Quella (S)volta Che: quando le moto italiane fanno poker

Quella (S)volta Che: quando le moto italiane fanno poker

Quattro moto tricolori al top: prima di Assen 2022, i precedenti di Imola e Mugello

01.08.2022 ( Aggiornata il 01.08.2022 20:11 )

Uno, due, tre, quattro. Ad Assen, le moto italiane hanno realizzato uno storico poker: le Ducati di Pecco Bagnaia e Marco Bezzecchi sui due gradini più alti del podio, con le Aprilia di Maverick Viñales e Aleix Espargaró in terza e quarta posizione.

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Il 1972


Per ritrovare i primi quattro posti della top class monopolizzati dai costruttori del nostro Paese bisognava tornare al GP Nazioni del 21 maggio 1972, un sabato trionfale per il motorismo italiano: la Targa Florio venne vinta da Arturo Merzario e Sandro Munari con la Ferrari 312-P davanti a due Alfa Romeo 33 TT. A Imola Renzo Pasolini con l’Aermacchi si aggiudicò la gara della 250 mentre Giacomo Agostini con la MV Agusta si prese 350 e 500. Nei 37 giri di quest’ultima Ago rifilò un minuto, 35 secondi e otto decimi ad Alberto Pagani con la moto gemella. Terzo fu a lungo Jack Findlay prima di essere fermato da un guasto alla sua Jawa. Sul podio salì allora Bruno Spaggiari, pur doppiato, davanti a Paul Smart, quarto a due giri, ambedue con la Ducati bicilindrica. Quello fu il primo podio in classe regina della Casa di Borgo Panigale, che per il bis avrebbe dovuto attendere 31 anni con la MotoGP.

Nove furono i piloti al traguardo della 500 sui 30 partenti, anche se le cronache evidenziano che soltanto un paio finirono in ospedale: Giovanni Perrone soffrì di un trauma cranico e della frattura della clavicola sinistra mentre Karl Auer si ruppe il dito medio della mano sinistra e rimediò la sospetta frattura della scapola omerale sinistra. Il terzo ricoverato fu Luciano Spinello, per il ruzzolone nella classe 50, conclusasi con la scazzottata tra Angel Nieto e Jan Huberts.

SBK, anno 2012


Curiosamente ad Assen andò in scena anche l’ultima quaterna delle moto italiane in Superbike: Gara 1 del 22 aprile di dieci anni fa fu interrotta dopo tredici giri causa pioggia. In testa nei primi 11 giri era rimasto il poleman Tom Sykes ma prima della bandiera rossa la sua Kawasaki alzò bandiera bianca.

Montate le rain, i piloti tornarono in sella per gli ultimi nove giri: nelle battute iniziali uscirono di scena Jonathan Rea (Honda), che era stato secondo nella Superpole, e la BMW di Leon Haslam, così come le Suzuki di John Hopkins e Leon Camier. Al terzultimo giro volò via pure Ayrton Badovini che stava assaporando l’ebbrezza del comando con un’altra BMW. Con la pista ai limiti della praticabilità ebbe la meglio Sylvain Guintoli, con 2”633 su Davide Giugliano e 3”031 su Carlos Checa. La tripletta delle Ducati 1098R fu accompagnata dal quarto e quinto posto delle Aprilia RSV4 Factory di Max Biaggi ed Eugene Laverty.

Sesto fu Michel Fabrizio con la BMW, unico intruso nel settebello tricolore perché la Ducati conquistò pure settimo e ottavo posto con Jakub Smrz e Niccolò Canepa. La prima moto giapponese fu invece la Kawasaki di Leandro Mercado, decimo a un minuto e nove secondi dal vincitore. Per il francese fu il primo trionfo in Superbike ma nella classifica finale della stagione fu soltanto ottavo e nessuna Ducati figurò sul podio: campione divenne Biaggi con mezzo punto su Sykes e terzo fu Marco Melandri con la BMW.

Il Sic al Mugello


La pioggia fu protagonista anche dell’ultima quaterna delle moto italiane nella classe intermedia. Nel 2009 al Mugello, in 250, Marco Simoncelli fece subito il vuoto con la Gilera: dopo un giro aveva tre secondi di vantaggio, dopo due passaggi oltre sei secondi e tre decimi. Le Aprilia di Mattia Pasini e Alvaro Bautista andarono però a prenderlo, completando l’aggancio dopo otto giri. Ma all’undicesimo giro lo spagnolo e il SIC si toccarono e furono costretti a un’infinita escursione sulla terra che fortunatamente riuscirono a controllare. Mattia ne approfittò per fuggire ma al penultimo giro fu riacciuffato dall’amico Marco che, dopo un duello finale passato alla storia, dovette inchinarsi soltanto per 117 millesimi.

La Casa di Noale conquistò pure terzo, quarto e quinto posto con Bautista, Thomas Lüthi ed Hector Barbera. Sesto a mezzo minuto Hiroshi Aoyama con la Honda: il duo nipponico perse la battaglia ma si aggiudicò il titolo iridato.

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