Polvere di stelle: Ader, genio incontenibile

Polvere di stelle: Ader, genio incontenibile

Telefonia, aeronautica e motori: l’ingegnere francese che sperimentò il volo prima dei fratelli Wright fu protagonista con il propulsore V2 per la Cardan

27.11.2021 ( Aggiornata il 27.11.2021 11:39 )

Più volte su questa rubrica ho sottolineato la strettissima affinità fra il mondo dell’aeronautica e quello del motociclismo. Un rapporto che si esprime non soltanto nelle modalità basilari di guida di ambedue i veicoli, non soltanto nella continua ricerca del più favorevole rapporto fra peso e potenza, ma anche nelle rispettive storie industriali. Ebbene dopo aver presentato, molti anni fa su Polvere di Stelle, una vasta carrellata in più puntate di marchi più o meno famosi in cui motociclette e aeroplani insieme, o in periodi diversi, sono stati protagonisti, vorrei inquadrare ora alcuni nomi che furono proprio all’origine di questo stretto rapporto. Comincio dal più antico, e senz’altro noto soltanto a pochissimi appassionati della storia del volo.

Polvere di stelle: la storia in esposizione a Lugo e Bologna

Inventore


Si chiamava Clément Ader, ed era un ingegnere francese, nato il 2 aprile 1841 a Muret, una cittadina 25 km a sud di Tolosa, nel dipartimento dell’Alta Garonna. La madre era Antoinette Marthe, seconda moglie di François Ader, titolare di una falegnameria. Ingegnosissimo e ambizioso, a 16 anni, dopo aver visitato l’esposizione internazionale di Parigi e constatato il grande successo della bicicletta nella Capitale, acquistò un velocipede Michaux, il primo munito di pedali, e subito lo trasformò con diverse migliorie: ne alleggerì il telaio, lo dotò di ingrassatori, cuscinetti, pedali ergonomici con fermapiedi, infine avvolse i cerchi in legno delle ruote con un rivestimento tubolare pieno di caucciù. Portando in gara personalmente questa bicicletta, la fece conoscere e molti suoi concittadini ne furono attratti, per cui le sue ingegnose modifiche si tradussero anche in un piccolo successo commerciale. Un solo esemplare è giunto fino a noi ed è esposto al Conservatorio d’Arti e Mestieri a Parigi. Dopo la laurea, gli interessi di Ader si rivolsero alle ultime invenzioni sia nel campo meccanico che in quello dell’elettricità.

Nel 1878 brevettò un perfezionamento per i microfoni telefonici e un apparecchio più compatto di quello di Bell; due anni dopo organizzò la rete telefonica di Parigi e nel 1881 inventò il “théâtrophone”, un sistema di diffusione sonora fino a tre chilometri di distanza dal trasmettitore, in cui gli ascoltatori ricevevano parole e musica su due canali separati, uno per ciascun orecchio, dando origine al primo effetto stereo. Con le sue invenzioni, Clement Ader si garantì una notevole agiatezza economica, ma la frenesia con cui studiava sempre nuovi congegni in campi diversi gli impediva di dedicarsi semplicemente alla direzione e all’amministrazione della “Societe Industrielle des Telephones” da lui fondata. In particolare la sua mente era stimolata da un tarlo che risaliva alla prima gioventù, quando aveva costruito un pallone aerostatico ed era rimasto affascinato dai vari tentativi che all’epoca venivano effettuati per volare anche con il “più pesante dell’aria”. Il suo esordio nel mondo dell’aeronautica avvenne nel 1886, quando – dopo aver studiato a lungo la conformazione fisica e alare di uccelli e pipistrelli – costruì un velivolo che chiamò “Eole”, le cui ali, dall’apertura che raggiungeva i 15 metri, erano di forma estremamente simile a quella dei chirotteri.

L'Eole e l'Avion 


L’Eole pesava 300 kg ed era motorizzato da un quattro cilindri a vapore da circa 20 CV e 51 kg di peso, progettato e realizzato dallo stesso Ader, che poneva in rotazione un’elica a quattro pale, la cui sagoma si richiamava al profilo delle penne di un uccello. Il collaudo dell’Eole avvenne il 9 ottobre 1890: l’apparecchio, secondo le dichiarazioni di Ader, si sollevò da terra circa 20 centimetri, poi, dopo una cinquantina di metri rovinò al suolo e si distrusse. Mai domo, Ader ricostruì l’Eole chiamandolo questa volta “Avion II”, ma di questo si sa pochissimo: le fonti più accreditate affermano che non fu mai terminato, altre, basandosi anche in questo caso soltanto sulle affermazioni dell’ingegnere, riferiscono che fu sperimentato nell’agosto 1892 a Satory, vicino a Parigi, e che volò per circa 100 metri. I suoi tentativi comunque destarono l’interesse del Ministero francese della guerra, che finanziò un nuovo prototipo: Ader costruì così l’Avion III, ancora sagomato a pipistrello e con struttura in lino e legno. La propulsione questa volta contava su due motori a vapore, ciascuno da 30 CV, al servizio di due eliche simili a quelle già adottate sull’Eole.

Dopo alcune prove di rullaggio a Satory, il 12 ottobre 1897 tentò di alzarsi da terra, ma una raffica di vento portò il velivolo fuori pista danneggiandolo. L’esercito, che per la realizzazione del prototipo aveva già speso una somma di circa cinque milioni di dollari odierni, rinunciò a proseguire il finanziamento e Ader si dedicò ad altro, sostenendo però sempre di aver preceduto i fratelli Wright nel volo con il più pesante dell’aria. L’Avion III, ricostruito, troneggia oggi appeso sul grande scalone d’ingresso del Conservatorio d’Arti e Mestieri di Parigi. Nel 1909 pubblicò un libro intitolato “L’aviazione militare”, che conobbe dieci edizioni in cinque anni. In questa opera delineava con netto anticipo su tutti, e in modo dettagliato, le caratteristiche delle portaerei. Ader, comunque, era in difficoltà: con gli esperimenti sulle macchine volanti aveva dilapidato le somme guadagnate con i brevetti telefonici, giungendo addirittura al fallimento, dal quale riuscì a risollevarsi cedendo tutti i suoi brevetti e anche quelli in fieri, alla Société Industrielle des Telephones (SIT).

Motori a scoppio


Con l’inizio del nuovo secolo stava aumentando l’interesse nei confronti del motore a scoppio, specialmente per la trazione veicolare, e Ader intraprese questa nuova strada. Aveva già dimostrato di saper costruire motori a vapore e non ebbe difficoltà a comprendere i segreti dei propulsori endotermici a quattro tempi. Tra 1899 e 1901 progettò un bicilindrico a “V” trasversale che fu esposto alla quinta mostra internazionale dell’automobile a Parigi nel 1902 e che fu seguito l’anno dopo da una versione a quattro cilindri dello stesso schema. La SIT con questi motori iniziò a produrre vetture leggere, mentre un’altra società, la Moto Cardan, adottò il bicilindrico Ader su un suo modello; le caratteristiche di questo motore erano: alesaggio e corsa 66x70 mm, cilindrata 958 cm³, distribuzione a valvole di aspirazione automatiche e di scarico comandate da un’asta e da una camma posta in rotazione da un doppio ingranaggio calettato sull’albero motore e azionante anche il ruttore d’accensione.

La trasmissione era ad albero con coppia conica sulla ruota posteriore. Una Moto Cardan con questo motore risalente al 1904 è stata posta all’asta all’evento “Retromobile” del 2018 e venduta a 57.216 Euro. Nel 1903 Ader progettò un motore a scoppio V8 per la grande corsa Parigi-Madrid, ne allestì tre prototipi, ma non furono mai utilizzati. Successivamente l’inventore francese si applicò nuovamente a telefonia e telegrafia, depositò ancora numerosi brevetti e scrisse articoli e libri a carattere scientifico. Morì a Tolosa il 3 maggio 1925.

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