"Ho superato le mille gare commentate, ma mi sarebbe piaciuto vedere Bosis, Miglio e Grattarola nella stessa epoca"
È sempre alla ricerca del punto giusto dal quale osservare al meglio la zona. Non ha problemi a scalare un ripido pendio con un altoparlante portatile in una mano e il microfono dall’altra. La sua voce accompagna le manifestazioni da quando sale sul palco di partenza il primo concorrente, fino alla conclusione della premiazione. Commenti tecnici e aneddoti raccontati a braccio, senza alcuna scaletta.
Dietro quella voce, sottofondo di ogni evento, si nasconde un appassionato di moto e motori. Oscar Malugani, voce ufficiale del Trial italiano, per una volta passa dal ruolo di intervistatore a quello di intervistato.
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Oscar, da moltissimi anni racconti e presenti il Trial al pubblico attraverso il microfono: raccontaci la tua storia.
“Nasco il 2 Gennaio 1956 a Lecco, una città fortemente legata al Trial. Ho studiato fino alle scuole professionali, purtroppo però a 17 anni mio papà venne a mancare e per sostenere le spese familiari andai a lavorare alla CEA Saldatrici di Lecco”.
Com’è nata la passione per le due ruote e cosa ti ha portato a commentare il Trial?
“Grazie a mio padre che portò me e mio fratello a vedere una gara. Dopo quell’esperienza conobbi Gianvittorio Malugani e iniziai a praticare il Trial. L’inizio come speaker di gare avvenne, come spesso accade, per caso. Un giorno Fulvio Adamoli, campione italiano e primo pilota tricolore a conquistare punti nel Mondiale, mi propose di seguirlo a Rho, dov’era stato organizzato un Indoor. La manifestazione era ben organizzata, c’era il DJ, che oltre a mettere la musica commentava i passaggi dei piloti, ma a modo ‘suo’. A 22 anni sei pieno di passione e, stufo di sentire certe castronerie, raggiunsi il palco e gli dissi: ‘Certo che le cose serie non le sai dire!’. Lui rispose alla provocazione e mi invitò a salire sul palco e iniziai a commentare. Adamoli rimase a bocca aperta. Non sapeva che lavoravo già in una piccola emittente locale, TeleLecco, e che avevo dimestichezza con il microfono".
Da quel giorno a Rho non ti sei più fermato.
"Da allora ho partecipato in veste di speaker a un totale di 56 edizioni di Mondiali, tra Trial delle Nazioni ma anche Superbike a Monza e Motomondiale. Ho fatto un conto; ho superato le 1000 gare”.
Una carriera di ben 42 anni: hai commentato molte generazioni di piloti!
“Dalle prime esperienze ai tempi di Baldini e Tosco fino ai piloti moderni. Ho lavorato con lo Show Action Group per otto anni. Dal ’78 ho sempre frequentato il Trial, dove ho visto tutti i coordinatori, dal Cavalier Allemandi fino all’attuale Cavaglieri. Ho vissuto le bellissime collaborazioni da speaker con Alberto Piombo e Roberto Rossi. L’ultima esperienza singolare l’ho vissuta pochi mesi fa: durante una premiazione di gara, ho presentato una… proposta di matrimonio”.
Com’è stato il tuo percorso da pilota?
“Mio padre sapeva che avevo la passione per la moto e la velocità, allora mi preparò la moto che mi piaceva, la Motom 48, montandogli una corona molto grande, per evitare che facessi disastri! Successivamente mi regalò una Gilera 50 5V Trial. Seguirono i miei primi acquisti: una Bultaco, una Ossa e una SWM 350. Dopo è iniziato il mio amore per la Fantic. Poi sono passato ad altre moto stradali ed Enduro”.
Hai partecipato a qualche gara?
“Il mio passato agonistico nel Trial è legato a qualche garetta regionale senza ambizioni di classifica”.
La tua passione ti ha reso anche autore di libri.
"Ho scritto tre libri. La Ballabio-Piani Resinelli, una gara in salita che si svolgeva nel lecchese. E due opuscoli sulla storia della Moto Guzzi. Mi piacerebbe fare un almanacco del Trial e uno sulla Fantic”.
Quali gare ti sono rimaste impresse nella mente?
“Tantissime. Il mondiale Trial di Chiampo, quello di Ponte di Legno e il Trial delle Nazioni all’Autodromo di Monza. Poi il Trial Indoor di Bolzano, un evento che raccontai per una decina di anni. E ancora i Mondiali in Valsassina e gli eventi con grande partecipazione di pubblico! Ricordo con piacere il Nazioni a Piano Rancio dove debuttai in campo internazionale. E poi i mondiali Indoor al Forum di Assago”.
Cosa sogna per il suo futuro? Leggilo nella prossima pagina!
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