SBK, i colpi di mercato più importanti degli ultimi dieci anni

SBK, i colpi di mercato più importanti degli ultimi dieci anni

Rea in Kawasaki ma non solo. Dal sodalizio felice Biaggi - Aprilia fino a quello complicato Melandri - Aprilia, passando per la favola di Checa con Althea ed il lungo idillio Davies - Ducati Aruba

07.01.2021 10:37

 

(2010) La classe operaia in paradiso: Checa ed il team Althea

Nell’anno in cui Max Biaggi vince il suo primo titolo con Aprilia, Carlos Checa sbarca nel team Althea di Genesio Bevilacqua, all’età di 38 anni. Sin da subito lo spagnolo si mostra veloce in sella alla Ducati 1098 del team romano, conquistando Gara 2 a Phillip Island. Ad Imola Carlos vivrà il suo weekend magico, conquistando entrambe le manche in programma, chiudendo poi la stagione con il terzo posto in campionato.

Colpo di fortuna? Nemmeno un po’, perché l’anno successivo il sogno si realizza. Nonostante la presenza di più di un team ufficiale (Aprilia su tutti ndr) Checa conquista nel corso della stagione 15 successi, mantenendo la testa del campionato dal primo round di Phillip Island sino all’ultimo di Portimao, vincendo quello che ad oggi è l’ultimo titolo SBK per Ducati. Il sodalizio tra Checa ed Althea proseguirà anche l’anno successivo, con la quarta posizione finale in campionato, griffata da 4 vittorie di manche.

 (2012) Melandri e BMW: rammarico mondiale

Marco Melandri debutta in SBK nel 2011, risultando subito in grado di lottare per le prime posizioni in sella alla Yamaha del team ufficiale. L’anno dopo la sua strada si intreccia con quella di BMW, che sbarca in pompa magna nel campionato ha il titolo come obiettivo primario: Marco entra a far parte del team ufficiale della casa bavarese, e andrà davvero ad un passo dall’obiettivo.

In Gara 1 in Australia entra subito nella storia della casa, conquistando il miglior risultato per BMW in SBK, ossia il secondo posto. Nei successivi round Melandri non brilla, ma a Donington (quarto round stagionale) ecco la prima vittoria, che rilancia il romagnolo verso il titolo. A Mosca Marco conquista una seconda piazza ed una vittoria, che gli permettono di andarsene con la leadership di campionato, a tre round dalla conclusione: proprio in quel periodo però (come ampiamente raccontato dallo stesso pilota azzurro) BMW annuncia la chiusura del team ufficiale, cosa che destabilizza il team ma soprattutto il pilota, che nelle ultime sei manche incassa così ben cinque zeri, chiudendo terzo un campionato che sembrava davvero nelle sue mani.

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