Giri e Gare: alla scoperta della Val Formazza

Giri e Gare: alla scoperta della Val Formazza

Da Domodossola al lago di Morasco, alla scoperta di un angolo incantato di Piemonte a ridosso del confine svizzero. Con la locale versione del Grand Canyon

13.04.2022 ( Aggiornata il 13.04.2022 11:47 )

I rigori dell’inverno ancora non permettono di salire in quota, ma l’appuntamento con il Campionato Italiano Motoslitte in Val Formazza (Piemonte), svolto nel weekend del 5-6 marzo, ha offerto la possibilità di raccontare un itinerario sorprendentemente piacevole da percorrere su due ruote.

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Tra curve e golosità


Si parte da Domodossola, nella provincia del Verbano Cusio Ossola, nota non soltanto per la famosa “D di Domodossola”, ma anche per il prezioso centro storico che ruota attorno alla Piazza del Mercato, scrigno rinascimentale su cui si affacciano antichi palazzi nobiliari e suggestivi portici: dal 917, per volere dell’allora re Berengario I, vi si tiene ogni sabato il mercato cittadino. Ai buongustai, si rammenta invece una tappa all’Officina del Cioccolato della Pasticceria Grandazzi, laboratorio artigianale dove la preziosa materia viene plasmata in mille forme curiose… e golose. Ma la voglia di moto chiama ed è il momento di saltare in sella.

Si raggiunge il fiume Toce, che proprio qui si allarga in un’ampia piana dopo aver concluso la sua corsa tra i monti. Si puntano le ruote sulla E62 in direzione Sempione, un rapido trasferimento fino all’uscita Crodo-Valle Formazza, e l’itinerario entra nel vivo, con la statale 659 che prende a infilarsi nel fitto della vegetazione continuando a bordeggiare il fiume.

Luoghi incantati


La prima tappa è Crodo. Qui – pochi probabilmente lo sanno – nel 1964 è stato inventato il famoso Crodino, inizialmente noto come Picador. Oggi questa località, al centro della Valle Antigorio, è nota soprattutto per le terme e per la produzione di acque minerali (a cui è dedicato persino un museo: il Museo Nazionale delle Acque Minerali “Carlo Brazzorotto”). Proseguendo, il percorso si fa sempre più tortuoso, con curve disegnate da suggestive pareti di roccia e ripidi strapiombi. E non è un caso che proprio qui si trovino gli Orridi di Uriezzo, conosciuti anche come il Grand Canyon del Piemonte; una serie di profonde gole, scavate, nel corso dei secoli, dai numerosi torrenti che scendono a valle. Poco prima dell’imbocco del tunnel delle Casse (da evitare!) una stradina sulla destra si arrampica, ben più suggestiva, attraverso le omonime gole, lungo una serie di tornanti circondati da fitti boschi di abete. I panorami, tutt’attorno, tolgono il fiato.

Ritrovata la statale 659 all’altezza di Fondovalle, frazione di Formazza, si svela in tutto il suo splendore la magnificenza di questi luoghi incantati. Circondata da prati verdissimi, la chiesetta di San Bernardo ospita nei pressi l’antico Cimitero Walser, con le caratteristiche croci in legno, uguali per ogni defunto. Si avanza continuando a piegare tra splendide curve e villaggi di montagna, fino a raggiungere uno degli angoli più suggestivi dell’intero arco alpino: la Cascata del Toce, con il suo salto di 143 metri.

Un luogo che, nel tempo, ha saputo sedurre visitatori illustri come D’Annunzio, Wagner, Carducci, la Regina Margherita e il Re Vittorio Emanuele III. Poco oltre, circondato da una “corona” di monti aguzzi, a 1815 metri d’altezza, c’è il lago di Morasco, formato dallo sbarramento dell’omonima diga. Il borgo sommerso, celato dalle sue acque, rende ancora più affascinante la tappa conclusiva di questo imperdibile giro.

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