Quella (s)volta che: Road Races, attenti all'Aprilia

Quella (s)volta che: Road Races, attenti all'Aprilia

Grazie al nuovo regolamento, la RS 660 può diventare regina delle corse su strada

16.08.2021 18:31

Prima Kawasaki, poi Paton e in futuro, probabilmente, l’Aprilia. Nell’arco di un decennio le gare riservate alle bicilindriche nell’universo delle Road Races irlandesi hanno visto avvicendarsi due costruttori, ma un terzo potrebbe scalzarli dal 2022. Merito del cambio di regolamenti deciso dagli organizzatori del Tourist Trophy che hanno portato a 700 cm³ il limite per competere in quella che fin dalla nascita, nel 2012, è stata battezzata Lightweight, recuperando la titolazione impiegata per le 250 due tempi. Alla North West 200, invece, scelsero subito di chiamarla Supertwins, nome che senza la S sarà usato anche al TT. Al debutto sul Triangle, nove anni fa, la Kawasaki fece subito valere la sua legge: discendevano dall’ER-6N le prime sette moto al traguardo, inclusa quella guidata da Ryan Farquhar che non soltanto completò per primo i quattro giri da 14,4 km ma monopolizzò il podio con le creature del suo team, il KMR.

Quella (s)volta che: serbatoi troppo...espansivi

Quante...intruse


La prima intrusa fu la Suzuki di Michael Sweeney, ottava a 34 secondi. Il mese dopo, sull’Isola di Man, furono quasi 182 i km di gara ma il risultato non cambiò: successo di Farquhar davanti a James Hillier e Michael Rutter. La prima non Kawasaki fu la Flitwick di Oliver Linsdell, nona a oltre due minuti. Nel 2013 le Kawasaki si presero i primi 27 posti della Lightweight al TT, ma già nell’edizione seguente, pur occupando l’intera Top 5 e piazzando 18 moto tra le primi 20, la Casa di Akashi intuì che una guastafeste era in agguato. Al sesto posto si piazzò infatti la Paton S1 di Linsdell, preludio al terzo gradino del podio su cui salì nel 2015 Rutter, a 37 secondi da Ivan Lintin. Nel 2016 la gara fu estesa a quattro giri ma il podio tornò a essere tutto Kawasaki. Ai piedi si fermarono Gary Johnson con la sorprendente cinese CF Moto, preparata da WK Bikes, e Stefano Bonetti con la Paton. Il “colpo di stato” avvenne quattro anni fa con Rutter, vincitore sulla Paton con nove secondi su Martin Jessopp.

Intuite le potenzialità della Casa di Cassinetta di Lugagnano (Milano), dal 2016 di proprietà di SC-Project, nel 2018 Joey Thompson portò una Paton alla NW200 e ottenne due terzi posti. Un degno antipasto per il TT in cui cinque Paton si piazzarono ai primi sei posti: vinse Michael Dunlop con Rutter terzo, poi Bonetti, Thompson e Ian Lougher. Nel 2019 la Paton infilò la doppietta: trionfo del bergamasco Bonetti alla NW200 (con Francesco Curinga sesto) e di Dunlop sul Mountain, con il corollario di altri quattro piazzamenti nella Top 8 in Irlanda del Nord. I due anni di stop hanno indotto gli organizzatori a una riflessione, spiegata da Paul Phillips, responsabile dello sviluppo del TT: “Sappiamo tutti è che i fans del TT amano la varietà e questa classe è destinata a offrire di più. L’opportunità di aggiungere varietà al TT è qualcosa che cerchiamo”.

Aprilia già pronta


Nell’annuncio si spiega che le modifiche permetteranno alle Yamaha MT-07 e YZF-R7 e all’Aprilia RS 660  di gareggiare in questa classe. L’Aprilia è già pronta per un’approfondita prova su strada nelle mani capacissime del maestro italiano delle classi medie, Stefano Bonetti. Già vincitore al NW200 e nei quartieri alti del TT, Bonetti gareggerà con la RS 660 in Salita quest’anno, una serie che ha vinto nel 2020. Bonetti è entusiasta: “La mia moto ha 98 cavalli e ho rifatto soltanto marmitta e centralina. Lavorando su bielle, pistoni, albero a camme e altro si può salire ancora. La Paton della NW200 ne aveva 100 e un impianto frenante al top, con pinze Brembo costose. La S1 in versione racing costa però 42mila euro mentre l’Aprilia base si trova a 11mila e quella da trofeo a 18mila. Si tratta di una moto già buona, che va forte, con una ciclistica ottima. Se poi ci puoi spendere dei soldi hai una moto vincente, speriamo nell’appoggio dell’Aprilia”. Lo stesso Bonetti è invece scettico sulla Yamaha: "Il motore originale ha 75 CV, bisognerebbe prepararla tutta per guadagnare parecchio. Mi hanno raccontato che tanti in Irlanda stanno vendendo le Kawasaki, probabilmente per passare all’Aprilia, anche se magari qualcuno proverà anche la Yamaha". 

Quella (s)volta che: la patria del Motoball

 

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi