Cose di Case: tecnologia, un viaggio nel futuro delle due ruote

Cose di Case: tecnologia, un viaggio nel futuro delle due ruote

Tecnologie a volte indispensabili, a volte non necessarie: qual è la verità?

21.02.2022 ( Aggiornata il 21.02.2022 15:05 )

Quante volte nelle prove della Yamaha Ténéré 700 avete letto questa frase: “Manca il traction control ma non ne sentiamo la mancanza”. Io l’ho letta decine di volte e mi chiedo... Questo benedetto controllo di trazione, serve o non serve?

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L'esempio della Yamaha Adventure


Voglio dire... in alcuni casi sembra che senza traction control non si possano più guidare le moto e non si possano più vendere le moto; poi la Yamaha presenta una Adventure (dove, in teoria, il controllo di trazione servirebbe molto, soprattutto ai neofiti) sprovvista del controllo di trazione e improvvisamente scopriamo che era inutile, perché non c’è, ma non se ne sente la mancanza.

Allora... perché fino a oggi abbiamo speso soldi in più per averlo? Perché altri costruttori, su moto della categoria Adventure, lo considerano necessario? Si tratta di strategie di marketing di chi lo utilizza, che propone qualcosa di cui si potrebbe fare a meno? Oppure si tratta di una scelta della Yamaha, che per ridurre i costi e cercare di attirare un maggiore numero di utenti ha rinunciato a qualcosa di utile ma non fondamentale? La verità probabilmente sta nel mezzo.

Chi sa guidare davvero, soprattutto Fuoristrada, di norma disattiva il controllo di trazione, che però resta utile su strada (soprattutto su moto alte e caratterizzate da un’elevata corsa ruota), non tanto per andare più veloci ma per avere un aiuto a gestire situazioni di emergenza (salvando chi è convinto che il comando gas funzioni come l’interruttore della luce). È ovvio che per contenere il prezzo al pubblico sia necessario rinunciare a qualcosa.

Futuro minimal?


C’è chi toglie e c’è chi aggiunge, come la Kawasaki, a cui non bastava un grosso motore di 1000 cm3 , a cui ha abbinato la sovralimentazione tramite compressore centrifugo, creando un mostro di coppia e di potenza, che però non ha ancora un’erogazione fluida come quella di un motore aspirato. Anche in questo caso viene da chiedersi... sovralimentare un quadricilindrico di 1000 cm3 è un’esigenza degli utenti, un scommessa tecnica degli ingegneri o una scelta del marketing? La domanda non ha ancora una risposta... Ciò detto, un’ipotetica moto ideale del futuro dovrebbe avere il traction control e la sovralimentazione? Oppure domani guideremo delle moto elettriche, dotate di sistemi con principi di funzionamento completamente diversi? Difficile dirlo.

Quello che è certo è che i dati di vendita spiegano che molti motociclisti hanno scelto la Benelli TRK 502, che ha due cilindri, meno di 50 CV e soprattutto costa poco senza risultare cheap. Forse il futuro è davvero “minimal”.

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