Manubri Larghi: il pit stop forzato di Francesco Cecchini

Manubri Larghi: il pit stop forzato di Francesco Cecchini

Gli infortuni frenano "Cecco" nel Flat Track: "Servono più sanzioni per i piloti scorretti"

22.11.2022 ( Aggiornata il 22.11.2022 11:16 )

È stato il grande assente del terzo appuntamento stagionale del circuito iridato di Flat Track a Pardubice (Repubblica Ceca), al pari di Kevin Corradetti, campione italiano in carica: Francesco “Cecco” Cecchini non ha avuto di certo la fortuna dalla sua parte negli ultimi due anni, conditi da infortuni in serie che lo hanno fortemente penalizzato nelle prestazioni, costringendolo a rimanere fermo per parecchio tempo.

La sua inaspettata assenza in Repubblica Ceca ha posto molti interrogativi sulle effettive condizioni fisiche del figlio d’arte romagnolo. A parlarne è stato direttamente lui.

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L'assenza in Repubblica Ceca


Francesco, dopo il terzo posto in Gara 2 eri tra i piloti più attesi a Pardubice e invece quali sono stati i motivi della tua assenza?

“È stata una rinuncia davvero sofferta: negli ultimi giri di Gara 2 in Francia ho faticato a concludere la manche. Al rientro in Italia mi sono sottoposto ad accertamenti medici: la spalla sinistra è fortemente infiammata e ha bisogno di riposo. I medici mi hanno messo davanti a un bivio: “ci tieni alla tua salute o vuoi rischiare gareggiando? E se succede che cadi ancora?”. Visto che comunque non mi potevo giocare le prime posizioni nel Mondiale, complice il ritiro in Gara 1, ho deciso di fermarmi, per essere al 100% al via della prossima stagione”.

Gli infortuni ti hanno costretto a guidare spesso stringendo i denti, oltre a rimanere fermo per molto tempo.

“Lo scorso anno mi sono infortunato in allenamento a Ravenna, quando la stagione doveva ancora iniziare. Ho avuto una frattura del trochite abbastanza importante, non si poteva intervenire chirurgicamente, mi sono trascinato dolore e infiammazione per quasi un anno. A luglio, in Germania, nella caduta mi è uscita di nuovo la spalla sinistra, non ho riportato lesioni ma sono stati coinvolti i legamenti del sopraspinale e il capolungo del bicipite. Senza contare che lo scorso anno, sempre in Germania, nella caduta mi è uscita la spalla destra, mi sono fratturato la scapola in cinque parti”.

Le due cadute, nel Mondiale del 2021 e in quello attuale, sono avvenute in seguito a contatti decisamente vigorosi, che potevano causarti infortuni ancora più seri. Pensi che sia arrivato il momento di rivedere regolamenti e sanzioni?

“Durante i briefing delle gare mondiali ho più volte espresso la necessità di maggiore serietà e fiscalità quando si verificano azioni di gara che mettono a rischio l’incolumità di noi piloti. Così come critico la scelta di portare al Mondiale anche i piloti alle prime esperienze con il Flat Track o provenienti da continenti extra-europei e privi della dovuta esperienza internazionale, chiamati soltanto per il fatto che fanno “comodo”. Sono un pericolo costante per chi, come me e molti altri piloti europei, corre da anni e sempre in modo corretto. Suggerisco di introdurre sanzioni per chi commette azioni palesemente a proprio vantaggio, come per esempio far ripartire il pilota nella manche successiva dalla penalty line. Va fatto qualcosa”.

Il Team Cecchini


Concludiamo con un bilancio stagionale del Team Cecchini, del quale sei manager. Com’è nato il progetto e quali sono gli obiettivi a medio e lungo termine?

“L’idea di avere un team tutto nostro, con mio padre Fabrizio, ce l’avevo da diversi anni. Dopo un anno di programmazione, il 2021, quest’anno abbiamo creato il team corse nel CIV Moto3, valutando costi e benefici, e portando una professionalità di alto livello. Quest’anno non ci lamentiamo dei risultati ottenuti con Cristian Lolli, siamo andati a podio in un’occasione, il ragazzo deve sicuramente crescere ma promette bene. Abbiamo puntato su di lui perché crediamo nelle sue potenzialità già mostrate nella PreMoto3. Siamo quinti in campionato, ed essendo tutti al debutto, possiamo ritenerci soddisfatti. Il sogno è partecipare con il nostro team al mondiale Moto3, se tutto dovesse girare per il meglio, penso che nel 2024 potremmo realizzare l’obiettivo principe del team”.

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