Tecnica: Gilera 500, la Regina degli anni Cinquanta

Tecnica: Gilera 500, la Regina degli anni Cinquanta

Progettata da Pietro Remor nel 1947, debuttò l'anno seguente, dominando il decennio successivo con ben sei titoli

09.05.2022 ( Aggiornata il 09.05.2022 18:48 )

Nella storia del nostro sport forse nessuna moto ha lasciato un segno paragonabile a quello marchiato dalla Gilera 500 quattro cilindri che dominò la sua classe per quasi tutti gli anni Cinquanta.

Quattro in linea


Questa straordinaria realizzazione della Casa di Arcore ha mostrato una strada che viene tutt’ora seguita e con eccellenti risultati (basti pensare alle moto che hanno conquistato gli ultimi due mondiali nella classe regina, la MotoGP). Dopo la sua comparsa, altri hanno via via seguito la stessa strada. Lo schema a quattro cilindri in linea trasversale si è infatti imposto anche sulle moto di serie sin dai primi anni Settanta. Dall’inizio del XX secolo agli anni Venti diverse Case hanno costruito moto quadricilindriche con un’architettura in linea longitudinale. L’interasse era mostruoso e il raffreddamento dei cilindri posteriori pressoché inesistente. L’idea di mantenere una struttura in linea disponendo però trasversalmente la bancata dei cilindri venne a due giovani che si erano da poco laureati a Roma, Carlo Gianini e Piero Remor.

La loro prima moto, raffreddata ad aria e con distribuzione monoalbero, fu la GRB, costruita in un unico esemplare attorno alla metà degli anni Venti. In seguito gli stessi tecnici realizzarono, con schema analogo, la OPRA 500. Un notevole salto evolutivo si ebbe con la famosa CNA Rondine, bialbero sovralimentata e con raffreddamento ad acqua, progettata nei primi anni Trenta da Carlo Gianini e costruita, pare, in sei esemplari. Alcune vicissitudini portarono alla cessione dell’azienda al gruppo Caproni che cedette la divisione moto alla Gilera nel 1936. Nacque così la 500 che conquistò il titolo europeo (nel 1939) più svariati record di velocità, tra cui spiccava l’assoluto sul chilometro lanciato del 1937, con la moto condotta da Piero Taruffi.

La Gilera quattro cilindri bialbero raffreddata ad aria che spopolò a lungo nei Gran Premi, imponendosi in ben sei campionati mondiali, venne progettata da Piero Remor all’inizio del 1947 e debuttò in gara l’anno successivo. Il suo punto di forza era il motore che, con un alesaggio di 52 mm e una corsa di 58 mm, disponeva di vari cavalli in più rispetto alla concorrenza inglese, costituita dalla monocilindrica Norton e dalla bicilindrica AJS. Le due valvole di ogni cilindro erano inclinate tra loro di ben 100°.

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