Il cambio del Team No Limits | Quella (S)Volta Che

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Il team emiliano, protagonista del mondiale Endurance, passa alla Honda

21.02.2023 ( Aggiornata il 21.02.2023 15:10 )

Suzuki, fine di un’era. E questa volta non ci riferiamo alla chiusura del progetto MotoGP, ma al passaggio di marca del Team No Limits, da sempre impegnato nell’Endurance, dove è stato vice campione del mondo Superstock nelle ultime tre edizioni del campionato.

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Le parole di Codeluppi


Sono addirittura venti le stagioni di fila disputate dalla formazione giallonera con la Casa di Hamamatsu, con un bottino di un successo in gara, due secondi posti e cinque terzi, sette dei quali dal 2017.

Il titolare Moreno Codeluppi  è stato un fedele sostenitore Suzuki, acquistando in un ventennio una trentina di esemplari, con sconti simili a quelli praticati ad altri clienti: “Se la Suzuki avesse mostrato interesse a portare avanti il modello GSX-R con aggiornamenti avrei aspettato. E invece, in questo arco di tempo, è mancata la comunicazione di Suzuki Italia: dopo ogni successo, riprendevano i post della SERT, ma quando nel 2021 abbiamo conquistato la 6 Ore di Most non hanno speso due parole. Il rapporto si esauriva nel comprare le moto e ordinare i ricambi”.

Valutando le diverse variabili, l’estate scorsa il cinquantaquattrenne controllore zootecnico di Castelnovo Sotto (Reggio Emilia) si è deciso al grande passo: Dopo la gara di Spa ho iniziato a ragionare sul cambio, ma non per il ritiro della Suzuki, dato che avevo avuto garanzie sull’approvvigionamento dei ricambi. Ma a parte l’affidabilità, punto forte della Suzuki nell’Endurance, cominciavamo a pagare troppo in termini di prestazioni. Mancava potenza anche se eravamo saliti a quasi 205 cavalli”.

Non abbastanza per contrastare la concorrenza, come specifica Codeluppi: “A Le Mans e Spa pagavamo 5-6 km/h di velocità massima, al Bol d’Or dai 10 ai 15 km/h. Era sempre più faticoso recuperare nel misto ciò che perdevamo in rettilineo e la conferma l’abbiamo avuta al Bol d’Or, dove siamo giunti quinti senza mai essere competitivi per il podio (tre i giri di distacco dalla terza piazza, nde).

Il team manager si è messo alla caccia di alternative: “Ho parlato con la squadra ufficiale BMW, visto che non avevano un team nella Stock ma ho capito che non se ne sarebbe fatto niente. Poi è stata la volta di Kawasaki Italia e, tramite concessionari, della Honda. A EICMA ho incontrato Massimo Rivola che mi ha parlato dell’omologazione dell’Aprilia 1100, ma non siamo andati avanti in maniera spedita e dovevo prendere una decisione per i test”.

La scelta Honda


La scelta è caduta sulla Honda CBR1000 SP, la moto vincitrice dell’ultimo Bol d’Or con il Rac 41 Chromeburner.

Due gli esemplari acquistati, su cui sono iniziati gli interventi per l’adattamento al regolamento, a partire dal cablaggio e dalla centralina HRC, passando per le sospensioni Bitubo e i serbatoi: “Quest’ultimo è il componente più difficile, sono da 24 litri in alluminio e vorremmo sfruttare anche la parte sotto la sella. Li avevo ordinati a un fornitore francese ma li avrebbe avuti pronti per maggio, allora li faccio fare qui, dalla LM Racing di Novellara”.

Da quest’anno è obbligatorio il sistema unico di rifornimento, realizzato dalla svizzera Staubli, che ha vinto il bando decennale della FIM. “Secondo la Federazione – chiarisce Codeluppi – è un sistema che offre sicurezza e affidabilità, evitando il verificarsi di spargimenti di benzina. Noi avevamo due tappi, uno per il carburante e l’altro per l’aria, questo è invece unico”. Confermate invece le gomme Dunlop, obbligatorie per l’intera Stock: "In una stagione ne facciamo fuori 75 set. A parte l’acquisto delle moto, rappresentano la voce di spesa più rilevante”.

Restano da ufficializzare i piloti, mentre la squadra continua a rafforzarsi: “L’anno scorso abbiamo ingaggiato due meccanici francesi, quest’anno vorrei affiancare qualcun altro a Gigi Scassa, il padre di Luca, che si occupa di elettronica. La centralina HRC ti permette una marea di cose, ma è sofisticata, è l’unico aspetto che mi impensierisce”.

Anche per questo predica prudenza: “Sarà un anno di transizione, più lavoreremo sulle moto e più saremo competitivi. Ma a Le Mans siamo reduci da tre podi di fila per cui, anche se è la prima gara (15-16 aprile, nde), l’auspicio è fare poker”.

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