmi primo. Per fortuna la maggior delle cadute sono avvenute alle mie spalle, a parte il contatto tra Di Meglio e Van Der Mark; sono molto dispiaciuto per lui, per Morbidelli e per Syahrin che stavano completando un week-end eccezionale. Incolpevoli ma questo fa parte delle gare. Anche a noi c’è capitato più volte di doverci ritirare quando eravamo in testa”.

Raccontaci la gara da dentro il casco di Niccolò Canepa. Come ti hanno comunicato per ben due volte che saresti ripartito tu dopo la sosta ai box?

“Al primo rifornimento mi hanno chiesto se volevo continuare. “Ok”, ho risposto. Anche se gli ultimi giri prima del pit-stop non vedevo l’ora di finire, perché guidare senza elettronica è stato molto stressante. Per fortuna al mio rientro in pista funzionava di nuovo tutto e ho potuto concentrami sul recuperare posizioni. Quando il secondo posto era consolidato ho voluto comunque spingere per mettere pressione a Mike Di Meglio che ha finito per commettere un errore, cedendomi così la prima posizione. Mancava circa mezz’ora alla fine quando sono rientrato per il terzo rifornimento e Mandy, il team manager, con accento austriaco e sguardo incazzato, mi ha chiesto se volevo concludere io la gara e di conseguenza i 14 giri rimanenti. Cosa vuoi dirgli? OK, andiamo, ho risposto. così sono rientrato e ho guidato fino alla fine. A quel punto ero solo concentrato sul risultato e per fortuna la moto nell’ultima parte di gara si guidava bene. Ne avevamo bisogno, io per primo ma come tutto il team, dopo la sfortuna del Bol D’Or e la rottura a Oschersleben, dopo essere stati in testa per sette ore; qui, quando sono arrivato là davanti non potevo farmi sfuggire questo risultato… non avrei mollato per nessun motivo”.

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