Borghi misteriosi, gioielli d’arte e pieghe da sogno. Alla scoperta della provincia di Imperia, che ha ospitato gli Assoluti d’Italia Enduro (5-6 marzo)
Quest’angolo di Liguria, prossimo al confine francese e delimitato dal mare e dalle valli Argentina e Nervia, è un luogo unico da esplorare in moto. Un territorio schivo, dalle architetture verticali e audaci, che cela piccoli, grandi, gioielli d’arte; e curve da antologia. Scopriamolo insieme.
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Si parte da Taggia, patria delle olive taggiasche e dell’ardesia, che adorna gli edifici del centro storico. Una delle sue cartoline più note è il ponte medievale che sorvola il torrente Argentina: interamente in pietra, ha 16 archi ed è lungo 270 metri. Palazzi nobiliari, edifici religiosi, case torri, carrugi e contrafforti ad arco, impreziosiscono il centro storico; come preziosa è anche la vicina frazione marinara di Arma, stretta tra la fortezza del ‘500 e la Grotta dell’Annunziata con la suggestiva chiesetta al suo interno. Guidando lungo la Riviera dei Fiori, si doppiano Sanremo e Bordighera, fino a raggiungere Ventimiglia.
Conosciuta anche come “porta occidentale d’Italia”, l’abitato trattiene tutto il fascino delle città di confine, cui si aggiunge la ricchezza di un patrimonio storico-culturale di grande interesse. Il fiume Roia taglia la città letteralmente in due: una parte, quella storica, presenta un tipico impianto medievale; l’altra, invece, architetture moderne. Da non perdere la Porta Canarda, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, la Loggia del Parlamento e Forte San Paolo.
Si torna indietro di qualche chilometro, e con il mare alle spalle, sorvegliati dal torrente Nervia, si imbocca la SP64 in direzione Dolceacqua. Dominato dal castello dei Doria e dal ponte a schiena d’asino (gioiello di leggerezza ritratto da Monet), questo borgo impressiona con un abitato a gironi concentrici, fitto di tetti, raccolto ai piedi del maniero. Il consiglio, tra vicoli, scalinate e botteghe artigiane, è quello di prendersi una pausa per sorseggiare un bicchiere di Rossese, pregiato DOC locale.
L’itinerario prosegue infilzando la Valle Nervia, una curva dietro l’altra, fino ad Apricale, borgo del IX secolo con le case in pietra e con le porte ad arco acuto strette attorno all’immancabile castello. Una serie di originali murales tra le viuzze del centro gli sono valse l’appellativo di “paese degli artisti”. A seguire, Pigna svela antichi palazzi signorili e rinomate acque sulfuree. Si avanza “a tutta piega” nel fitto della vegetazione lungo la SP65. Nel borgo di Triora, noto anche come “il paese delle streghe”, immancabile è una passeggiata alla Ca Botina, dove, si narra, si tenevano i sabba ai tempi dell’Inquisizione.
Triora, però, è anche un covo di buongustai, con rinomate specialità come le ottime marmellate e i formaggi d’alpeggio.
Si avanza ancora tra le meraviglie della valle Argentina fino a raggiungere Badalucco, museo a cielo aperto, in cui sculture e dipinti decorano le facciate delle case: il suo profilo è segnato da preziosi edifici monumentali, tra cui la Parrocchiale e Palazzo Boeri, con una bella loggia del XVI secolo. Pochi chilometri ancora bordeggiando il torrente, ed eccoci di nuovo a Taggia.
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