Io guido da sola: Irene Bramato, al top nella R3 Cup

Io guido da sola: Irene Bramato, al top nella R3 Cup

"I miei genitori non volevano che corressi, ho dovuto insistere. Adesso sogno la Supersport 300"

16.11.2021 ( Aggiornata il 16.11.2021 11:16 )

Scrivendo questa rubrica, ho potuto verificare in prima persona quante ragazze abbiano deciso di intraprendere la strada del motociclismo sulla “spinta” della passione del proprio papà. Chi ne aveva uno che in passato correva, o chi aveva un padre soltanto appassionato. Ma esistono le eccezioni, come Irene Bramato. Il cui padre non è stato entusiasta quando ha conosciuto l’intenzione della figlia di correre in moto.

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Un 2021 convincente


Eppure Irene, che ho avuto il piacere di intervistare pochi giorni fa in merito alla sua stagione nella Yamaha R3 Cup, ha parlato con la luce negli occhi di quanto suo padre, sebbene le dica di “stare attenta” ogni volta che entra in pista, sia il suo più grande sostenitore: “I miei genitori non volevano che corressi - ha raccontato - ho dovuto insistere. Mia mamma durante le gare riesce a rimanere più tranquilla, mentre mio padre è sempre stato più apprensivo. Abbiamo un bel rapporto. Nonostante la sua paura nel vedermi girare, mi sostiene sempre, perché sa quanto la moto sia importante per me”.

Da quando, a 16 anni, Irene è salita in moto per la prima volta, non è più scesa. In questo 2021 ha affrontato la sua seconda stagione nel monomarca Yamaha, chiudendo prima nella classifica femminile e conquistando anche qualche punto nella Blu Cru. “A differenza dell’anno scorso, questa volta avevo delle aspettative. Durante il primo weekend al Mugello ho usato per la prima volta la moto del Team MMR. A causa di problemi al braccio, però, non sono riuscita a esprimermi e a comprendere bene la moto”. Gara dopo gara il feeling è migliorato e i risultati sono arrivati.

Poi, il gran finale a Misano: “È stata una sfida contro me stessa - ha spiegato - ho affrontato il weekend più rilassata e senza aspettative. Il venerdì sera, grazie a un’intuizione di mio padre, siamo riusciti a capire l’origine dello scarso feeling con la moto, nei giorni successivi i tempi sono migliorati e in Gara 2, la più divertente della stagione, ho battagliato fino ad arrivare 15ª e prima nella femminile”.

La diciottenne di Lodi, determinata quanto educata e gentile, pensa già al 2022, e guarda anche un po’ più in là: per la prossima stagione cerca una riconferma nella Yamaha R3 Cup, ma poi? Spero di trovare sponsor che mi sostengano per realizzare il mio sogno, quello di correre nel mondiale Superbike, nella categoria Supersport 300. Ho ancora molto da imparare, devo migliorare. Voglio mettercela tutta per raggiungere il mio obiettivo”.

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