Quella (s)volta che: quando il 46 non era un simbolo

Quella (s)volta che: quando il 46 non era un simbolo© MotoGP.com

Il numero di Valentino Rossi accompagnò diversi piloti prima del pesarese, compresi papà Graziano e persino... Biaggi

16.01.2022 ( Aggiornata il 16.01.2022 19:35 )

Pur non essendo stato ufficialmente ritirato dalla Dorna, difficilmente rivedremo il numero 46 nel Motomondiale.

Al momento sono otto i numeri accantonati: il primo della serie fu, nel 1995, l’iconico 34 di Kevin Schwantz, a cui si aggiunsero negli anni Dieci del Terzo Millennio il 74 di Daijiro Kato, il 48 di Shoya Tomizawa, il 58 di Marco Simoncelli e il 65 di Loris Capirossi. Nell’ultimo lustro analogo tributo è stato riservato al 39 di Luis Salom, al 69 di Nicky Hayden e, lo scorso giugno, al 50 di Jason Dupasquier.

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Il 46 di Goddard


Prima di Valentino l’ultimo a impiegare il numero 46 era stato Peter Goddard al GP Australia 1993 della 500, disputato da wild card in sella Suzuki RGV 500 del Team Lucky Strike. Nono in qualifica, l’australiano non raccolse nemmeno un punto: l’anno precedente, con il 21 sul cupolino, ne aveva totalizzati 18 con la Roc-Yamaha, conquistando un memorabile quinto posto a Donington, anche se a un minuto e quattro secondi dal vincitore, il connazionale Wayne Gardner.

Goddard si servì del 46 pure nel 1991 con la Yamaha 500 del Team Hayashi, ma anche in quell’occasione corse una sola volta, in Giappone, conquistando un punto: giunse infatti 15° a 1’23” da Schwantz ma precedendo sette colleghi. Ai tempi non tutti i privati avevano una numerazione fissa: per esempio Simon Buckmaster si barcamenò tra il 36, 37 e 39 e Hans Becker tra 35, 36, 38 e 40. Così in occasione della terza gara stagionale, il GP Usa, il 46 passò a Robbie Petersen, schierato dal Team Roberts assieme all’altra wild card Rich Oliver che si prese il 97, e agli ufficiali Wayne Rainey e John Kocinski. Dei tre compagni di squadra al traguardo (Kocinski patì un high side al settimo giro) Petersen fu il peggiore ma nonostante il doppiaggio subito dal campione in carica giunse 12° e quindi conquistò quattro punti, i suoi soli nel Mondiale.

Da Molenaar a Biaggi


Chi invece nel 1991 esibì il 46 per l’intera stagione fu Arie Molenaar in 125: con la Honda del Team Sharp Samson l’olandese disputò 12 dei 15 GP ma prese punti soltanto nel GP Gran Bretagna, chiuso all’11° posto, e al GP Malesia, terminato al 14° posto, entrambi con oltre 45 secondi di distacco da Capirossi. Con i sette punti guadagnati chiuse la stagione al 30° posto e così l’anno seguente passò al numero 30.

Pur guidando un’Aprilia, nel Mondiale 1992 non riuscì però mai ad andare in zona punti perché proprio quell’anno fu deciso di attribuirli soltanto ai primi dieci classificati.

Sempre nel 1991, nella quarto di litro il 46 passò più volte di mano. A Le Mans e Donington fu attribuito al britannico Kevin Mitchell (Yamaha) che però non incassò alcun punto. Al GP San Marino, insolitamente disputato al Mugello, il 46 fu invece assegnato a un pilota che, sportivamente parlando, l’avrebbe odiato per almeno un decennio. Già, proprio lui, Max Biaggi, che quell’anno riuscì a correre soltanto quattro gare essendo impegnato nel campionato continentale della 250, sempre con l’Aprilia: il romano si aggiudicò il titolo europeo con nove lunghezze di vantaggio sullo svizzero Eskil Suter. Nel Mondiale debuttò con il 60, poi scese al 58 e infine prese il 46, sempre con le insegne del Team Italia. E proprio con il 46 si piazzò al 12° posto nel GP sulle colline toscane, a 43 secondi da Luca Cadalora.

Serve invece tornare al 1986 per trovare un pilota sul podio nel Mondiale con il 46 prima che Rossi lo facesse diventare un feticcio: teatro il GP Francia della 250, dove tra le wild card c’era anche Etienne Quartararo, papà di Fabio. A Le Castellet, Dominique Sarron giunse terzo con la Honda NSR 250 a cinque secondi da Carlos Lavado. Due settimane dopo, quando trionfò a Silvestone, il transalpino era passato al 31. Sempre nel GP Francia della 250, ma del 1982 a Nogaro, Jeffrey Sayle chiuse terzo con il 46 a soli 76 centesimi dal vincitore, Jean-Louis Tournadre. Incredibilmente l’ultimo a conquistare un GP con il 46 prima di Valentino era stato il padre Graziano al GP Jugoslavia 1979 della 250 a Rijeka. Quell’anno Rossi senior trionfò anche ad Assen con il 44 e in Svezia con il 47.

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