Polvere di stelle: la storia in esposizione a Lugo e Bologna

Polvere di stelle: la storia in esposizione a Lugo e Bologna

Due mostre raccontano capitoli del motociclismo in Emilia-Romagna: Lugo ha omaggiato la Diemme, Bologna celebra le aziende attive sotto le Due Torri

09.11.2021 22:04

A Bologna ci sono tanti musei, diverse collezioni private di grande valore, ma soprattutto , per chi ama la storia del progresso tecnico, c’è il Museo del Patrimonio Industriale, una splendida, affascinante e coinvolgente vetrina della creatività e dell’operosità bolognese in tutti quei settori dell’industria che hanno dato fama e ricchezza alla città.

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Bologna


Il Museo, ricavato ristrutturando sapientemente un’antica fornace nella periferia bolognese, in via della Beverara 123, in questi ultimi anni ha dedicato ampio spazio alle motociclette: già negli anni Venti erano attive a Bologna diverse industrie motociclistiche, e a questo decennio il Museo del Patrimonio Industriale dedicò nel 2004 una prima mostra e un’accurata pubblicazione. Lo stesso fece nel 2006 per il decennio successivo e nel 2008 per gli anni della ricostruzione post-bellica, dal 1946 al 1950. Ora, dopo aver curato due mostre, dedicate una alla Italjet e l’altra alla CM, e superate le difficoltà create dalla pandemia, il Museo propone una nuova mostra sulle industrie motociclistiche bolognesi attive negli anni Cinquanta e Sessanta.

 

Attraverso un’accurata indagine condotta su documenti, interviste, immagini, giornali e riviste del tempo, il curatore della mostra, Antonio Campigotto, è riuscito ad allestire un percorso espositivo composto da 32 modelli di grande interesse, in parte restaurati, in parte perfettamente conservati. Fra questi si distinguono moto da competizione, come la Morini Re Bello 250, modello precursore della 250 bialbero da Gran Premio, le Mondial 125 e 175, e le leggendarie Ducati “Marianna”, 125 GP Bialbero e 125 GP Desmo. Ma la più emozionante – per grinta, tecnologia e rarità – è senz’altro la minuscola Demm 50 bialbero del 1961, un mini-bolide prestato dal Museo Demm di Porretta Terme. Tra le moto stradali spiccano invece le bicilindriche Berneg e Comet, la bellissima Ducati 175 Sport, la MM 250 Supersport, la BM 175 Sport e alcune autentiche rarità come la Fochj-NSU 98, le Mengoli 160 e 175 e la Italmoto 160 che – acquistata dalla Maserati – diede vita alla sezione motociclistica della marca del Tridente.

L’esposizione dei modelli è valorizzata da sette filmati d’epoca provenienti dall’Istituto Luce, di cui uno a colori focalizzato sul Motogiro del 1957 e sulla fabbrica Ducati. Vi sono inoltre tre multivisioni che presentano le pubblicità apparse sulle riviste di settore, un album fotografico del motociclismo bolognese e una selezione di immagini sull’attività sportiva della Ducati dal 1955 al 1960. Vi è infine una banca dati contenente informazioni preziose, schede tecniche e immagini dei 98 produttori di moto attivi nel bolognese dal 1904 al 1960.

Grazie alla collaborazione con il Museo Ducati, durante il periodo d’apertura della mostra, dal 17 ottobre 2021 al 15 maggio 2022, cinque modelli della Casa di Borgo Panigale, saranno sostituiti a rotazione da altri importanti esemplari da corsa del decennio di riferimento, con preventiva comunicazione sulle pagine Facebook dei due musei. Informazioni sono reperibili sul sito www.museibologna.it/patrimonioindustriale, oppure telefonando allo 051/63.56.611.

Lugo e la Diemme


Che cosa hanno in comune campioni come Mario Lega, Giovanni Proni, Otello Buscherini, Johnny Cecotto, Marco Lucchinelli, Vinicio Salmi e Franco Uncini? Un nome: Diemme. Si stratta di un marchio che tutti gli appassionati di motociclismo che hanno vissuto o studiato ciò che avvenne nel mondo delle corse fra il 1973 e il 1981 conoscono bene, ma per i più giovani lettori di questa rubrica ne spiego il significato: Diemme è una fabbrica di macchine enologiche con sede a Lugo di Romagna, un’azienda affermata in ambito internazionale che nel 1973 improvvisamente fece irruzione nell’ambiente delle corse di Velocità in moto.

Rino Melandri, il titolare, racconta: “Io non sapevo nulla di motociclette, ma un giorno venne da me un mio dipendente che aveva sposato la sorella di Giovanni Proni, un bravo corridore mio concittadino la cui carriera a suo giudizio aveva bisogno di un sostegno economico e pensai di darglielo. A Lugo c’erano due Moto Club: l’Enal San Lorenzo che appoggiava Proni, e il Baracca al quale era iscritto Mario Lega, un altro pilota locale molto promettente. Ci furono un po’ di pressioni da entrambe le parti, così decisi che non avrei aiutato soltanto Proni, ma entrambi. A questo fine nacque la scuderia Diemme”.

Ai due piloti lughesi furono assicurate delle Yamaha 250 e 350 competitive e i risultati premiarono l’impegno di Rino Melandri: già nell’anno del debutto, il team collezionò due significativi terzi posti nei campionati italiani delle classi 250 e 350, rispettivamente con Lega e Proni, preceduti soltanto dagli ufficialissimi Giacomo Agostini, Renzo Pasolini e Walter Villa. L’anno dopo Lega con due vittorie e ottimi piazzamenti conquistò il titolo italiano della 350 e nel 1975 lo stesso titolo andò a Proni. Indubbiamente una partenza sorprendente per una squadra privata, risultati costanti al più alto livello che accostarono il nome Diemme a quello dei team più blasonati.

Fu così che ebbe origine uno stretto rapporto fra Andrea Ippolito, titolare del Team Venemotos, direttamente assistito dalla Yamaha, che puntava fortemente sul suo pilota Cecotto, e la Diemme, e questo accordo, che fece di Lugo la base europea della squadra venezuelana, favorì la crescita ulteriore della scuderia di Rino Melandri.

Da quel momento alcuni dei più forti piloti non accasati trovarono nella Diemme moto competitive e assistenza tecnica competente e sempre disponibile. Nel 1980 la squadra lughese cambiò nome e divenne “Ad Maiora”; le moto erano le Morbidelli 250 ufficiali cedute a Melandri da Giancarlo Morbidelli, ormai concentrato soltanto sulla 500. L’attività continuò fino alla fine del 1981, anno in cui la Ad Maiora guidata Paolo Ferretti si impose nel campionato italiano e Roland Freymond colse il terzo posto nel Mondiale della 250, ma dopo aver colto tante soddisfazioni, e affrontato un impegno economico e organizzativo in continua crescita, la spinta si era esaurita.

Scritta la sua parte di storia del motociclismo, la scuderia Diemme chiuse i battenti. Questa grande avventura fa parte anche del patrimonio sportivo della città di Lugo, ed è per questo che l’amministrazione comunale, in accordo con Rino Melandri e suo figlio Massimo, ha allestito nell’affascinante sala delle Pescherie della Rocca una mostra che celebra le imprese della scuderia e dei suoi campioni. Aperta dal 16 al 24 ottobre, erano presenti documenti, gigantografie, moto da corsa che furono della Diemme, accessori racing dell’epoca, filmati e altri motivi di interesse.

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