Io guido da sola: le colleghe tifano Ana Carrasco

Io guido da sola: le colleghe tifano Ana Carrasco© Matitaccia

Vi raccontiamo l'euforia delle altre pilotesse per il ritorno della spagnola nel Motomondiale

22.02.2022 ( Aggiornata il 22.02.2022 15:23 )

La notizia è rimbalzata in una fredda sera di gennaio, e di certo ha fatto rumore: Ana Carrasco, nel 2022, tornerà a correre nel mondiale Moto3, in sella a una KTM del Team Boé.

I più attenti avevano già colto un segnale di questo passaggio inatteso: la spagnola non risultava nella entry list 2022 - pubblicata poche ore prima - della Supersport 300, campionato nel quale ha corso dal 2017 al 2021 e dove è riuscita a vincere il titolo nel 2018 battendo i maschi, per un’impresa senza precedenti.

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L'ambizione della Carrasco


Ana volta pagina, tornando nella classe cadetta del Motomondiale, dove aveva corso dal 2013 e 2015: “Le gare sono difficili – ha commentato in merito alla sua decisione – non soltanto in pista, come tutti possono vedere, ma anche nei momenti in cui devi prendere decisioni difficili. La mia ambizione è sempre quella di crescere come pilota, di pormi nuovi obiettivi che gli altri vedono come impossibili e di raggiungerli”. La sua personale “rinascita”, dopo il brutto incidente che l’ha vista coinvolta nel 2020, quando si è fratturata due vertebre, è quindi in atto. Personalmente ho voluto chiedere a ragazze che l’hanno conosciuta o che la apprezzano per la sua guida, un’opinione su questa scelta.

Il parere delle colleghe


“A mio avviso è una notizia bellissima - dice Letizia Marchetti, campionessa italiana Superbike tra le donne e Tecnico Federale – rivederla in Moto3 le fa onore e sarà un’occasione per dimostrare che anche dopo un infortunio importante ci si può rialzare più forti e agguerriti di prima. Questa è la forza delle donne e dei veri piloti”.

Della stessa idea è Sabrina Della Manna, che corre nella Women’s European Cup: “Un pilota deve avere sempre nuovi stimoli e soprattutto nuove sfide verso se stesso. Credo abbia fatto non bene ma benissimo. Ma c’è anche chi pensa che forse restare in SSP 300 sarebbe stato più produttivo: “Sicuramente ha avuto un’opportunità irripetibile – sostiene la giovanissima Arianna Barale, anche lei pilota della Women’s Cup - ma non la condivido pienamente perché aveva avviato un gran bel percorso vincente in SSP 300 e la sua naturale evoluzione doveva forse essere con le 600, visto il percorso compiuto fino a oggi con la Kawasaki”.

In effetti, Arianna non ha tutti i torti: correre in un buon team è molto importante, ma la Moto3 iridata non è un treno che passa ogni giorno. Ovviamente nel 2022 faremo il tifo per lei, unica donna nel Motomondiale.

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