SBK, Rinaldi e Locatelli: chi farà meglio nel 2021?

SBK, Rinaldi e Locatelli: chi farà meglio nel 2021?© GPAgency

Michael Ruben e Andrea saranno entrambi piloti ufficiali, rispettivamente in Ducati e Yamaha. Esperienze diverse per strade che si incrociano: quale dei due italiani otterrà i risultati più prestigiosi? 

29.12.2020 10:47

Michael Ruben Rinaldi e Andrea Locatelli, ovvero, due top rider della SBK 2021. Perché definirli tali? Poichè, semplicemente, i due ragazzi sono entrambi forti, giovani, titolati e dotati di motocicletta ufficiale.

“Rino” ha primeggiato con la Panigale V4 R Go Eleven nella classifica dedicata agli Indipendenti, cioè, team e pilota non emanati direttamenta dalla Casa in oggetto e meglio piazzati in classifica. “Loka” ha vinto il campionato Supersport, sbaragliando il campo alla guida della R6 Evan Bros, per un record di affermazioni che rimarrà nella storia.

Sia il numero 21 che il 55 correranno per strutture factory, nella fattispecie Ducati Aruba e Yamaha Crescent. Le rispettive cavalcature godranno di ogni evoluzione approntata dai costruttori e, qualora ne avessero bisogno, l’italo venezuelano ed il bergamasco potranno avallare specifiche richieste.

Per loro sarà il vero primo anno in cui intempretare uno status del genere. Cosa e quanto otterranno l’anno prossimo? O meglio, quali risultati otterranno e chi farà meglio tra i due? Impossibile (e pure noioso) prevederlo, ci limitiamo ad analizzare pro e contro di ognuno.

 L’esperto e la matricola


Sebbene Rino sia ancora molto giovane, è già considerabile un esperto della SBK. Veterano no, ma in possesso di una interessante esperienza, sì. Il campione Superstock 2017 conosce bene il paddock delle derivate, facendoci parte dal 2014. Sembrano dettagli, non lo sono: sapere come tira il vento e sentirsi a casa propria, rappresenta sempre un vantaggio utile ad ogni sportivo, specialmente ad un motociclista. Michale Ruben saprà quindi come comportarsi nei tanti momenti dei weekend, soprattutto in quelli più complicati.

 Il Loka affronterà la seconda stagione in questa serie, però non in 600, bensì a bordo di una 1000 decisamente più preparata di una Supersport. Andrea dovrà imparare tutto: come gestire potenza e settare l’elettronica, il comportamento delle gomme, le tre manche a weekend e la consistenza dei rivali. Trovare gli assetti per la sua R1 M sarà la prima cosa da fare per lui e, se ne ritroverà il giusto feeling, provare ad attaccare. Per fare questo, servono due cose: talento e tempo. Il primo non si discute, il secondo è una variabile.

 Pressione e libertà


Un conto è correre per un team privato, un altro è vestire panni ufficiali. Se ne è sicuramente accorto Michael Ruben, abile al debutto datato 2018, leggermente in difficoltà l’anno successivo, esploso alla grande nella stagione finita pochi mesi fa. Nel test effettuato con la squadra factory ’Estoril, il venticinquenne di Rimini aveva attorno a sé tecnici ed ingegneri, attenti ai commenti di Rino, nuovo portacolori Aruba ufficiale.

Quando si hanno poche possibilità di modifica, si guida e basta. Più o meno. Quando, invece, si deve indirizzare lo sviluppo, occorre avere le idee chiare, altrimenti, si perde tempo e confidenza. Essere schierati da un team ufficiale comporta vari aspetti, trai quali dare gas - azione che Rinaldi sa fare - e dire al reparto corse dove intervenire - azione forse più difficile e comunque verificabile - entrambi importanti. E poi, un quarto posto da Indipendente poteva considerarsi un eccellente risultato, mentre da ufficiale rappresenta una sorta di sconfitta.

 Andrea di fame ne ha e vuole arrivare in alto il prima possibile. Giustamente. Tuttavia, egli stesso ha previsto un periodo, lecito, di apprendistato. Anche Yamaha ne è consapevole, infatti, al Loka sarà eserciata una pressione buona per un rookie, ovvero, non strafare ma nemmeno andare a spasso. Tra le due opzioni, Locatelli penderà sulla prima: dare gas, nel giusto modo, nel momento giusto. Usando la testa, come sempre ha fatto in tutta la sua carriera.

 Compagni di squadra ostici ma corretti


Redding e Razgatlioglu, mastini che non mollano mai la presa. Sappiamo bene che in pista ci saranno anche altri rivali - tipo un certo Johnny Rea - però il compagno di box rappresenta sempre il riferimento diretto e più attendibile.  In pratica, Scott eToprak saranno per Rino e Loka i primi avversari da battere. L’inglese ed il turco sono cattivi in pista, ma corretti e puliti. Anche nel garage, sebbene privilegino il silenzio ed una condotta di lavoro piuttosto solitaria.

Redding caldeggiava la presenza di Davies in Aruba per un altro anno, ciò signfiicherà qualcosa. Cosa, lo vedremo presto, perché Michael Ruben non avrà voglia di figurare come seconda guida, anche perchè lui è italiano, il team anche, la moto idem. Orgoglio e passione.

 Razgatlioglu, invece, se ne infischia abbastanza di chi si sieda qualche metro più in là. La sua mentalità è particolare e, più la concorrenza è forte, più lui diventa competitivo. Per il numero 54, vestire la stessa camicia di Locatelli è come indossare la stessa camicia di Van Der Mark, ex team mate 2020. Il pupillo di Sofuoglu va per la sua strada e non intralcia quella altrui, piacerà ad Andrea, unica punta Evan Bros in Supersport?

 Crutchlow ne è certo: nessuno saprà replicare quanto fatto da Marc Marquez

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