Gli umanissimi eroi: Eddi La Marra

Gli umanissimi eroi: Eddi La Marra

L’esempio del pilota laziale, che nonostante tutto continua a seguire il proprio DNA

 

Redazione

22.05.2019 ( Aggiornata il 22.05.2019 13:38 )

Se siete quelle persone che, quando sentono parlare di chi ha fatto sacrifici enormi prendendosi rischi altrettanto ben dimensionati per inseguire i propri sogni, esclamano «Ma chi gliel’ha fatto fare?», potete voltar pagina tranquillamente. Già, perché parliamo di quelli che non mollano un millimetro, pur di seguire ciò che hanno nel DNA. Potrebbero cercare un posto tranquillo, e invece sono alla ricerca del propellente necessario per continuare a essere dei sognatori. 
Per i quali abbiamo il massimo rispetto. Come si fa a non buttare un occhio ai risultati del National Trophy Pirelli 1000 nel CIV per vedere cosa sta facendo Eddi La Marra? L’occhio cade proprio su quella classifica e la soddisfazione gonfia il petto: ha vinto, Eddi ha vinto anche questa volta. 

DOPPIA VITTORIA - E sono due su due… La Marra è uno che la vita lo ha trattato con la mano pesante: ottima promessa a metà anni 2000, inizia il decennio successivo vincendo tra le derivate di serie. Va forte, ha la fiducia dei partner tecnici e dei costruttori, insomma sta per fare il grande salto. 
Ma un cordolo di Misano lo spara in aria nell’estate del 2013. Una botta devastante che lo lascia segnato. La sfiga qualche volta ha una mira incredibile, pensate un po’, la sua ragazza era Alessia Polita… Un anno tremendo che ovviamente cambia entrambi: si lasceranno ma continueranno a cercare quelle emozioni che hanno dato e tolto loro tanto. 
Sembra una storia degna di una tragedia greca, ma la vita degli umani è un po’ diversa da quella dei personaggi del Mito. Bisogna imparare di nuovo: a camminare a pensare, per trovare una nuova strategia per continuare a vivere e a correre. Eddi aveva una sola idea, espressa sempre e in ogni condizione: tornare a correre. Perché? Per quale motivo vuoi tornare in pista, forse per farti ancora molto male?

ALL'INFERNO E RITORNO - Si chiama vivere: c’è gente fatta per correre, punto e basta e, fino a quando non sarà soddisfatta continuerà in ogni modo a girare il più velocemente possibile con un mezzo a motore. La storia è piena di gente che è tornata in pista dopo essere stata all’inferno o da quelle parti. E bisogna fare il tifo per loro, averli cari, smettere di considerare lo sport un odioso business con puzzolente contorno di odio social. 
Certo, c’è anche questo, ma allora ditemi perché ci sono migliaia di persone nel Mondo che corrono in moto a vario livello. Sono tutti milionari? Corrono contro o a favore di Valentino Rossi? Fanno parte di qualche complotto? No, sono essere umani molto sensibili, come tutte le persone dotate, che hanno capito di avere un talento e soprattutto una passione fuori dal comune. I nostri umanissimi eroi. 

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