Quella (s)volta che: Marc Marquez e il salto della rana

Quella (s)volta che: Marc Marquez e il salto della rana

Il salvataggio di Marquez nella Q2 di Misano “ispirato” dal calciatore Blanco?

19.11.2021 ( Aggiornata il 19.11.2021 21:20 )

Individuare l’istante preciso in cui Marc Marquez ha vinto il GP Made in Italy e dell’Emilia Romagna non è così scontato. In termini puramente oggettivi è accaduto quando ha tagliato il traguardo in prima posizione o meglio ancora quando è stato ufficializzato il risultato. Dal punto di vista sostanziale è risultata decisiva la caduta di Pecco Bagnaia al quintultimo giro, sia per la posizione guadagnata che soprattutto per gli otto secondi di vantaggio che Marc aveva a quel punto sul primo inseguitore, Pol Espargaró. Qualcun altro potrebbe invece pensare che Marc abbia vinto nei giri precedenti, mettendo sotto pressione il ducatista, costretto a girare con tempi da record per liberarsi della sua compagnia.

Quella (s)volta che: tagliare il traguardo, a ogni costo

Una vittoria costruita in qualifica


A costo di andare controcorrente ritengo che invece lo spagnolo avesse posto le basi già al sabato, in Q2, con l’asfalto umido. In occasione del suo secondo giro, alla seconda curva della pista, con il ginocchio a terra, gli è partito il posteriore e lo scossone gli ha fatto perdere l’appoggio sulla pedana destra. Rialzata la Honda, la ruota dietro ha riacquistato aderenza ma gli ha fatto staccare anche il piede sinistro. A quel punto, con il corpo sbilanciato in avanti e la chiusura del gas, si è ritrovato con il busto in posizione orizzontale una trentina di centimetri sopra il serbatoio. Ciò unito alle mani salde sul manubrio gli ha garantito l’ennesimo salvataggio straordinario della carriera (favorito forse dal fatto che si trattava di una curva a sinistra). Se fosse finito a terra da quell’altezza le conseguenze per l’omero operato avrebbero potuto essere devastanti, ma anche una semplice botta, impedendogli di disputare ulteriori giri, sarebbe stata decisiva. L’unico crono fatto registrare fino a quel punto gli era infatti stato cancellato, quindi sarebbe sfilato al 12° posto della griglia. Da lì la sua rimonta sarebbe stata più difficile e non sarebbe certo transitato alla fine del primo giro di gara al terzo posto.

Eppure, intervistato al termine della sessione, Marquez non se ne è vantato: “Normalmente i salvataggi mi piacciono, ma questo no. Non mi è piaciuto a causa del forte dolore alla spalla che mi ha procurato per mezzo minuto, è stato per il tik toker che era qui (Khaby Lame, ospite a Misano, ndr). Quest’anno ne ho fatti pochi, ma stavolta non mi sono divertito, sono soltanto stato fortunato, a volte quando perdo l’anteriore metto giù il gomito e mi salvo, ma stavolta mi è partito il posteriore e quando ho riaperto gli occhi mi sono ritrovato sulla moto”. Il fermo immagine del trick è molto simile al movimento che effettua in occasione del flag-to-flag: al rientro ai box, una volta fermatosi, sposta la mano destra sul serbatoio della moto che sta per lasciare e appoggia la sinistra sull’altro serbatoio. Facendo leva come un ginnasta, riesce a portarsi sull’altra sella senza toccare terra con i piedi.

Somiglianze calcistiche


Per il movimento delle gambe e la posizione del tronco questa postura mi ha fatto venire in mente la giocata caratteristica del calciatore Cuauthémoc Blanco. Per liberarsi di una duplice marcatura il messicano si inventò la Cuauhtemiña: incastrato il pallone tra i talloni, saltava a piedi pari in avanti lasciando libera la sfera solamente dopo aver oltrepassato le gambe altrui. Ribattezzato “salto della rana” divenne celebre il 13 giugno 1998. Allo Stade de Gerland di Lione si affrontavano Corea del Sud e Messico. Gli asiatici passarono in vantaggio ma nella ripresa i verdi ribaltarono il risultato vincendo 3-1. Quel giorno Blanco esibì per ben due volte il suo marchio di fabbrica, uccellando entrambe le volte Lee MinSung. Quattro anni dopo, al Mondiale, affrontò l’Italia nell’ultima gara del girone e dimostrò di non essere soltanto un circense. Dopo cinque minuti fece ammonire Fabio Cannavaro e al 34’ pennellò un cross per la testa di Jared Borgetti che infilò Gigi Buffon. Nella ripresa non riuscì a resistere e mise in atto la sua Cuauhtemiña lasciando sul posto Cannavaro e Gianluca Zambrotta. Come ha sperimentato Marquez a Misano, in presenza del pubblico italiano queste acrobazie hanno più gusto.

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