Giri e Gare: un viaggio nelle tradizioni della Barbagia

Giri e Gare: un viaggio nelle tradizioni della Barbagia

In Sardegna, tra storie raccontate sui muri, antiche leggende, maschere e trasformazioni

17.01.2023 12:27

Una terra forte, indipendente e ribelle, la Barbagia, la cui bellezza si fonde con suggestive Tradizioni secolari in un complesso gioco di simboli, cultura e leggende. Siamo in provincia di Nuoro, lungo il versante occidentale del Supramonte, per andare alla scoperta delle tradizioni di Mamoiada e dei murales di Orgosolo.

Giri e Gare: un'avventura tra Lazio e Umbria

I Mamuthones


La prima, tra Gennargentu e Supramonte, è conosciuta anche come il paese dei Mamuthones e degli Issohadores. Un antico rito pagano che prende forma in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, che sancisce l’inizio del Carnevale Mamoiadino. I Mamuthones, vestiti di nero, sono ricoperti di pelli ovine e trenta chili di campanacci (sa carriga). Gli Issohadores hanno un elegante corpetto rosso, una maschera bianca, e ne scandiscono la danza tra le caratteristiche case in granito di Mamoiada.

Prima della processione, la vestizione, tra sacro e profano, simboleggia la “metamorfosi” degli uomini in Mamuthones e Issohadores; il tutto, in un clima di mistero e suggestioni arcaiche: indossate “sa visera” e “sa visera ‘e santu”, gli uomini perdono la propria identità e si trasformano in esseri misteriosi. Lontano dal carnevale, ci si immerge in questo mondo affascinante te visitando il Museo delle Maschere Mediterranee.

Appena fuori città, invece, un’altra meraviglia è “sa Perda Pintà”, una lastra di granito di oltre due metri e mezzo raffigurante cerchi concentrici, bastoni uncinati e coppelle di tipo celtico, databile intorno al 3500 a.C. Se ne rinvengono di simili soltanto in Bretagna, Scozia e Galles.

Da Mamoiada si percorre un avvincente nastro d’asfalto seguendo le indicazioni per Orgosolo: panorama, ottimo grip e belle pieghe. Dal fenomeno del banditismo allo spirito indipendentista che ne caratterizza la storia dal tardo ‘800, Orgosolo esprime ancora oggi una personalità forte e decisa.

Una terra in cui attivismo politico, passione ed emancipazione culturale prendono forma direttamente sui muri delle case, raccontando la storia della gente di Barbagia. Il primo murales fu realizzato nel 1969 da un collettivo di militanti anarchici chiamato Dionisio.

I disegni di Orgosolo


Fu soltanto l’inizio di un fenomeno esploso negli anni ‘70, e che oggi ha trasformato i vicoli del paese in una sorta di museo a cielo aperto: sono circa 150 i disegni che colorano Orgosolo, raccontando la vita contadina, le lotte di potere, le battaglie sociali, le rivendicazioni politiche, ma anche le tradizioni profonde di questo territorio fatto di fierezza, onore e codici antichi. Uno degli artefici del “fenomeno Orgosolo”, intorno al 1975, fu il pittore Francesco Del Casino, che diede impulso alla realizzazione di numerosi lavori collettivi, sull’onda emotiva della contestazione ancora forte in quegli anni.

A oggi, però, di molti murales sono ignoti gli autori. Un luogo semplicemente unico nel suo genere, che merita di essere visto almeno una volta nella vita.

Si prosegue in direzione Fonni – centro dove scoprire altri interessanti murales (diversi da quelli di Orgosolo) – e poi lungo un tortuosissimo tratto di strada, tra lecci e sugheri, verso il blu intenso del Lago di Gusana, circondato da una corona di monti ammantati di verde. Una bella galoppata, infine, lungo la statale 128 (la Centrale Sarda), e da Gavoi si fa rientro “a tutta piega” a Mamoiada, sulla veloce SP30.

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