Polvere di stelle: Alessandro Anzani, il primo campione del mondo

Polvere di stelle: Alessandro Anzani, il primo campione del mondo

La storia del lombardo Anzani, che costruì la propria fama in Francia, come fenomenale pilota
e, successivamente, in qualità di imprenditore

27.12.2021 ( Aggiornata il 27.12.2021 10:50 )

Continuando sul filone dei pionieri del volo che furono anche costruttori di motociclette o di motori motociclistici, eccomi a parlare di Alessandro Anzani, un personaggio al quale più volte ho fatto riferimento in questa rubrica, ma senza addentrarmi nelle sue iniziative imprenditoriali legate a tutti gli aspetti del motorismo: motoscafi, automobili, motociclette, veicoli industriali, aeroplani.

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La storia di Anzani


Nato il 5 dicembre 1877 a Gorla, località oggi integrata nell’area metropolitana milanese, all’inizio Alessandro Anzani era un semplice meccanico appassionato di ciclismo che, trascinato da questa passione, cominciò nel 1897 a cimentarsi nelle gare. Un giorno, partecipando a una corsa all’Arena di Milano, strinse amicizia con il campione francese Gabriel Poulain, il quale lo convinse che in Francia avrebbe potuto iniziare una promettente carriera sportiva. Anzani, caricato da questa prospettiva, dopo aver espletato il servizio militare, nel 1900, partì per la lontana Saint Nazaire, in Bretagna, città natale di Poulain a 1200 chilometri da Milano; il campione francese lo ospitò e lo introdusse nel mondo del ciclismo agonistico in Francia. Qualche tempo dopo, essendosi inserito nel giro delle gare ciclistiche francesi, conobbe Henri Cornet e con lui si trasferì a Marsiglia dove l’amico gli mise a disposizione una sua officina, nella quale Anzani costruì il primo motore, un bicilindrico potente e leggero che collaudò nelle sue prime gare in moto.

Le opportunità per i tanti che, come lui, cercavano fortuna, non erano però a Saint Nazaire o a Marsiglia, bensì a Parigi, e nemmeno Anzani riuscì a resistere a lungo alle lusinghe della Capitale. Approdò quindi alla Ville Lumière e fu assunto da Élie Victor Buchet, già allora il più famoso elaboratore di Francia. Anzani si trovò dunque a perfezionare il proprio talento di meccanico in una “scuola” d’eccellenza; in breve divenne famoso come “Il mago della carburazione” e nessuno come lui sapeva mettere a punto i più sofisticati motori Buchet; in più, le prime gare importanti in motocicletta dimostrarono anche il suo notevole talento di pilota. Nel settembre 1902 al Parco dei Principi di Parigi fu organizzato un “campionato del Mondo” a cui aderirono i più forti assi del momento: Maurice Fournier su Clement quattro cilindri 12 CV, Marius The su Clement-Buchet 18 CV, e Sigonnaud su Clement-Buchet 14 CV. Alessandro Anzani partecipò in sella a una Hurtu con motore Hurtu da 16 CV e si piazzò secondo alle spalle di Fournier.

Notato dalla Alcyon, una delle marche motociclistiche francesi più importanti e strettamente legata alla Buchet, che le forniva motori stradali e da corsa, l’italiano ebbe modo di disporre di moto competitive e da quel momento furono moltissime le sfide che lo videro protagonista e primo al traguardo, sia in pista che su strada, che come pilota di allenatori meccanici per fendere l’aria ai campioni ciclisti nei tentativi di record o nelle gare di gran fondo. Fino al 1904 alternò le corse in bicicletta a quelle in moto, quindi si dedicò soltanto alle due ruote motorizzate. In moto ebbe anche due gravi incidenti: il primo nel 1902 in una gara al Parco dei Principi di Parigi, che gli causò l’amputazione di un dito del piede e gli impedì di lavorare (e di guadagnare) per un lungo periodo. In questa difficile situazione fisica e finanziaria fu aiutato dai colleghi, ciclisti e motociclisti, che parteciparono a una corsa al velodromo Buffalo, anche questo nella Capitale, per raccogliere fondi a favore del giovane italiano.

E non erano corridori “da sagra paesana”, bensì campioni, come il già citato Cornet, vincitore del Tour de France nel 1904, l’asso italiano più famoso del momento, Federico Momo, il campione svizzero Ernst Kaeser e il britannico Tommy Hall, recordman mondiale dell’ora nel 1903. Un secondo grave incidente gli capitò nel settembre 1903, ma l’anno dopo non soltanto tornò fra i protagonisti, ma addirittura divenne l’uomo da battere dopo la vittoria, a fine estate, nel campionato delle “un terzo di litro”, la categoria più contesa.

Pioniere


Tra l’altro, Anzani fu anche uno dei primi piloti professionisti a proteggersi con un casco. Su una sua biografia si legge che molto probabilmente l’ispirazione gli venne dall’Italia, cioè da Gabriele D’Annunzio, il poeta abruzzese che in veste di pilota d’aereo, come d’automobile, indossava sempre un copricapo protettivo. In realtà la tesi è soltanto parzialmente vera: a confezionare per lui un casco in cuoio a doppio strato fu sì un abruzzese, ma emigrato a Parigi, Luciano Di Lello, un abilissimo calzolaio fattosi apprezzare al punto da divenire fornitore delle scarpette del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Parigi. Di Lello inventò e brevettò anche il primo giubbotto con airbag incorporato e fu proprio Anzani a prestarsi come manichino per la foto di presentazione di questa geniale protezione.

Nel 1905 Alessandro Anzani conquistò notorietà internazionale. Il 6 aprile vinse, con una Alcyon-Buchet, la Coppa Hydra, la gara più prestigiosa del Parco dei Principi, promossa ed esaltata dall’Automobile Club di Francia e riservata alle moto di un terzo di litro. Il 24 luglio ad Anversa, sul velodromo Zurenborg, venne organizzato un altro “campionato del Mondo”, questa volta sbandierato come tale su tutti i giornali sportivi del Continente. Alessandro Anzani e il suo compagno di squadra André Pernette con le Alcyon-Buchet affrontarono in una sfida memorabile Jan Olieslagers, soprannominato “Il demonio di Anversa” e pilota ufficiale della Minerva. Il belga si rivelò all’altezza delle aspettative dei suoi concittadini, andando dannatamente forte nei primi quattro chilometri (su cinque) di gara, tanto da staccare Anzani di un giro, ma fu altrettanto sfortunato: lo scoppio di un pneumatico lo costrinse a fermarsi e così Anzani non ebbe alcuna difficoltà ad aggiudicarsi vittoria e titolo.

Il primato


Alessandro Anzani, primo “campione del Mondo” di motociclismo. Molti fra i più autorevoli testi di storia del nostro sport lo individuano come tale, pur precisando che tale corona fu attribuita al vincitore di una sola gara, oltretutto senza alcun riconoscimento ufficiale da parte della Federazione Internazionale dei Motociclisti, allora già esistente e con sede a Parigi. In ogni caso, Anzani non si montò la testa e proseguì sulla sua strada inseguendo nuovi obiettivi. Dopo aver realizzato il sogno di diventare un campione nel mondo delle corse in moto, nel 1906 vestì i panni dell’imprenditore, lasciò la Buchet, della quale era divenuto direttore di stabilimento, e investendo i guadagni realizzati con le vittorie nelle corse impiantò una piccola officina ad Asnieres, nei pressi di Parigi, assunse tre operai e diede inizio alla nuova attività di costruttore di motori.

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