Maurizio Bottalico, dalle salite all'Isola di Man | Manubri Larghi

Maurizio Bottalico, dalle salite all'Isola di Man | Manubri Larghi

Specialista delle salite, Bottalico ha coronato il suo sogno 

Claudio Orlandani

16.02.2023 ( Aggiornata il 16.02.2023 14:46 )

Classe 1981, napoletano di origine, sammarinese di adozione, Maurizio Bottalico è un perfezionista e anche un professionista scrupoloso, un campione, ma anche un istruttore di guida che conosce molto bene le gare su pista e anche quelle su strada.

Bottalico corre con una Paton e con i colori del Moto Club Titano: si è cimentato nella Velocità per poi innamorarsi delle road races e delle gare in salita nelle quali lo scorso anno ha conquistato il titolo europeo sia nella classe Supermoto che nella 600 Supersport, e l’alloro italiano nella classe 600 Super Open.

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Bottalico, l'intervista


Maurizio, come sei finito dalla bella Campania alla suggestiva San Marino?

“Ho vissuto fino a due anni fa a Napoli, poi per amore mi sono trasferito a San Marino per stare con la mia compagna”.

Come è iniziata la tua carriera motociclistica?

“È nata nel 1997 per gioco, o meglio per scommessa. Da piccolo ero uno di quelli che facevano ‘minchiate’ per strada, così mio padre mi disse: se ti senti così bravo, proviamo in pista, così o vai avanti nel tuo percorso oppure in caso contrario torni indietro ma smetti di fare il ‘pazzo’ in strada”.

Hai praticato diverse discipline nella tua carriera.

"In realtà nasco pistaiolo, infatti ho corso in pista dal 1998 fino al 2018, in svariati campionali sia in Italia che in Europa: 125 GP, Supersport, Superbike, Stock 1000 e anche nella Supermoto, disciplina che mi è sempre piaciuta. Dal 2019 ho deciso di portare avanti la mia passione di sempre, le corse su strada, e così mi sono iscritto al CIVS nella classe 600, vincendo il titolo al debutto e riuscendo a siglare la mia prima Assoluta alla Saline-Volterra (prestigiosa Coppa che premia il primo tempo assoluto tra tutte le categorie, nde)”.

Hai guidato con successo la Supermoto sia in pista che in salita: quali sono le differenze tra i due stili?

“Premessa: anche in pista ho corso nella categoria Onroad agli Internazionali d’Italia Supermoto, dove le gare sono soltanto su asfalto. Le differenze sostanziali sono due: la guida su strada è molto pulita, quindi niente traversi, la seconda è dovuta al fattore conformazione del tracciato, che a differenza del circuito presenta molte più insidie (muretti, guardrail, rocce)”.

Un 2023 fitto di impegni


A metà luglio correrai il CIVS in casa.

“Sì, il 16 luglio ci sarà la mia gara di casa, a San Marino: sono molto felice di essere parte integrante di questo progetto, sono orgoglioso perché sono riuscito a portare una gara del campionato italiano nel posto in cui vivo, e per questo ringrazio la Federazione Motociclistica Sammarinese”.

Il 2023 si presenta ricco di cambiamenti e piuttosto impegnativo, con molte doppie prove.

“Il mio 2023 è ricco di appuntamenti. San Marino a parte, nel campionato italiano tutte le gare saranno doppie, per cui due manche di gara il sabato e due la domenica. Parteciperò sia al CIVS che all’Europeo in Salita nella Supersport con la Yamaha R6, e ci sarà una grande novità che svelerò dopo aver sistemato gli ultimi dettagli”.

Al Manx Grand Prix 2023 correrai in doppia categoria?

“Sarò presente di nuovo nella Senior Class Supersport con una Honda CBR600RR e poi nella Lightweight con la Paton, e sarò un pilota del Team ILR, squadra di proprietà del 10 volte vincitore al TT Ian Lougher. Non vedo l’ora di lavorare con Ian, sono sicuro che riuscirò a imparare tantissimi segreti del tracciato grazie alla sua grandissima esperienza”.

Qual è la gara che più ti ha entusiasmato nel 2022?

“Sicuramente il Manx Grand Prix. Ho realizzato il sogno della mia vita, e mai avrei immaginato di riuscirci dopo aver corso per tanti anni in pista ad altissimi livelli. Ricordo ancora la fine del mio primo giro sul Mountain Course, sono tornato al paddock e ho impiegato circa un’ora per realizzare il tutto. Penso sia la gara più adrenalinica in assoluto, si va davvero forte sfiorando muretti, case, alberi, una corsa davvero folle ma estremamente affascinante, da affrontare ovviamente con una consapevolezza del rischio molto più alta rispetto a una gara in circuito”.

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