Tecnica: dalla Honda RC30 alla RC45, nate per la Superbike

Tecnica: dalla Honda RC30 alla RC45, nate per la Superbike

Dotate di motori V4 negli anni in cui tutti preferivano l’architettura in linea, i modelli di serie erano e restano delle perle di tecnologia, ricercate dagli appassionati

Redazione

15.08.2022 ( Aggiornata il 15.08.2022 20:47 )

L'arrivo della RC 30


Quando è iniziato il mondiale Superbike la Honda ha schierato la RC 30, moto che poteva essere considerata uno sviluppo del modello di serie VFR 750 F; ne riprendeva infatti lo schema, pur scostandosi notevolmente sotto diversi aspetti. Si trattava di una vera moto da corsa costruita in serie (ne sono stati prodotti 2500 esemplari), versione stradale della RVF 750 ufficiale; dotata di sistema di illuminazione, di lampeggiatori e di avvisatore acustico, era targata e quindi abilitata per la normale circolazione.

In effetti la Honda era già pronta da tempo, prima ancora che esso cominciasse, per il nuovo campionato mondiale. Nel 1984 una RS 750 R, con motore derivato da quello della VF 750 F ma dotato di comando della distribuzione a ingranaggi, aveva vinto il Bol d’Or. L’anno successivo la RVF 750 si era imposta tanto alla 8 ore di Suzuka quanto nel mondiale di Endurance. Questa moto nel 1986 era stata dotata di un nuovo motore, strettamente imparentato con quello della VFR 750 F.

La RC 30 ha fatto la sua comparsa nel 1987 e si è subito imposta per le sue eccellenti prestazioni. Tra i suoi risultati agonistici di maggiore importanza vi sono le vittorie nei primi due mondiali superbike (1988 e 1989). Nella parte ciclistica spiccava la sospensione posteriore monobraccio. Questa soluzione era apparsa sulla RVF 750 a metà del 1985 ed era stata adottata non tanto per ragioni squisitamente tecniche quanto perché presentava vantaggi quando la moto veniva impiegate nelle gare di Endurance (sostituzione della ruota più rapida e agevole). Il motore era una sintesi di quanto di meglio disponibile nel settore quattrotempistico.

Era dotato di bielle in lega di titanio, pistoni forgiati (con due segmenti ciascuno) e punterie a bicchiere; l’albero a gomiti aveva i perni di manovella disposti a 360°. Le valvole di aspirazione avevano un diametro di 28 mm e quelle di scarico di 24 mm; l’alzata era di 9,5 mm. Per questo V4 venivano dichiarati 112 CV a 11000 giri/min, regime al quale la velocità media del pistone era di 17,8 metri al secondo. La potenza specifica era di 167 CV/litro.

Nel 1990 ha fatto la sua comparsa la nuova VFR 750 F, completamente riprogettata e profondamente influenzata dalla RC 30. Era munita di un singolo braccio oscillante posteriore ma le novità più importanti riguardavano il motore, con angolo tra le valvole portato a 32° e ora dotato di punterie a bicchiere.

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