Quella (S)volta Che: l'Italia e il "salto indietro" in Moto2

Quella (S)volta Che: l'Italia e il "salto indietro" in Moto2

Il GP Austria ha offerto un dato negativo su cui riflettere

13.09.2022 ( Aggiornata il 13.09.2022 17:57 )

Ventuno agosto 2022, una giornata storica per il motociclismo italiano: Pecco Bagnaia è diventato il secondo ducatista dopo Casey Stoner a vincere tre GP consecutivi della classe regina e il secondo italiano dopo Valentino Rossi ad aggiudicarsi tre gare di fila della MotoGP.

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Erano invece 50 anni che un binomio italiano non conquistava tre successi di fila in 500-MotoGP: l’ultimo era stato Giacomo Agostini con l’MV Agusta nel 1972, anno in cui salì sul gradino più alto del podio nelle prime cinque gare, andò a vuoto ad Abbazia e poi vinse i sei successivi GP. A questa gioia ha fatto da contraltare lo “zero” legato ai piloti italiani in Moto2: zero come i punti conquistati dai nostri portacolori nel GP Austria. Il primo a uscire di scena è stato Alessandro Zaccone alla Curva 3 del secondo giro.

Nello stesso punto al giro 17 è andato giù Celestino Vietti Ramus mentre in quello successivo Tony Arbolino ha tamponato Lorenzo Dalla Porta, rimasto piantato in uscita di curva per noie tecniche e i due sono ruzzolati a terra. A quel punto non ci restavano che Niccolò Antonelli e Simone Corsi ma il portacolori Mooney-VR46 ha chiuso ai margini della zona punti, 16°, e il pilota MV Agusta si è fermato alla ventesima posizione.

Il precedente risale al 2015


Una disfatta storica perché l’ultimo GP della classe intermedia senza italiani a punti era stato il GP Gran Bretagna 2015. Ai tempi però schieravamo soltanto tre piloti stabilmente: Simone Corsi e Lorenzo Baldassarri con Forward Racing e Franco Morbidelli con Italtrans Racing, tutti su Kalex. E soprattutto, in Austria eravamo al completo, mentre in quel precedente “zero” mancava Morbidelli.

L’italo-brasiliano era stato il migliore nella prima parte dell’annata: quattro quinti posti e un sesto, poi la gioia del podio a Indianapolis ma alla vigilia di Silverstone si fratturò tibia e perone in allenamento e fu rimpiazzato da Federico Caricasulo. La pole del GP Gran Bretagna fu conquistata da Sam Lowes che partì in prima fila affiancato da Alex Rins e Johann Zarco. In terza fila con l’ottavo tempo Baldassarri, in quinta fila Corsi mentre Caricasulo fu 30° a oltre quattro secondi dal miglior crono. Sotto l’acqua il quartetto composto da Rins, Tito Rabat, Alex Marquez e Zarco fece il ritmo.

Il transalpino restò sornione finché al settimo giro prese la testa e in un paio di giri accumulò tre secondi e mezzo di vantaggio. Il gap continuò a crescere fino al tredicesimo giro, quando sfiorò gli otto secondi, ma poi Zarco tirò i remi in barca: vinse con tre secondi su Rins e quasi sei su Rabat.

Anche i “nostri” sembravano in palla nelle battute iniziali: al terzo giro Baldassarri era settimo e Corsi ottavo ma poi i loro destini si separarono. Il primo era 11° e il compagno al 20° quando al tredicesimo giro entrambi finirono a terra nel terzo settore.

Pur ripartiti, presero la via dei box, la stessa scelta dal pilota del team bergamasco al 12° giro complice un ritardo di due minuti dal battistrada. Caricasulo però ripartì, piazzandosi al 26° posto, pur doppiato. Anche in quel caso la delusione fu annacquata dall’esito della MotoGP: vinse Rossi davanti a Danilo Petrucci ed Andrea Dovizioso e il pesarese prese la testa della classifica con 12 punti di vantaggio su Jorge Lorenzo, medaglia di legno.

Tornando alla Moto2, da allora per 124 GP consecutivi almeno un italiano ha conquistato punti. In quest’arco di tempo, sempre limitandoci alla Moto2, il tricolore è sventolato 106 volte e in 40 occasioni è stato suonato l’Inno di Mameli. Merito di dieci piloti differenti: otto successi per Morbidelli e Bagnaia, sei Luca Marini, cinque Baldassarri, tre Enea Bastianini, Marco Bezzecchi e Vietti Ramus, due Mattia Pasini, uno Fabio Di Giannantonio e Arbolino.

I 106 podi nelle ultime 124 gare, Austria esclusa, portano la firma di undici piloti: i dieci citati più Simone Corsi, un secondo e un terzo posto con la SpeedUp nel 2016. Comanda Morbidelli con 20 podi, poi Pecco e Marini con 15, Bez con 14 e Lorenzo con 12. Nell’ultimo biennio però abbiamo portato sul podio solo due piloti a campionato: non ne avevamo così pochi in Moto2 dal 2015. Un dato su cui riflettere.

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