Quella (s)volta che: la patria del Motoball

Quella (s)volta che: la patria del Motoball

In Francia, la disciplina è celebre grazie anche al russo Detsina, l’unico “pro”

01.07.2021 15:34

A differenza dell’Europeo di calcio, quello di Motoball, il calcio giocato in sella alle moto, previsto per l’inizio di agosto in Russia, è stato posticipato al 2022. Pressoché sconosciuto in Italia, il Motoball è molto amato in Francia, come dimostrano le 16 formazioni suddivise tra Elite 1 (Serie A) e Elite 2 (Serie B). Alle sette squadre certe di giocare nella massima serie si unirà la vincente dello scontro tra il Carpentras e il Voujeaucourt che si disputa il 26 giugno. La stagione regolare prende il via il 3 luglio con i campioni uscenti del Neuville impegnati sul campo del Monteux.

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Come andò l'anno scorso


Un anno fa, dopo la prima fase il Neuville si trovò con una vittoria, un pareggio e due sconfitte contro il SUMA (Sporting Union Motocycliste de l’Aube) Troyes, per 5-0 e 6-4. Se la vide brutta anche in semifinale perché dopo il 2-0 casalingo sul Monteux perse per 5-3. Tra le due sfide giocò la finale della Coppa contro il Troyes che, trascinato dalla doppietta di Roman Detsina, si impose per 3-2. Il ventottenne russo è l’unico professionista del campionato: sbarcò oltr’Alpe nel 2016, in punta di piedi, convinto da Evgeni “Genia” Eremenko, presente in Francia da un ventennio. Il connazionale, ai tempi allenatore del Troyes, fu la molla che lo portò a cambiare vita: “Volevo scoprire un nuovo mondo, ci sono molti russofoni a Troyes”.

Trovatosi a suo agio in questo comune di 62mila abitanti nel centro-nord del Paese, Detsina ha rifiutato diverse offerte: “Amo Troyes, la mia vita ormai è qui, mi piace la gentilezza delle persone, niente a che vedere con Mosca, dove tutti sono di corsa”. Veniva dal Metallurg, con cui si allenava due volte al giorno e aveva realizzato otto gol in 40 presenze nell’ultimo triennio. Non quello che si definisce un bomber, ma in Francia, nonostante giochi con la maglia numero due, e si sottoponga ad appena due sessioni di allenamento settimanali, si è trasformato: capocannoniere nel 2016 con 17 gol, vice l’anno seguente con 27 gol, di nuovo leader nel 2018 con 33 gol, terzo nel 2019 con 24 reti e ancora primatista l’anno scorso con 20 gol in otto incontri.

Le cifre si arricchiscono con 42 marcature nelle ultime quattro edizioni della Coppa nazionale. Il suo ingaggio è stato voluto dai proprietari del club, Yvan George e Michel Dufau: “Da quando l’abbiamo preso siamo passati dalla zona-retrocessione a competere per il titolo, è anche per lui che la gente viene a vederci”. Per assistere agli incontri dei Diavoli Rossi, che giocano allo stadio Gaston Arbouin, si pagano infatti otto Euro: sulle tribune si respira un’aria rilassata, da fiera di paese, nonostante il SUMA abbia una grande tradizione. Fondato nel 1939, vanta 22 Coppe nazionali e 16 scudetti, uno in meno del primatista Camaret, l’ultimo dei quali vinto nel 2019 a 20 anni esatti dal penultimo. “All’inizio portavo troppo il pallone, se lo passavo lo perdevamo, ma poi i giovani sono cresciuti” ha raccontato Detsina, confidando anche il sogno di essere naturalizzato e la volontà di giocare per altri tre lustri. D’altro canto, per il Motoball non serve una grande condizione fisica come dimostra il suo fisico: 1.83 per un peso forma, a suo dire, di 105 kg.

Nella finale di andata, il Neuville si riscattò battendo il Troyes per 3-1. Otto giorni dopo il SUMA sembrò deciso a far valere il fattore campo, davanti a mille spettatori malgrado la pioggia. Detsina segnò dalla distanza, poi raddoppiò con un tocco d’esterno sull’uscita del portiere. Non contento servì anche tre assist, permettendo ai padroni di casa di andare al riposo sul 5-2. Sembrava fatta ma nella ripresa il russo si trovò a calciare una punizione in attacco e la toccò all’indietro per Sébastien Mayeur che però non capì. Rubata palla, i rivali scattarono in contropiede e infilarono il 5-3. Poi su punizione mandarono in archivio il match con il 5-4. Sébastien Varoumas, allenatore del SUMA, non la prese bene: "Avevo detto di tirare le punizioni, non l’abbiamo fatto e ci hanno fatto gol, bisogna ascoltare l’allenatore". In moto come nel calcio...

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