Honda RC30: la storia della moto che conquistò la SBK e la gente

Honda RC30: la storia della moto che conquistò la SBK e la gente

Nata per la pista e solo dopo omologata per la strada. Dopo 35 anni dal lancio resta una delle moto più amate e sognate dagli appassionati

14.09.2023 ( Aggiornata il 14.09.2023 17:27 )

Il dominio Honda negli anni '80

In quegli anni infatti la Casa dell'Ala dorata era pressoché l’unica ad impegnarsi concretamente in forma ufficiale sia al campionato Formula TT F1 che al mondiale Endurance, il regolamento permetteva di lavorare a fondo sia sul motore che sulla ciclistica tanto che le RS850R del 1984 (dopo che il regolamento mise il limite a 750cc per limitare le prestazioni delle moto) e la RS750R potevano vantare delle ciclistiche derivate dalla NS500 da Gran Premio. Con questa moto Joey Dunlop conquisterà 3 titoli Formula TT F1 oltre che due edizioni del Tourist Trophy, nel 1984 Honda oltre al titolo Formula TT si aggiudicherà anche il mondiale Endurance con la RS750 gestita da Honda France affidata a Gerard Coudray e Patrick Igoa.

La moto che anticipò la RC30: la RFV750

Nel 1985, la RFV750 debutta in gara sia nel Formula TT che nel mondiale Endurance. La nuova moto uscita da HRC vantava un motore che, pur derivando da quello della VFR750F, adottava bielle e valvole in titanio, pistoni e camme speciali oltre che una trasmissione alleggerita e a sei marce, infine la distribuzione passò da quella tradizionale a catena ad una a cascata d’ingranaggi.
Questo unito ad un nuovo telaio doppia trave in alluminio con rinforzi specifici e a sospensioni e freni ereditati direttamente dalla Honda NS 500 di "Fast" Freddy. La forcella Showa da 43mm con sistema d’affondamento TRAC ed un monoammortizzatore sempre marchiato Showa con sistema progressivo Pro-Link. Anche i freni erano i medesimi della moto che disputava il motomondiale con una doppia pinza Nissin a quattro pistoncini che mordeva due dischi da 320mm. La moto raggiungeva così i 130cv pesando in configurazione Formula TT F1 solamente 152kg che salivano a 160kg in versione Endurance per via dell’impianto elettrico necessario alle corse di durata.

La RVF750 debuttò a Le Mans nel 1985 ma essendo ancora un progetto troppo acerbo costrinse entrambe le moto schierate al ritiro. In HRC, però, misero subito mano alla moto riuscendo a sistemare i problemi di gioventù ed affidando la moto a Joey Dunlop che vincerà nelle stagioni 1985 e 1986 tutte le gare del campionato Formula TT. La RVF750 riuscì oltre che ad imporsi nelle gare sprint anche nel mondiale Endurance dove conquistò il titolo con Gerard Coudray, Patrick Igoa e Alex Vieria.
Nella stessa edizione inoltre fece il suo debutto sulla RVF750 guidata da Dominique Sarron e Mike Baldwin l’iconico monobraccio che da quel momento caratterizzerà le successive Honda V4. Questa soluzione permetteva oltre ad un cambio gomme più rapido anche l’utilizzo di uno scarico più performante e quindi la soluzione venne velocemente approvata e portata su tutte le RVF750.

La situazione di Honda in America

In America negli anni '80, Honda correva con successo nel campionato AMA F1. Nella seconda metà degli anni '80, però il campionato F1 stava lentamente perdendo interesse negli States che invece puntavano al nuovo format della “Superbike”. Nel 1986 le due classi avrebbero corso insieme ma con classifiche separate e Honda USA rifiutò di utilizzare le super competitive RVF750 per evitare che quest’ultime potessero battere le nuove VFR750F con cui correvano Fred Merkel e Wayne Rainey per evitare che il nuovo modello stradale, da poco in listino, avesse cattiva pubblicità. Il compromesso tra Honda USA e HRC fu quello di preparare una nova VFR750F rispettando il regolamento F1 in modo da poter vincere entrambi i campionati con la stessa moto e poterla vendere al pubblico come una moto vincente. Nacque così il progetto “6X”, una sigla che da quel momento segnerà la storia di Honda.

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