Manubri larghi: Youry Catherine, un campione dell'altro mondo

Manubri larghi: Youry Catherine, un campione dell'altro mondo

Dall’esotica Martinica al titolo europeo Supermoto: ecco la storia del giovane pilota 

Claudio Orlandani

15.12.2021 ( Aggiornata il 15.12.2021 11:16 )

Una passione essenza del futuro. Youry Catherine, giovane pilota della Martinica, ha saputo far crescere dentro di sé una passione che con il passare degli anni è diventata il motivo del suo successo continentale e, chissà, forse anche oltre.

La sua adolescenza è stata tra acque turchesi e palme da cocco, sabbia dorata e tramonti infuocati, forse non sufficienti per dare sfogo all’amore per la moto, da sempre sua compagna di avventure, a partire dai primi giri in Minimoto da bambino, fino ad arrivare in pista e alle competizioni in cui oggi corre e vince. Il diciottenne oggi vive a Parigi per motivi di studio, ma la carriera da Motarder è con il team piemontese Gazza di Massimiliano Gazzarata, uno dei più forti piloti italiani di Motocross degli anni ’90 e Supermoto. Il binomio, lo scorso 17 ottobre, ha ottenuto il titolo europeo di Supermoto, grazie alla doppietta nelle manche finali di Castelletto di Branduzzo.

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Il racconto di Youry


Youry, la conquista dell’europeo Supermoto S2 e del mondiale a squadre Junior è la realizzazione del primo sogno?

“La mia stagione all’Europeo era iniziata piuttosto male a causa delle mie cadute nelle prime due gare, ma ho saputo tirarmi su e vincere le altre prove. All’ultima gara per trionfare dovevo arrivare davanti al leader (Bushberger, ndr) in entrambe le manche. Missione compiuta: voglio rivolgere un enorme ‘grazie’ al Team Gazza Racing. Perché ogni successo è la combinazione tra la bravura del pilota e quella del team”.

Hai dovuto anche fare i conti un problema al legamento crociato di un ginocchio?

“Sì, è successo durante una caduta in allenamento facendo Motocross, ho dovuto prestare attenzione nelle gare seguenti”.

La moto diventerà la tua professione a tutti gli effetti?

“Spero vivamente che anche questo bellissimo sogno un giorno non troppo lontano possa avverarsi”.

Come sei arrivato a praticare il Supermotard?

“Ho sempre avuto la passione per le moto, ho iniziato a guidare all’età di tre anni e poi a cinque ho iniziato con la Supermoto nella mia terra di origine, la Martinica”.

Come ti sei preparato lo scorso inverno per affrontare al meglio la stagione?

“Lo scorso inverno sono tornato in Martinica perché a Parigi faceva troppo freddo. Mi sono allenato quattro volte a settimana per tre mesi, poi sono tornato in Francia per la stagione di gare”.

L’obiettivo era il titolo?

“Il mio obiettivo è vincere e cercare di essere sempre in vantaggio sugli avversari, quindi sì, il nostro obiettivo era la conquista del titolo europeo S2”.

Nel computo stagionale hai ottenuto due vittorie e due secondi posti assoluti, cinque vittorie e due secondi posti di manche, poi un sesto posto di giornata che sciupa la media.

“È stata una gara-no in Repubblica Ceca, ho fatto una falsa partenza e nella seconda manche due cadute mi hanno fatto perdere molti punti. Un GP negativo che ha complicato la mia classifica, poi ho raddrizzato la situazione”.

 Con il tuo team quali sono i programmi per il 2022?

“L’anno prossimo sarà ancora più importante perché ci sarà il passaggio al mondiale S1GP. L’appuntamento tanto atteso nel quale potrò confrontarmi con i top rider della specialità”.

Per essere al top servono preparazione atletica e tecnica, ma anche tattica e mentalità. In che ordine li metti?

“La cosa più importante è la mente, se non hai la testa il resto conta poco, poi la preparazione atletica, quindi la preparazione tecnica e infine la tattica”.

Chi, della tua famiglia, ti segue alle gare?

“Mio padre, anche perché lui è stato un pilota di moto, è stato lui a trasmettermi la passione e a insegnarmi tante cose. Tutto il resto della mia famiglia che abita in Martinica, di tanto in tanto, affronta il viaggio per venire a seguirmi”.

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