Giri e gare: la penisola del Sinis

Giri e gare: la penisola del Sinis

In occasione degli Internazionali d’Italia disputati a Riola Sardo il 5 e 6 febbraio, siamo andati alla scoperta di uno degli angoli più affascinanti della Sardegna

14.02.2022 ( Aggiornata il 14.02.2022 16:57 )

Siamo sul versante occidentale dell’isola, il punto di partenza ideale per andare alla scoperta della vicina penisola del Sinis, stretta tra la baia di Is Arenas e il golfo di Oristano.

Dal crossodromo Le Dune (nei pressi del paese) si puntano le ruote in direzione dello stagno di Sale ‘e Porcus, percorrendo la provinciale che corre diritta come un fuso fino a lambirne le sponde.

Si tratta del bacino temporaneo più vasto della Sardegna: in estate, per via della forte evaporazione, si prosciuga totalmente lasciando scoperta una vasta distesa di sale. Come nel vicino stagno di Is Benas, non manca nemmeno qui una placida colonia di fenicotteri, ormai parte integrante del panorama sardo. Svoltando sulla SP80 si raggiunge Sa Rocca Tunda, e il suggestivo promontorio di Capo Mannu, dominato dall’omonima torre spagnola del XVI secolo. Imperdibile è una passeggiata al vicino faro (ai piedi di un’altra torre, Turr’e sa Mora), da cui si gode di una splendida vista sull’isola di Mal di Ventre. Terminata l’esplorazione del luogo, si torna in sella costeggiando il mare lungo la SP66.

La tappa successiva è il sito archeologico di Mont’e Prama, noto per il complesso statuario dei Giganti, colossi in arenaria gessosa rinvenuti in un’ampia area sepolcrale dell’età del Ferro. Si prosegue tra filari di vite, ulivi e fichi d’india, che spuntano un po’ ovunque dalla macchia mediterranea, fino a raggiungere San Salvatore di Sinis, apprezzata location cinematografica ai tempi degli spaghetti western: è stato girato qui “Giarrettiera colt” del 1968.

Un mare da cartolina


Poco oltre, all’altezza della laguna di Mistras, arriva il momento di tuffarsi tra le meraviglie di Tharros. In un contesto paesaggistico formidabile, questo parco archeologico affascina con le sue colonne bianche, che si stagliano nell’azzurro del mare della penisola del Sinis: probabilmente, una delle cartoline più belle di tutta la Sardegna.

L’affascinante Tharros è un museo a cielo aperto che racconta una storia antica, iniziata dai Fenici nell’VIII secolo a.C. La prima cosa che colpisce, quando vi si giunge, è la grande bellezza del territorio immerso tra i colori del Mediterraneo: un anfiteatro naturale sul mare, che infilza le acque del golfo di Oristano, delimitato dalla collina di Su Murru Mannu, da quella della torre di San Giovanni e dall’istmo di San Giovanni, che lo collega a Capo San Marco. Uno di quei casi in cui una passeggiata archeologica diventa l’occasione per scoprire scorci unici, fuori dal comune.

L’ultima tappa, prima di far rientro al crossodromo, è la vicina Cabras, con il famoso (omonimo) stagno. Paese di antiche origini, vanta testimonianze del Neolitico, e numerosi nuraghi. Da non perdere il Civico Museo Archeologico. Oltre alle inestimabili ricchezze culturali, però, questa cittadina vanta anche sorprendenti tesori enogastronomici. A cominciare dalla preziosa bottarga di muggine, eccellenza del territorio, fino alla vernaccia, vino pregiato, molto antico, con un sapore intenso dovuto alle particolari tecniche di vinificazione e affinamento.

Giri e gare: viaggio nel Barocco della Sicilia

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