Storie Italiane: Sebastiano Zerbo, l'Agostini dei Trofei

Storie Italiane: Sebastiano Zerbo, l'Agostini dei Trofei

Zerbo ha gareggiato in ogni angolo del mondo, conquistando 75 titoli e 796 vittorie: "Ma non voglio smettere"

27.03.2022 ( Aggiornata il 27.03.2022 18:41 )

Gli esordi


La carriera di Sebastiano non tardò a iniziare e, a quattordici anni, era già in griglia a Misano: “La prima volta in sella? Avevo circa un anno e mezzo, ma ho sempre avuto a che fare con questo mondo visto che mio padre faceva il pilota ed ero sempre in giro con lui nelle officine. La prima gara ufficiale la disputai nel 1985, quando appena quattordicenne corsi a Misano con una Honda NSF 125. All’epoca si partiva ancora a spinta, eppure fui immediatamente capace di mettermi in mostra arrivando sesto nonostante i duecento piloti presenti”.

“I primi anni però, a essere sinceri, non furono semplici”. ammette Zerbo proseguendo il proprio racconto.“Non avendo grandi aiuti economici, cambiavo spesso campionato e passavo anche dalla pista alle gare in salita o viceversa, ma riuscivo ugualmente a ottenere buoni risultati in ogni competizione a cui prendevo parte. In settimana lavoravo, poi nei weekend correvo sempre più gare nella stessa giornata, vincendo e, soprattutto, divertendomi. Seppur ancora giovanissimo, mi ritrovai anche in competizioni mondiali e a 16 anni ero già in sella a una Ducati 888. Oggi è normale vedere piloti correre con moto di grossa cilindrata già in tenera età, ma all’epoca destai scalpore”.

La passione e la voglia di intraprendere nuove sfide hanno permesso a “Nuccio” di gareggiare in tutto il Mondo, potendosi confrontare nel corso della carriera con piloti provenienti da ogni Paese: “Adoravo e adoro tutt’ora mettermi in gioco e confrontarmi con gli avversari, al punto che nel corso degli anni arrivai a correre nel mondiale Superbike (corse da vero padrone di casa la tappa siciliana di Pergusa nel Mondiale 1989, ndr), in Supersport e anche in serie nazionali come l’AMA (l’attuale MotoAmerica, ndr) o il campionato brasiliano Superbike. Anche lì correvo in più categorie, scendendo in pista nello stesso weekend per cinque o sei gare differenti. Nonostante lo scarso budget, ammetto che correre tante gare in posti differenti non è mai stato un peso, perché sono sempre stato competitivo e, soprattutto, adoravo andare in moto. Anche adesso che ho superato i cinquant’anni, non ho intenzione di smettere, anzi, mi piace stare in sella, visto che vado ancora forte. Anzi, non capisco come facciano gli altri a decidere di smettere, perché per adesso io non credo di esserne capace. Basti pensare che nel 2021 a Imola ho corso nel CIV Superbike lottando anche con Alessandro Delbianco. Altro che appendere il casco al chiodo!”.

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