Razgatlioglu-Rea, la sfida SBK più bella degli ultimi anni

Razgatlioglu-Rea, la sfida SBK più bella degli ultimi anni© GPAgency

Toprak e Johnny si sono contesi il titolo dal debutto di Aragòn sino alla tappa finale di Mandalika, regalando duelli e incertezza, ancora più godibili delle lotte vista tra Fogarty e Slight, Edwards e Bayliss, Haga e Spies, Biaggi e Sykes

17.11.2021 20:19

Ognuno ha i suoi gusti, ovviamente, e a noi la sfida SBK 2021 piace assai. Toprak Razgatlioglu e Johnny Rea se le sono date di santa ragione da inizio campionato sino San Juan del Villucum e, cosa ancor più bella, si contenderanno il titolo di categoria nel finale di Mandalika.

Le derivate di serie hanno spesso deciso le sorti nella tappa conclusiva di stagione. Senza andare troppo a ritroso nel tempo, vi citiamo sette annate in cui a contendersi l'alloro vi erano due o tre nomi in lizza. Ci riferiremo, magari lasciandoci andare qualche lacrimuccia nostalgica, a duelli che rimarranno per sempre nei nostri cuori.

E pure nei vostri, già lo sappiamo. Iniziamo con il 1998, quando a Sugo si presentarono in tre papabili di successo: Troy Corser, Carl Fogarty e Aaron Slight. Andiamo avanti passando al 2002 di Imola, dove Colin Edwards e Troy Bayliss scrissero una pagina più unica che rara. Passiamo a Magny-Cours 2004, sede del braccio di ferro Regis Laconi-James Toseland. Ancora Francia, per James contro Nori Haga, nel 2007. Poi, Portimao e Nitronori a vedesela con Ben Spies. Max Biaggi ebbe la meglio a Nevers nel 2012, facendo abbassare la testa di Tom Sykes. Sylvain Guintoli riuscì a battere lo stesso Sykes nella notte del Qatar 2014.

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Sugo tradì Corser e premiò Foggy. Imola festeggiò Edwards


Troy aveva siglato la pole, guidava la classifica 1998 e aveva le carte in regola per uscire da Sugo con il numero 1. Però, la festa del già iridato 1996 e successivamente 2005, cessò ancor prima di cominciare. Un brutto volo lo tolse di scena durante il warm up, dal quale ne uscì malconcio e con le ossa rotte.

Niente Sugo per Corser, perciò il piatto fu spartito da Carl Fogarty e Aaron Slight. Pessima l'idea HRC di montare sulla RC45 un propulsore nuovo, più potente che mai e super ufficiale: il neozelandese faticò a domarne il carattere, mentre l'inglese si piazzò bene, meglio dello sfidante, titolandosi per la terza volta in carriera.

Nel 2002, Colin Edwards fece i conti con un altro Troy. Era Bayliss, giunto al Santerno con un solo punto di svantaggio dall'americano. L'austaliano ne contava 501, il pilota del team Castrol 502. Prima di passare entrambi alla MotoGP, tenevano molto a primeggiare, poiché già detentori di un mondiale a testa. Lo statunitense relegò il canguro al secondo posto.

Magny-Cours magnanima per Toseland due volte, con Biaggi una


Il tracciato di Nevers e il numeroso pubblico attesero con fragore l'idolo locale Regis Laconi, schierato dal team Ducati Fila. Pure James Toseland correva per la stessa squadra e, giusto per rendere il tutto più avvincente, era il lizza per  il titolo, proprio come il francese. 

Lotta di nervi più che di manovre, caratteristica farevole all'inglese, che la spuntò. Per il pianista di Sheffield fu il primo allora, poi ne arrivò un altro. Sempre lì, nel 2007, ovvero tre anni più tardi. Il portacolori Honda piegò Noriyuki Haga, allora pilota Yamaha.

Di mondiali, Max Biaggi se ne intendeva già prima di Magny-Cours 2012, quando battè per solo mezzo punto Tom Sykes, L'Aprilia e il Corsaro fecerò bis in SBK, il britannico si riscattò l'anno dopo, riportando a Kawasaki quanto fatto nel 1993 da Scott Russell.

Portimao meravigliao per Spies, notte magica quella di Guintoli a Losail


Povero giapponese (agonisticamente parlando) che brutto fu per lui perdere nuovamente. Eppure, a Portimao avrebbe potuto farcela, Nitro Nori. Se non ci fosse stato un caparbio e rookie come Ben Spies, intenzionato a passare in MotoGP dopo aver espletato la pratica SBK.

Così ando: Texas Terror dette a Yamaha il titolo, beffando la Rossa guidata dall'alfiere con gli occhi a mardorla. Il Portogallo risultò favorevole alla R1condotta dal pluricampione AMA Superbike. Come fu felice il Qatar per Sylvain Guintoli.

Il francese si impose nella notte di Losail illuminata artificialmente a giorno. In luce lui e la RSV4, buio per Tom Syles, sconfittò malgrado sulla carena della sua Ninja ci fosse il numero 1. Quell'epilogo resta il più teso degli ultimi anni, perché la conclusione del 2020, all'Estoril, ha visto Johnny Rea battere Scott Redding. Ma nessuno dubitava potesse riuscirci.

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