Oscar Malugani, la voce del Trial italiano | Storie Italiane

Oscar Malugani, la voce del Trial italiano | Storie Italiane

"Ho superato le mille gare commentate, ma mi sarebbe piaciuto vedere Bosis, Miglio e Grattarola nella stessa epoca"

Christian Valeri

16.02.2023 ( Aggiornata il 16.02.2023 14:52 )

È sempre alla ricerca del punto giusto dal quale osservare al meglio la zona. Non ha problemi a scalare un ripido pendio con un altoparlante portatile in una mano e il microfono dall’altra. La sua voce accompagna le manifestazioni da quando sale sul palco di partenza il primo concorrente, fino alla conclusione della premiazione. Commenti tecnici e aneddoti raccontati a braccio, senza alcuna scaletta.

Dietro quella voce, sottofondo di ogni evento, si nasconde un appassionato di moto e motori. Oscar Malugani, voce ufficiale del Trial italiano, per una volta passa dal ruolo di intervistatore a quello di intervistato.

Giuseppe Fiorillo: campione, nonostante tutto | Storie Italiane

La storia di Malugani


Oscar, da moltissimi anni racconti e presenti il Trial al pubblico attraverso il microfono: raccontaci la tua storia.

“Nasco il 2 Gennaio 1956 a Lecco, una città fortemente legata al Trial. Ho studiato fino alle scuole professionali, purtroppo però a 17 anni mio papà venne a mancare e per sostenere le spese familiari andai a lavorare alla CEA Saldatrici di Lecco”.

Com’è nata la passione per le due ruote e cosa ti ha portato a commentare il Trial?

“Grazie a mio padre che portò me e mio fratello a vedere una gara. Dopo quell’esperienza conobbi Gianvittorio Malugani e iniziai a praticare il Trial. L’inizio come speaker di gare avvenne, come spesso accade, per caso. Un giorno Fulvio Adamoli, campione italiano e primo pilota tricolore a conquistare punti nel Mondiale, mi propose di seguirlo a Rho, dov’era stato organizzato un Indoor. La manifestazione era ben organizzata, c’era il DJ, che oltre a mettere la musica commentava i passaggi dei piloti, ma a modo ‘suo’. A 22 anni sei pieno di passione e, stufo di sentire certe castronerie, raggiunsi il palco e gli dissi: ‘Certo che le cose serie non le sai dire!’. Lui rispose alla provocazione e mi invitò a salire sul palco e iniziai a commentare. Adamoli rimase a bocca aperta. Non sapeva che lavoravo già in una piccola emittente locale, TeleLecco, e che avevo dimestichezza con il microfono".

Da quel giorno a Rho non ti sei più fermato.

"Da allora ho partecipato in veste di speaker a un totale di 56 edizioni di Mondiali, tra Trial delle Nazioni ma anche Superbike a Monza e Motomondiale. Ho fatto un conto; ho superato le 1000 gare”.

Una carriera di ben 42 anni: hai commentato molte generazioni di piloti!

“Dalle prime esperienze ai tempi di Baldini e Tosco fino ai piloti moderni. Ho lavorato con lo Show Action Group per otto anni. Dal ’78 ho sempre frequentato il Trial, dove ho visto tutti i coordinatori, dal Cavalier Allemandi fino all’attuale Cavaglieri. Ho vissuto le bellissime collaborazioni da speaker con Alberto Piombo e Roberto Rossi. L’ultima esperienza singolare l’ho vissuta pochi mesi fa: durante una premiazione di gara, ho presentato una… proposta di matrimonio”.

La carriera da pilota


Com’è stato il tuo percorso da pilota?

“Mio padre sapeva che avevo la passione per la moto e la velocità, allora mi preparò la moto che mi piaceva, la Motom 48, montandogli una corona molto grande, per evitare che facessi disastri! Successivamente mi regalò una Gilera 50 5V Trial. Seguirono i miei primi acquisti: una Bultaco, una Ossa e una SWM 350. Dopo è iniziato il mio amore per la Fantic. Poi sono passato ad altre moto stradali ed Enduro”.

Hai partecipato a qualche gara?

“Il mio passato agonistico nel Trial è legato a qualche garetta regionale senza ambizioni di classifica”.

La tua passione ti ha reso anche autore di libri.

"Ho scritto tre libri. La Ballabio-Piani Resinelli, una gara in salita che si svolgeva nel lecchese. E due opuscoli sulla storia della Moto Guzzi. Mi piacerebbe fare un almanacco del Trial e uno sulla Fantic”.

Quali gare ti sono rimaste impresse nella mente?

“Tantissime. Il mondiale Trial di Chiampo, quello di Ponte di Legno e il Trial delle Nazioni all’Autodromo di Monza. Poi il Trial Indoor di Bolzano, un evento che raccontai per una decina di anni. E ancora i Mondiali in Valsassina e gli eventi con grande partecipazione di pubblico! Ricordo con piacere il Nazioni a Piano Rancio dove debuttai in campo internazionale. E poi i mondiali Indoor al Forum di Assago”.

Cosa sogna per il suo futuro? Leggilo nella prossima pagina!

1 di 2

Avanti
  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi