Polvere di stelle: la Germania di Ernst e dei fratelli Ostner

Polvere di stelle: la Germania di Ernst e dei fratelli Ostner

Seconda puntata dedicata alle aziende motociclistiche protagoniste oltre la “Cortina di Ferro”, meteore la cui celebrità risale al periodo tra le guerre mondiali

07.07.2021 ( Aggiornata il 07.07.2021 18:00 )

(Continua dalla puntata precedente)

La scorsa settimana ho cominciato a esporvi le mie ricerche sulla storia delle motociclette tedesche prodotte prima della guerra in quel territorio che poi venne rinchiuso dietro la “Cortina di Ferro” con il nome di Germania Est. È una storia a mio parere molto interessante perché quel periodo fra i due conflitti mondiali vide l’attacco determinato delle industrie italiane e di quelle tedesche al predominio tecnico e commerciale delle motociclette costruite in Inghilterra. Questo confronto fece emergere nuove tecnologie vincenti, soprattutto con Moto Guzzi, Benelli e Gilera da parte italiana, e con BMW, NSU e DKW in rappresentanza della scuola tedesca. La DKW in particolare, con i suoi evolutissimi motori a due tempi sovralimentati e non, si impose non soltanto nelle gare internazionali, ma anche sul mercato, diventando l’industria motociclistica più grande del Mondo.

Il suo successo generò emulazione in Germania, naturalmente con maggiore evidenza in Sassonia, dove la DKW aveva sede, e nelle vicine Turingia e Slesia (quest’ultima oggi in gran parte polacca), dando origine a numerose piccole e medie industrie motociclistiche che operarono in quegli anni, ma che chiusero i battenti o mutarono drasticamente l’indirizzo produttivo nel dopoguerra. Dopo Alge e Diamant, continuo questa panoramica cominciando dalla Ernst, attiva con modelli di pregio dal 1926 fino al 1930, quando la crisi economica mondiale la condannò alla chiusura.

Polvere di Stelle: l'evoluzione dei cavi flessibili nelle moto

Herbert Carl Otto Ernst


Herbert Carl Otto Ernst nacque a Breslavia l’8 gennaio 1893. Il padre, che lo riconobbe come suo figlio soltanto in un secondo tempo, era un fotografo ed era stato uno dei primi motociclisti della Slesia. Da lui, Ernst ereditò quindi la passione per la meccanica e per la guida delle moto, e a vent’anni si cimentò con successo nella Velocità. Il promettente inizio fu però interrotto dallo scoppio della Grande Guerra; Ernst si arruolò volontario e fu destinato al corpo dei motociclisti sul fronte orientale, poco dopo però venne trasferito all’aviazione, divenne pilota da caccia, fu promosso sergente e ottenne numerose vittorie nei duelli aerei. A pace conclusa, tornò alle moto e alle corse. Nel 1924, guidando una AJS “Big Port” si laureò campione tedesco della 350; nel 1926 con la stessa moto vinse la sua classe nel Gran Premio dell’Avus e l’anno dopo tornò campione tedesco della 350. Era insomma uno dei piloti più forti in Germania, ma era anche un imprenditore di successo, avendo la rappresentanza per la Slesia della marca AJS. Inoltre, dal 1926 dirigeva la Ernst-Werke Motorenbau da lui fondata per produrre motociclette a Breslavia. Influenzato dalla sua conoscenza dei modelli inglesi, Ernst orientò la scelta produttiva su moto di qualità, inizialmente con motorizzazioni Kuchendi 350 e 500 cm³ caratterizzate dalla distribuzione monoalbero a tre valvole in testa (Kuchen sperimentò anche una distribuzione desmodromica di sua concezione).

Già nel 1928, però, passò ai celebri motori svizzeri MAG nelle cilindrate 350, 500, 600, 750 e 1000 a valvole in testa, tra questi era monocilindrico il 350, bicilindrici a “V” longitudinale tutti gli altri propulsori. Le motociclette Ernst-MAG furono apprezzate in Germania, vinsero anche numerose corse con i piloti ufficiali Landolph Rhode, Edgar Kittner e Orlindo Geissler, ma quando l’impegno economico, a seguito della crisi, si fece pressante, Ernst decise di chiudere i battenti e di dedicarsi esclusivamente alla vendita delle AJS. Scoppiata nuovamente la guerra, nella fase finale, quando la Germania stava soccombendo e l’armata rossa avanzava inesorabilmente, Ernst fuggì ad Haag am Hausruck, in Austria, città natale di Lille, sua seconda moglie, poi alla fine della guerra si stabilì a Mannheim, nella Germania Occidentale, dove lavorò nella concessionaria Volkswagen del suo amico e pilota automobilistico Ernst Islinger. Morì dopo il 1954 a seguito di una grave malattia.

Ostner Dresden


Ostner Dresden, O.D., questa azienda fu fondata a Dresda da Willy Ostner nel 1921. Dapprima si occupò soltanto della commercializzazione di componenti meccanici, quindi dal 1923 iniziò a costruire telai speciali per motociclette. Con Willy Ostner lavorava il fratello Carl, ottimo telaista e corridore in moto, che già aveva fatto esperienza presso un’altra fabbrica di Dresda, la Renner & Poppe; a loro si aggiunse nel 1925 l’ingegnere Herr Pobel, anch’egli specialista nelle strutture della ciclistica. Quando, nel 1927 l’azienda decise di impegnarsi nella costruzione di motociclette, il risultato fu eccellente e innovativo: le moto O.D. erano robustissime e stabilissime, grazie alla soluzione del motore montato come elemento stressato del telaio.

Quanto ai propulsori, i fratelli Ostner diedero la preferenza agli ottimi MAG e con questi impostarono una gamma di modelli da 350 a 1000 cm³ sia in versione sciolta che con sidecar prodotti in proprio. Fino al 1930 le moto O.D. godettero di un buon successo sia in campo commerciale che sportivo, dove colsero numerose affermazioni nelle gare nazionali di Velocità anche della categoria sidecar. Nel 1930, però, la crisi economica ridusse drasticamente le vendite dei modelli più costosi e anche la O.D. dovette adeguare la propria gamma puntando soprattutto su una nuova motocicletta economica di 200 cm³ con motore Jlo a due tempi e su veicoli commerciali a tre ruote per le consegne urbane.

La produzione delle motociclette continuò fino al 1936. Dopodiché l’azienda si concentrò su veicoli leggeri da trasporto a tre e quattro ruote e su rimorchi per uso stradale e agricolo. Nel 1942 cominciò a produrre munizioni da mitragliatrice per l’esercito; dopo la guerra l’azienda fu nazionalizzata dal governo della Germania Est e Willy Ostner la rifondò a Sulzbach-Rosenberg, in Baviera, continuando la costruzione di veicoli da trasporto. Nel 1955 la fabbrica venne acquistata dal gruppo Faun, che l’ha tenuta in vita fino al 1989.

A proposito di Carl Ostner ho accennato prima alla Renner & Poppe, un’azienda di Dresda della quale, pur avendo prodotto motociclette dal 1924 al 1932, si hanno pochissime notizie. In catalogo ebbe modelli di diverse cilindrate, quasi tutti con prestigiosi motori inglesi: i Barr & Stroud 350 e 500 con distribuzione a singola valvola a manicotto mobile (una soluzione in voga soprattutto sui motori aeronautici fino alla Seconda Guerra mondiale), e i JAP a valvole laterali da 200 a 996 cm³. Risulta che furono adottati anche i motori tedeschi Kühne e Küchen. Il marchio posto sul serbatoio delle moto era R.O. che stava per “Renner Original”.

continua

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