Quella (s)volta che: il Tutagate e i suoi casi analoghi del passato

Quella (s)volta che: il Tutagate e i suoi casi analoghi del passato

Prima del guaio di Quartararo, anche Hayden ed Elias fecero un 6° posto sofferto e in condizioni similari

29.06.2021 ( Aggiornata il 29.06.2021 18:40 )

Il Tutagate che ha visto protagonista Fabio Quartararo negli ultimi giri del GP Catalunya ha tenuto banco per oltre una settimana. Colpa dell’unicità di un simile inconveniente e del mancato intervento della Direzione Gara che avrebbe dovuto fermare il francese per il tempo necessario a ripristinare le condizioni di sicurezza del suo abbigliamento.

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Nessun precedente, ma casi analoghi


Nonostante diverse ricerche non sono riuscito a scovare casi analoghi. Tuttavia ho riportato in superficie un episodio accaduto nella prima edizione del GP Qatar, nel 2004. Quel weekend passò alla storia per la penalizzazione di Valentino Rossi e Max Biaggi, retrocessi in fondo alla griglia perché alcuni membri dei loro team furono sorpresi a spazzolare e pulire la piazzola da cui i due big italiani sarebbero partiti in gara. Il romano finì 6° a 39 secondi da Sete Gibernau a cui il pesarese, caduto dopo cinque giri, dichiarò apertamente guerra, accusandolo della soffiata: “Speravo di avere una scusa per non parlargli e adesso ce l’ho. Sete è il mandante, mentre l’esecutore è Juan Martinez, suo capotecnico diventato famoso grazie a me”.

Nella 250, invece, l’assenza di dati pregressi su quel tracciato comportò distacchi importanti fin dalle qualifiche: in pole l’Aprilia di Sebastian Porto con 471 millesimi sulla Honda di Dani Pedrosa, oltre un secondo e un decimo sulla seconda moto di Noale e un secondo e 7 decimi sulla terza, rispettivamente affidate Alex De Angelis e Randy De Puniet. Quinto, a sei millesimi dal francese, Toni Elias con la Honda-Fortuna. Il nome dello sponsor non rispecchiò la situazione dello spagnolo, perché ai tempi la prima fila era composta da quattro moto, ma nulla in confronto a quanto gli accadde nel giro di ricognizione: la saponetta posta sul ginocchio destro si staccò e così Elias rientrò ai box per farsene mettere un’altra.

Costretto a partire dalla corsia box, Toni si rese protagonista di una rimonta memorabile: da 24° alla fine del primo giro, entrò nella Top 10 al quinto ma poco dopo come raccontò“L’ho persa (la saponetta, ndr) di nuovo e quindi ho continuato la gara appoggiandomi sulla parte in pelle della tuta finché non si è completamente consumata, e quando ho sentito che iniziavo a strisciare con la pelle del ginocchio ho dovuto smettere di appoggiarmi. Questo è stato un handicap molto importante”. In effetti dal terzo al dodicesimo giro girò sempre sotto il 2’05”9 spingendosi fino a 2’04”6, arrivando a meno di sei secondi da Franco Battaini, quarto. Quando però la pelle della tuta iniziò ad assottigliarsi, Elias alzò i suoi crono di un paio di secondi, ma riuscì a concludere al sesto posto – lo stesso a cui è stato confinato Quartararo per la duplice penalizzazione di Barcellona – a 14 secondi da Battaini: “Senza tutti questi problemi sarei potuto facilmente andare a podio”.

Il caso di Nicky Hayden e Jorge Lorenzo


Sei anni dopo a patire un simile guaio fu Nicky Hayden in occasione del GP Indianapolis. Scattato dalla prima fila, l’indimenticato Kentucky Kid perse la saponetta dopo pochi km: "Non riesco a credere a ciò che è successo, ho perso per un istante l’anteriore al terzo giro e il mio ginocchio sinistro si è incastrato su un tombino posto su un cordolo e così si è strappato il velcro. Mi ha quasi disarcionato dalla moto. All’inizio ho sentito un dolore acuto ma me ne sono accorto soltanto al traguardo. Qui ci sono molte curve a sinistra e da quel momento ho dovuto prendermela con molta calma". Curiosamente, anche il ducatista (sotto, con il particolare della ginocchiera sinistra ormai a pezzi) finì in sesta posizione, mentre la tuta bucata all’altezza del ginocchio risultò da buttare.

Restando in tema saponette va ricordato l’episodio di cui è stato protagonista Jorge Lorenzo nelle seconde libere del GP Argentina di due anni fa. Le immagini TV mostrarono le scintille che producevano a contatto con l’asfalto, a causa dei piccoli chiodi in titanio di cui erano dotate. In quel caso Danny Aldridge, direttore tecnico della MotoGP, chiese di toglierle e pochi giorni dopo la Safety Commission introdusse il divieto di utilizzare saponette con materiali metallici perché le scintille avrebbero potuto condizionare od ostacolare il campo visivo altrui.

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