Quella (s)volta che: tagliare il traguardo, a ogni costo

Quella (s)volta che: tagliare il traguardo, a ogni costo

Al Bol d’Or, LRP Poland ha tagliato il traguardo a... spinta. Come Zarco e Dovi in MotoGP qualche anno fa

18.10.2021 ( Aggiornata il 18.10.2021 20:11 )

Tra le venti moto che hanno tagliato il traguardo del Bol d’Or, lo scorso 19 settembre, c’era la BMW S 1000RR del Team LRP Poland, classificato al 18° posto: 104 i giri di ritardo dallo Yoshimura SERT Motul vincitore della gara di durata transalpina. Non una grande impresa, verrebbe da dire di primo acchito. Eppure la settimana di Julian Puffe, Stefan Kerschbaumer e Kamil Krzemien era partita alla grande con il nono posto in qualifica, davanti a Moto Ain, l’equipaggio che, con Roberto Rolfo, sarebbe poi salito sul secondo gradino del podio.

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L'impresa di Kerschbaumer


Nelle prime sei ore di gara il trio in questione ha battagliato a cavallo della Top 10, ma con il calare del buio l’equipaggio del team polacco è stato costretto a sostituire frizione e forcellone. Ritrovatosi al 33° posto dopo otto ore, il team è risalito al 23° a metà gara. Dalla sedicesima ora alla fine della terzultima, i tre hanno visto crescere di soli tre giri il distacco dai battistrada, da 58 a 61 giri. Ma all’avvicinarsi dell’ultima ora di gara il motore della BMW è rimasto vittima di un guasto irreparabile che ha portato al rientro ai box: il contagiri segnava 599 e alla bandiera a scacchi restavano un’ora, sette minuti e sette secondi.

Molti, a quel punto, avrebbero gettato la spugna, invece Kerschbaumer ha imbracciato la moto e ha iniziato a spingerla lungo i 5673 metri del Paul Ricard, effettuando il giro numero 600. Ciò ha permesso al team di conquistare l’ottavo posto nella classifica EWC con relativi 15 punti, oltre ai quattro guadagnati per il settimo posto di categoria dopo due terzi di gara. L’articolo 1.24.5 del regolamento del Mondiale stabilisce infatti che per essere considerati classificati bisogna aver completato almeno il 75 percento dei giri dei vincitori della propria classe e aver attraversato la linea del traguardo (non attraverso la pit lane) entro cinque minuti dall’arrivo del vincitore.

Un finale eroico, sottolineato dal team principal Bartlomiej Lewandowski: “Abbiamo fatto qualcosa di assolutamente straordinario. Fin dall’inizio i nostri piloti hanno avuto un gran ritmo e puntavamo a lottare per la Top 5. Purtroppo siamo una delle squadre rimaste vittime del lunghissimo rettilineo. Abbiamo deciso di spingere la moto per ringraziare tutti i nostri tifosi e followers per essere rimasti con noi per l’intera gara. Stefan ha impiegato un’ora intera, è stata una bella sfida ma ce l’ha fatta. Avevamo le lacrime agli occhi mentre il pubblico lo acclamava al traguardo”. L’austriaco Kerschbaumer, 32 anni la prossima settimana, è un habitué del campionato tedesco Superbike, nel quale è giunto quinto nel 2017 e 2018, ma anche nel mondiale Endurance vanta parecchia esperienza: nel biennio 2019-20 ha corso con GERT56 conquistando il terzo posto in Coppa del Mondo, risultato che aveva già ottenuto nel 2016 con Voelpker NRT 48 by Schubert-Motors.

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A spinta tagliò il traguardo quattro anni fa a Misano in MotoGP Johann Zarco. A un giro dalla fine il francese era settimo a 29 secondi dal duo di testa, composto da Marc Marquez e Danilo Petrucci. Ma all’ultima curva la sua Yamaha restò a secco e così il portacolori Tech 3 scese a spingere l’M1 fino all’arrivo. In tal modo il transalpino fu classificato 15°, primo dei non doppiati, e prese un punto. Zarco poi raccontò che “Il problema al carburante si è manifestato alla Curva 11, così sono rimasto in sesta marcia e ho usato il motore al minimo. Questo ha funzionato fino alla 14, ma nelle ultime due curve è andata sempre peggio. Dall’ultima curva sono stato costretto a scendere dalla sella e spingere. Sapevo che ci sono due linee, quella di partenza e d’arrivo, e quest’ultima è davvero distante. È un bene avere il pubblico per queste cose. Almeno ho fatto spettacolo”.

Non avrebbe dimenticato un arrivo a spinta nemmeno Andrea Dovizioso: steso dal compagno Andrea Iannone all’ultima curva del GP Argentina 2016, il forlivese portò la Ducati al traguardo (tredicesimo a 1’33” dal vincitore Marquez), ottenne tre punti e soprattutto un rinnovo che sembrava tramontato. Un rinnovo che ha permesso a Dovi di vivere le migliori annate in MotoGP.

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